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venerdì, Giugno 20, 2025
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Armenia-Azerbaijan, 30 anni di conflitto: cosa cambia nella Regione del Caucaso

In Armenia si è tenuta la 2° edizione del forum internazionale “Yerevan Dialogue 2025”, un momento che riunisce leader politici, diplomatici, accademici e rappresentanti della società civile provenienti da oltre 80 paesi. L’edizione di quest’anno oltre le questioni globali, le tensioni geopolitiche, l’incertezza economica e la biodiversità, ha avuto un focus importantissimo per l’intero Caucaso Meridionale: gli accordi di pace tra l’Armenia e l’Azerbaijan dopo oltre 30 anni di conflitto.

L’edizione di quest’anno del forum “Yerevan Dialogue 2025” tenuta a Yerevan, capitale dell’Armenia, il 26 e 27 maggio ha permesso un confronto e un dialogo aperto con altri 80 paesi provenienti da tutto il mondo per discutere congiuntamente di questioni globali, delle tensioni geopolitiche, della crescente incertezza economica, sulle tendenze dell’UE e del commercio, la perdita di biodiversità e infine la politica sull’uso dell’intelligenza artificiale. Le parole del Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan, sono state forse il momento più atteso di tutto il forum, per discutere sul futuro dell’Armenia: gli accordi di pace con l’Azerbaijan.

La storia

L’Armenia e l’Azerbaijan nel Caucaso meridionale sono dal 1991 due Stati in guerra. Il focus di questa guerra riguarda principalmente la regione del Nagorno Karabakh, un enclave cristiana del territorio armeno con una popolazione di oltre 150mila persone, circondata da terra Azera. I due paesi hanno combattuto due guerre importanti per il controllo della regione del Nagorno Karabakh, la prima nel 1992 vinta dall’Armenia dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la seconda nel 2020, vinta dall’Azerbaigian. Durante il secondo conflitto la popolazione del Nagorno Karabakh è stata completamente soggetta alla presenza azera, e alla fine, dopo una stagione di tensione durata quasi 3 anni, la popolazione del Karabakh ha optato per un esodo di massa piuttosto che rischiare un altro massacro. Il Corridoio di Lachin, unica striscia di terra di collegamento diretta all’Armenia, è rimasto chiuso per oltre 10 mesi, portando la popolazione allo stremo senza beni di prima necessità. In sei settimane di conflitto sono morte circa 7mila civili prima del cessate il fuoco, costringendo l’Armenia alla cessione di ampie porzioni di territorio nel Nagorno-Karabakh.

Yerevan Dialogue 2025

L’accordo di marzo 2025 tra l’Armenia e l’Azerbaigian ha rappresentato un passo rilevante verso la formalizzazione e la normalizzazione delle relazioni bilaterali. Entrambe le parti hanno accettato un accordo di pace, per cui manca da stabilire solo la data e il luogo della firma. A rendere fragile la firma conclusiva sono alcun condizioni imposte dall’Azerbaijan: sciogliere il Gruppo di Minsk dell’OSCE, modificare la Costituzione armena eliminando dal preambolo la dicitura “riunificazione della Repubblica socialista sovietica armena e della regione montuosa del Karabakh”. Per alcuni una questione superflua visto che il governo Pashinyan ha già riconosciuto pubblicamente l’esercizio della sovranità azera sul territorio del Karabakh, ma questo non ha fatto altro che alimentare i dibattiti interni. Un’altra problematica riguarda il Corridoio di Zangezur, la striscia di territorio armeno che separa l’exclave azera di Naxçıvan, confinante con la Turchia, e il resto dell’Azerbaijan. Il governo di Baku ha richiesto l’apertura al fine di creare un collegamento strategico tra i due spazi, necessario per l’integrazione economica regionale. In questo contesto l’Iran gioca un ruolo strategico per l’Armenia, interessato a mantenere l’asse turco-azero sempre distante, cercando di limitare le ambizioni panturche del governo di Erdogan.

Chi sono gli altri attori

Yerevan cerca di uscire dall’isolamento nel Caucaso e ha iniziato sempre più ad affacciarsi a nuovi attori come l’Unione Europea e gli Stati Uniti, in supporto e a garanzia della sua sovranità. L’Iran resta il protettore di Yerevan. 

Il trattato tra Armenia e Azerbaijan potrebbe davvero la fine delle tensioni regionali? C’è solo da attendere la prossima mossa di Baku, nel frattempo però il Parlamento di Pashinyan ha approvato un disegno di legge per la richiesta di adesione dell’Armenia all’Unione Europea.

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