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giovedì, Marzo 28, 2024
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Arrestata la gip cosentina per corruzione

Giorgia Castriota, giudice 45enne di Cosenza, è finita in carcere insieme ad un assistente giudiziario, mentre ai domiciliari una terza persona.

Giorgia Castriota, 45enne di Cosenza, è stata arrestata ieri, giovedì 20 aprile, dal collega del tribunale di Perugia in ordine a una richiesta di misura cautelare avanzata nei suoi confronti dalla procura coordinata dal procuratore capo Raffaele Cantone. Tra gli arrestati anche due suoi collaboratori.

Le indagini che hanno portato all’arresto di Giorgia Castriota, giudice per le indagini preliminari in servizio al tribunale di Latina, già giudice al Tribunale di Reggio Calabria, e di Silvano Ferraro e Stefania Vitto, collaboratori nell’ambito di procedure di amministrazione giudiziaria, nascono dalla denuncia presentata dal rappresentante legale pro tempore di diverse società, tutte riconducibili allo stesso gruppo operante nel settore della logistica, sequestrate nell’ambito di un procedimento incardinato per reati tributari alla Procura della Repubblica di Latina. Nella nota della Guardia di Finanza, l’imprenditore lamentava irregolarità e condotte non trasparenti che vi sarebbero state nella gestione dei compendi aziendali sequestrati e che, secondo quanto da lui prospettato, sarebbero state poste in essere dagli amministratori giudiziari e dal coadiutore, con l’avallo del giudice per le indagini preliminari.
Attraverso l’esame di tabulati telefonici, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, acquisizione di documentazione bancaria, disamina delle movimentazioni finanziarie dei soggetti coinvolti e, soprattutto, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, che, ancora una volta, sono risultate assolutamente determinati ai fini investigativi, per l’individuazione dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati.
Quello che è emerso è l’esistenza di una rete di rapporti amicali e di frequentazione fra i vari soggetti che, all’interno dell’amministrazione giudiziaria, hanno percepito e stanno tuttora percependo compensi particolarmente cospicui. Il conferimento degli incarichi, infatti, sarebbe avvenuto al di fuori di qualsiasi criterio oggettivo e, soprattutto, in contrasto con il divieto di assumere il ruolo di amministratore giudiziario e coadiutore da parte di coloro che hanno, con il magistrato che conferisce l’incarico, un’ assidua frequentazione, quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali.

 

 

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