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venerdì, Maggio 23, 2025
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25 aprile: come l’Europa cambiava 80 anni fa

La memoria di tutto ciò che fu 80 anni fa in tanti paesi d’Europa a opera del nazifascismo, deve indurci a rinnovare ogni giorno e incrementare se possibile la resistenza all’oppressione. In Italia è stata una grande lotta di popolo quella che si è compiuta nel 1945, quando l’Italia veniva liberata dalla dittatura nazifascista con l’aiuto degli alleati e si avviava sulla strada per la democrazia.

Pasquale Aiello

Brecht ammoniva “il grembo da cui nacque è sempre fecondo” e aveva ragione visti i tanti nuovi eventi bellici nel mondo e in generale la tendenza alla guerra  che rischiano di accrescere e allargare le diseguaglianze sociali, la povertà e la disumanizzazione. In Italia è stata una grande lotta di popolo quella che si è compiuta nel 1945, quando l’Italia veniva liberata dalla dittatura nazifascista con l’aiuto degli alleati e si avviava sulla strada per la democrazia.

In Europa fu un grande movimento che riuscì a unire tanti popoli diversi per cultura, ideali e orientamenti politici e sociali. In seguito, tutte le popolazioni che resistettero contribuirono a instaurare le condizioni per scongiurare i regimi dispotici e totalitari e conquistare traguardi importanti a livello sociale ma soprattutto politico e scrivere carte costituzionali per aprire la strada delle democrazie.

Fu una grande lotta da cui scaturì una straordinaria solidarietà tra contadini, partigiani, soprattutto le donne staffetta, operai, intellettuali e politici per sensibilizzare la gente alla resistenza e difendere una realtà culturale e sociale di opposizione, alle drammatiche condizioni di oppressione della dittatura nazifascista. Oggi più che mai, in una epoca di mezzo tra la fine del vecchio e l’arrivo del nuovo mondo, stanno prevalendo i mostri di gramsciana memoria e pensano già come spartirselo in nome della “grande Israele” , la rinnovata egemonia della grande madre yankee e un ipotetico liberalsocialismo, facendo ricorso anche a  guerre e genocidi, prepotenza e occupazione, per cui è necessario mantenere il carattere internazionalista di una Resistenza contro tutte le dittature, attraverso la lotta senza quartiere al sionismo, al nazismo di ritorno in Europa e il neofascismo di casa Italia. Senza se e senza ma.

I fermenti, le agitazioni e le iniziative del mondo studentesco e di tutte le forze operaie e intellettuali alimentano la speranza, indicando il cammino per sbaragliare discriminazione, violenza, ingiustizia e sfruttamento, che compongono la brodaglia con cui si nutrono le nuove forze reazionarie e naziste. L’intento dovrà essere quello di consolidare dal basso la Resistenza per far rinascere una nuova umanità e una civiltà a misura d’uomo che possa reggersi sulla solidarietà, la pace, l’anticapitalismo e la fratellanza tra i popoli. Solo così si continuerà a rendere stima e rispetto a tutti coloro che sono morti per la Libertà.

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