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giovedì, Maggio 2, 2024
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Intervista a Vincenzo Speziali: la sua vita, la politica e la prospettiva futura.

Abbiamo voluto rivolgere alcune domande a Vincenzo Speziali, che in queste ore, seppur si trova a Beirut per motivi di carattere personale, familiare e politico, sta definendo la prossima visita del Leader dell’Internazionale Democristiana, Amine Gemayel (già Presidente della Repubblica Libanese), in Italia. Ciò a dimostrazione di come ormai ‘l’operazione Renzi’, sia consolidata e pure molto avanti. È uno Speziali a tutto campo, determinato, distaccato, lucidissimo nel tratteggiare il futuro, financo lanciando, al suo solito, criptici segnali sarcastici -principalmente in un paio di passaggi- nonostante alcuni dolori che sta provando, dal punto di vista affettivo (che, difatti, affronteremo).

D: Per prima cosa, volevo chiedere un commento sulla morte del Sen.Angelo Donato, con cui aveva un rapporto speciale. Ho letto alcuni articoli da lei scritti e traspare un forte sentimento filiale -come lo ha definito- assieme ad una riconoscenza sentita, che le fa onore. Cosa desidera aggiungere?

R:Premesso che l’onore di cui parla è stato il mio, ma inteso nel senso di aver potuto gioire e godere di una siffatta guida non solo politica, bensì umana, morale, affettiva e personale. Poi, di cose da aggiungere ne avrei parecchie, quasi sino all’infinito, ma le tengo per me, con pudore. Anzi, custodisco simili ricordi gelosamente, come se fossero il bene prezioso che rappresentano. Angelo Donato, mi ha allevato, ‘portandomi’ lui da Arnaldo Forlani, il quale poi, divenne un altro mio ‘padre adottivo’, così come da Gianni Prandini (e idem vale per quest’ultimo, parimenti alle cose dette per Arnaldo). In più, rammento che sempre Angelo Donato, con Donato Veraldi, mi presenteranno a Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa: lo sa? Correva il 1990 o poco piu` su di lì!

D: A proposito, lei ha citato adesso l’On. Cesa, che ha preso una strada diversa dalla sua e per la verità da molti di voi democristiani, anzi da pressocche` tutti quanti. Come giudica l’accordo con la Lega?

R: Non desidero parlare di ciò, è un passaggio difficile, indicibilmente difficile, pieno di vacue illusioni, ma ovviamente non mie, le quali però sono ascrivibili alla smania di un signore come Aldo Patricello, al quale se gli si togliesse o gli mancasse lo scranno al Parlamento Euroopeo, avrebbe una crisi da ricovero ospedaliero, segnatamente al reparto di psichiatria. Io non perdono a Patricello di essere stato motivo di sovvertimento, rispetto ad un processo naturale che Cesa avrebbe potuto fare con noi tutti, il quale vede non solo per le elezioni, bensì per il futuro, un ‘campione’ quale è Renzi, nelle vesti di leader naturale della nostra area politica e culturale, che andremo a strutturare

D: Sembra avercela molto con Patricello, è vero?

R: Io nemmeno lo considero questo ‘zampone, abbigliato’. Anzi, per dirla sino in fondo, siccome il territorio lo conosco e lo conosco bene, ma soprattutto lo vivo intensamente, a siffatto politicante, non solo non lo farò votare -anche perché devo cercare i voti per me, a fronte di libero e lecito consenso- ma lo ‘tagliero`’ pure, ovunque lo dovesso trovare cosa che lui non può fare, viceversa con il sottoscritto. Levdico di più, giungengero` persino a raccogliere le giuste ed adamantine preferenze fin sotto le porte di casa sua in Molise. Che si ricordino le mie parole, poiché quando dico una cosa la mantengo sempre, comunque ed ovunque. Per essere chiari, sarebbe più consono ed opportuno per costui non presentarsi alle nostre latitudini calabre, sennò a parte le mie notorie jettature -e prima o dopo, molti che si mettono sulla mia strada ne patiscono le conseguenze politiche o sanitarie- dicevo, altrimenti, de visu e al netto di quanto persino l’On.Cesa ha avuto modo di ascoltare in quel di Bucarest, persino da autorevoli interlocutori stranieri, potrei al malcapitato viandante (nel senso di lista e di risultato elettorale), cioè Patricello, ricordargli il suo passato e il suo presente. Poi per il futuro, c’è sempre tempo.

