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lunedì, Aprile 29, 2024
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C’è un brutto clima in Italia…ma non da due anni

Ilario Ammendolia commenta i recenti fatti di Acca Larenzia e il clima che, ormai da un po’, si percepisce nel nostro Paese.

I fatti di Acca Larenzia sono solo una piccola spia di una malattia degenerativa di cui l’Italia soffre da molto tempo. Rigurgiti neofascisti ci sono sempre stati nel dopoguerra e quelli più pericolosi sono maturati tutti dal ventre profondo dello Stato: Tambroni, De Lorenzo, Piazza Fontana, Miceli, il tentativo di golpe Borghese.

Ad ogni tentativo di attuare la Costituzione, si rispondeva agitando lo “spauracchio” (ma non tanto) del golpe. Per esempio, dopo la riforma che ha portato alla scuola media unica, alla nazionalizzazione delle principali fonti di energia o al riposizionamento sulla politica estera (riconoscimento della Repubblica popolare cinese) si rispose con il “rumore di sciabole ” del generale De Lorenzo. Alla riforma sanitaria, gratuita e universale; allo Statuto dei lavoratori, si rispose con il tentativo di golpe Borghese e con l’eversione di piazza finanziata dai servizi segreti italiani e stranieri. Ma il più solido baluardo contro ogni rigurgito autoritario è stata sempre una forte vigilanza democratica di massa.

Lo so, avendo vissuto in prima persona i fatti grandi e tragici di Reggio Calabria del 1970 e ricordo bene che ad arginare le forze eversive, molto più che le forze dell’ordine o dei vertici della magistratura, fu il fronte democratico che non si tirò indietro.

Oggi il fronte democratico non c’è più.

A congedarlo è stata la Sinistra di governo.

Gli esponenti della Sinistra, nel momento stesso in cui sono entrati nella “stanza dei bottoni”, si sentirono padroni dello Stato e non si accorsero che il loro popolo era rimasto fuori. Anzi fecero di tutto per lasciarlo fuori. Non escludo che, una volta dentro, abbiano tentato di premere qualche bottone ma il risultato fu catastrofico: la riforma del Titolo V;la legge “Turco – Napoletano; la libera interpretazione dell’Art 11 della Costituzione sul “ripudio” della guerra.

Parole chiavi della Sinistra come “libertà”, uguaglianza; rispetto delle garanzie costituzionali, hanno ceduto il posto ad altre estranee quali “ordine” (senza precisare quale), “legalità” (l’aldilà della Costituzione) ; “disciplina “. Le poche “riforme” non riformarono proprio nulla né nella sanità e meno ancora nella giustizia. Non si riuscì neanche a far luce sui grandi misteri che hanno pesato come un macigno sulla democrazia italiana.

Contemporaneamente l’Italia divenne un paese di giustizia sommaria e tra gli applausi della Sinistra si fecero strada i “giustizieri “, le leggi liberticide e antidemocratiche.

Il carcere divenne l’unica risposta a problemi sociali vecchi e nuovi.

La questione meridionale venne trasformata in mera questione criminale.

Il risultato è stato duplice:

lo Stato ha progressivamente perso l’appoggio popolare ed è diventato sempre più espressione di minoranze forti interne ed esterne ad Esso.

La Sinistra ha perso ogni contatto con quello che è stato un grande popolo impegnato per decenni a difendere la Repubblica nata dalla Resistenza.

In tale ottica la manifestazione di Acca Larenzia diventa qualcosa di più di un rituale nostalgico, quantomeno perché il giorno in cui i partecipanti decidessero di andare oltre i rituali, le forze democratiche si troverebbero nelle condizioni di dover chiedere alla Meloni di fermarli.

Probabilmente lo farebbe… ma per la democrazia italiana non sarebbe un bel giorno.

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