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venerdì, Maggio 3, 2024
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Anpi Siderno: targhe in memoria di Gramsci e Matteotti

Nel corso della celebrazione del 25 Aprile, l’Anpi Sezione “Silvestra Tea Sesini”, in collaborazione con il Comune di Siderno, scoprirà due targhe nelle vie Giacomo Matteotti e Antonio Gramsci, dotate di un codice QR, contenenti le relative biografie.

La prima è in memoria dei cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, martire dello squadrismo fascista.

Nato a Fratta Polesine (Rovigo) nel 1885, ucciso da sicari fascisti a Roma nel 1924. Possidente terriero illuminista, avvocato, sindaco di Villamarzana, consigliere provinciale di Rovigo. Esponente di spicco del Partito socialista, eletto nel 1919 alla Camera dei deputati. Nel 1922 promuove la costituzione del Partito socialista unitario divenendone segretario nazionale. Intransigente antifascista, difensore dei braccianti agricoli poveri, più volte minacciato e aggredito da gruppi fascisti, ostacolato nella professione forense e nell’attività parlamentare. Affermatosi il fascismo, nel 1924 alla Camera dei deputati pronuncia una documentata requisitoria (acquisita agli atti del Parlamento) sulle violenze fasciste contro i candidati socialisti, comunisti, repubblicani, liberali progressisti. Sul giornale Il popolo d’Italia Mussolini scrive immediatamente che è necessario “dare una lezione al deputato del Polesine”. L’invito è prontamente accolto e il 10 giugno ’24, a Roma, un quintetto fascista aggredisce e rapisce Matteotti in Lungotevere Arnaldo da Brescia. Caricato a forza su una macchina, il parlamentare socialista viene ucciso a coltellate dopo ripetute percosse. Le spoglie verranno trovate, occultate in un boschetto di Riano Flaminio, solo il 15 agosto. Riconosciuti e processati a Chieti due anni dopo, i fascisti omicidi confessi – difesi dal braccio destro di Mussolini, Roberto Farinacci – ebbero miti condanne, uscendo poco dopo di prigione (https://www.anpi.it/biografia/giacomo-matteotti).

 

La seconda è dedicata ad Antonio Gramsci, martire della violenza fascista.

Nato ad Ales (Cagliari) nel 1891 è tra i fondatori del Partito comunista italiano. Fatto arrestare da Mussolini muore nel 1937, dopo 11 anni di prigione.

Di salute cagionevole fin dall’infanzia, vince una borsa di studio per l’Università di Torino, laureandosi in lettere e filosofia. Nel 1913 aderisce al Partito socialista del quale diventa, nel ’17, segretario della sezione torinese. Affascinato dal pensiero e dall’opera di Lenin, in Russia, nel 1919 promuove la formazione della corrente comunista nel Partito socialista, dalla quale, nel 1921, nasce il Partito comunista d’Italia. Direttore del quotidiano L’Ordine nuovo, nel ’22 è componente dell’Esecutivo dell’Internazionale comunista. Si sposa a Mosca; avrà due figli per i quali, dal carcere italiano, scriverà una serie di commoventi favole pubblicate con il titolo L’albero del riccio. Rientrato in Italia, è eletto deputato per il collegio Veneto e segretario generale del Partito comunista.

Nel 1926 viene arrestato dalla polizia fascista nonostante l’immunità parlamentare, il re e Mussolini sciolgono la Camera dei deputati, mettendo fuori legge i comunisti. Gramsci e tutti i deputati comunisti sono processati e confinati: Gramsci nell’isola di Ustica e successivamente nel carcere di Civitavecchia e Turi. Non essendo adeguatamente curato è abbandonato al lento spegnimento fra sofferenze. Muore nel 1937, dopo 11 anni di prigione, senza aver mai rivisto i figlioletti. Negli anni della reclusione scrive 33 quaderni di studi filosofici e politici, definiti una delle opere più alte e acute del secolo; pubblicati da Einaudi, nel dopoguerra, sono noti universalmente come i Quaderni dal carcere, tradotti in tutte le lingue più importanti (https://www.anpi.it/biografia/antonio-gramsci)

 

Con l’iniziativa commemorativa, l’Anpi intende promuovere e valorizzare, in questi tempi difficili per i diritti umani e anche per la libertà di stampa, la conoscenza e lo studio del pensiero di due figure, prestigiose e coraggiose, che sacrificarono la loro vita per gli ideali della Resistenza, sublimati nell’Italia democratica e antifascista.

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