D: È proprio guerra…

R: La guerra la si fa con chi è degno o si è paritetici, altrimenti è un sopruso. Io non sono uno che fa soprusi e lui non è alla mia altezza, semmai è molto, ma molto, ma molto inferiore. Ciò premesso, mi spiace per un altro galantuomo quale io considero veramente Matteo Salvini, dal punto di vista personale ed umano, poiché lui e Lorenzo Cesa, si sono fatti ammaliare da questo qui, ovvero sempre tal Patricello, che dal punto di vista elettorale e politico, considero ‘il santo della festa passata’. Poi se la festa la faccio o la farò io, questa è un’altra cosa, ma ai leghisti consiglierei di chiudersi a riccio e puntare su uno di loro, in quanto la succitata ‘zampogna patricelliana’, alla prima occasione per lui più propizia -al netto della mancanza di bariabili infipendenti, tipici dell’Italia attuale- manco li saluterà, bensì se ne andrà alla bella e meglio.

D: Conoscendola, ha qualche asso nella manica. Fossi nei panni di un suo qualunque avversario, inizierei a riflettere e cercare di capire

R: Gli assi, ove mai li avessi -ma ammetto di averli sempre- sono il prodotto dell’altrui insipienza e senza resipiscenza. Cio` premesso, non mi occupo di altre liste, nelle quali avrei potuto andare, ma la mia storia democristiana, popolare, europeista solidale, è un’altra, quindi, persino e soprattutto in virtù della prospettiva politica, partitica e organizzativa, sono con Renzi e ci sto con convinzione e con piacere. D’altronde apprezzo l’intelligenza e Renzi è intelligentissimo. Mi hanno bene accolto lui stesso -che ringrazio- e Maria Elena Boschi, a cui sono grato. E tanto per ribadirlo con sincerità e riconoscenza, ho identici sentimenti verso Ernesto Magorno. Io dico sempre la verità e soprattutto dico sempre quel che penso.

D: Dai giornali si apprende che dentro la Lega è calato un glaciale dissenso in merito all’alleanza con Cesa e pure lo stesso Cesa, rischia l’espulsione dal PPE che è guidato proprio dal suo amico Manfred Weber (abbiamo le vostre foto assieme al Congresso di Bucarest del Partito Popolare Europeo) e dalla stessa Internazionale Democristiana guidata da Amine Gemayel di cui lei è, notoriamente, in stretti rapporti di famiglia. Che ci dice?

R: Nulla! È così assurdo affrontare una simile situazione, ma non certo per me, che ho sempre detto le cose chiare e a Lorenzo Cesa vorrò comunque bene. Purtuttavia ho la percezione di quanto sia e di come sarà difficile per lui (ma anche per Matteo Salvini), poiché è inevitabile l’irritazione, non solo della Meloni, bensì dei democristiani italiani e continentali, verso questa nuova formula (federativa?) tra Lega e UdC. La tal cosa è manifestata, squisitamente, in luogo e in virtù della convivenza dei leghisti nello stesso Gruppo Parlamentare Europeo, laddove siedono pure i neonazisti nazionalisti ed estremisti di AfD (Alternative für Deutschland), cioè i pronipoti del nefasto ideoligicume hitleriano. Intendiamoci, Matteo Salvini, non è un sovversivo, anzi la sua persona, proprio nell’intimo, è lontana da questi rigurgiti cruenti, ma la composizione dell’emiciclo di Strasburgo è tale, perciò non si può soprassedere da parte delle forze liberali e democratiche. Certamente non può essere la caricatura del personaggio interpretato da Alberto Sordi, ovvero il Dott. Guido Terzilli, cioè quel Patricello, a poter essere in grado di compiere miracolose convergenze, le quali non so in che lingua illustrebbe. Tanto, parliamoci chiaro, i moderati, voteranno noi, proprio noi che siano credibilimente riconosciuti come tali e non i voltagabbana ‘stagionalelettorali’ alla Patricello, il quale ad ogni elezione cambia lista, per poi abbandonarla, puntualmente, la volta successiva, quasi fossimon in prrsemza di taxi, non di militanza, coerenza ed appartenenza. Costui ha attitudini politicanti, assimilabili al postribolare.

D: Cosa pensa della candidatura di Ursula von der Layen?

R: Anche in questo, coincide con Matteo Renzi, fuoriclasse come nessuno, il mio pensiero. Difatti le svelo un retroscena, il quale racconto per la prima volta in modo ufficiale. Deve sapere che il sottoscritto è stato, tra gli artefici della fronda della metà dei delegati al Congresso del PPE, verso l’attuale Presidente della Commissione. Badi bene lo possono confermare pure l’On. Cesa e un amico calabrese che ci ha accompagnato. Difatti, la mattina di giovedì 7 Marzo, già alle 6 ero nella grande sala congressuale, ad organizzare la nostra azione politica, ovvero i ‘franchi tiratori’ oppure i ‘vincenzinwschi cecchini’. Ursula von der Layen, non potrà fare il bis del suo mandato, proprio perché ha fallito la sua missione, quindi dovremo poi tutti quanti convergere su un altro Presidente della Commissione stessa. E il nuovo capo dell’Esecutivo Europeo, inevitabilmente, dovrà essere una figura che ho in mente, sulla quale si realizzerà una amplia convergenza democratica e liberale, coerente con le radici cristiane, moderate e permeate dall’umanesimo integrale di Maritain. Sul punto, ovvero il metodo e l’identikit politico, tra l’altro, si è già espresso, giustamente, anche Renzi.

D: …e lei, chiaramente, pensa ad un altro suo caro amico, cioè Manfred Weber, il quale al Congresso del PPE si è appartato con lei a lungo (pure noi abbiamo verificato ciò, avendone conferma). È giusto?

R: E lei pensa che io possa fare nomi per stucchevole, narcisista ed effimera vanagloria, oppure che io sia così improvvidamente neofita e sprovveduto nel dire qualcosa di più, rispetto a quanto detto? Per caso crede di parlare con Carlo Calenda o con Giuseppe Conte? Nossignore, io sono e resto, Vincenzo Speziali.

D: Che idea programmatica ha per il Mezzogiorno d’Italia?

R: Deve divenire un Hub, non solo intermodale, ma economico, sociale, agroalimentare, culturale, interconnesso uniformemente ai suoi e agli altri territori, alfine di agevolare sviluppo industriale, turistico e finanziario, per di più profittando della ZES, ormai unica e che impatta nell’ambito pluriregionale. Certamente occorre una classe dirigente che sia all’altezza di tutto ciò, quindi quale primo requisito, dobbiamo eleggere gente che abbia contatti diretti e consolidati, all’interno delle istituzioni comunitarie in UE. Non ci si improvvisa politici e ancor più concretamente, non ci si improvvisa amici di qualcuno, alfine di rappresentare efficacemente, le giuste istanze dei cittadini, i loro diritti acquisiti e le lecite aspettative. Ovviamente, dovremo regolamentare in modo unico o più unico possibile, gli ordinamenti giuridici e bandire dal contesto della convivenza civile e democratica, forme di prevaricante sovversione e soverchiante aggressione di certa magistratura pseudomilitante e paraodeologizzata. Quindi, più incisività del Dipartimento Giustizia in capo al futuro Commissario Europeo per tale delega, sempre in raccordo con la Commissione Parlamentare in seno all’Eurocamera.

E poi, sulle linee generali, per i Paesi PESCO -processo di rafforzamento della cooperazione nel settore della difesa tra taluni Stati membri dell’Unione europea che ne hanno la capacità e sono disposti a prendere provvedimenti in tal senso- bisogna far sì di fare in modo di poterli integrare al meglio, ratificando definitivamente simile prospettiva, persino nell’ottica di una ancor più consolidata politica estera comune. Ed infine, non dimentichiamo la revisione dei rigidi parametri monetari, altrimenti al posto di un’Europa politica, ci troveremo quella degli Euroragionieri. Tutto questo è un programma politico, che Solomon politico credibile, strutturato, autorevole e preparato, può portare avanti e quindi realizzarlo.

D: Ha un quadro di visione dettagliato e molto chiaro, al punto che lei risulterebbe narurale in questo ruolo. Le faccio una domanda, ha un modello di Parlamentare Europeo a cui ispirarsi?

R: Si e le farò anche il nome, cioè Dario Antoniozzi. È stato un convinto europeista, nonché fondatore del PPE e suo Capogruppo. Mi scusi, epperò con orgoglio le ricordo che il sottoscritto ha avuto una certa buona scuola, per di più non precaria o pencolante, come quella di un attuale inviato dell’Europa nel Golfo Persico, la cui ubicazione geografica, fino al 2013, tal costui, non sapeva nemmeno e neanche laddove di trovasse, coerentemente alla matrice che accomuna tanti ex Grillini ed oggi in parte molti Contiani. A proposito, sto parlando di Lugi Di Maio.

D: Lei non le manda a dire. Chiaramente si assume la responsabilità di quanto dico. Giusto?

R: Me l’assumo, così come sempre ho fatto nella mia vita. In più, anche al netto dello sfottò che è d’uopo, soprattutto per molti dei contemporanei. Se vogliono (e se hanno il coraggio a fronte delle mie reazioni di palese jettatore) mi querelassero pure, benché vincerei facilmente persino un tribunale. Basterebbe ricordare la nota coniugazione dei congiuntivi, compiuta in sfregio alla grammatica italiana, che proprio Di Maio, fece nel lontano 2018, dopo essere stato già cinque anni a Montecitorio, per di più quale Vicepresidente. Ricordo che all’epoca, ironicamente, proposi di istituire una Commissione Parlamentare di Inchiesta, poiché lui e i suoi simili, dovevano essere investigati a fronte dello strame avverso l’idioma nazionale.

D: Un’ultima domanda,  ovvero cosa prevede per il Medioriente e per il Libano?

R: Disse Marco Tullio Cicerone durante le Catilinarie” Mala tempora currunt sed peiora parantur”, tradotto letteralmente in ‘brutti tempi corrono ma peggiori si presentano’. Ecco, così sarà, probabilmente con una escalation già nelle prossime ore o nei giorni immediatamente a seguire. L’Iran reagirà, contro Israele e con gli iraniani, ci saranno gli sciiti libanesi. Purtroppo non escludo che Israele o immediatamente o all’inizio dell’estate possa amplificare le sue azioni, persino con ulteriori bombardamenti ed eventuali forme di sconfinamento, proprio sul Libano. A quel punto che Dio ci aiuti, benché non credo che poi molti potranno essere assolti politicamente, in quanto ho avvisato tutti da più di un anno e nessuno ha tenuto in conto le mie parole, prima, durante e ancora oggi. Vuole sapere il perché? L’invidia insofferente dei minus habens, per di più neofitamente insolenti. Si capisce allora per quale motivo c’è bisogno di vera politica e di politici veri? Tutto questo siamo noi e Renzi ne è la prova migliore.

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