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“Cedere Lampedusa all’Africa”: l’ultima folle idea della Lega

Francesco Salerno commenta l’ultima uscita di alcuni militanti leghisti su immigrazione e Lampedusa, per poi chiedersi (e chiedere) che senso abbia per un meridionale votare Lega Nord.

Francesco Salerno

Pensavamo di averle sentite tutte in merito all’immigrazione e invece ci sbagliavamo.

L’ultima geniale idea della Lega è stata talmente rivoluzionaria da far litigare persino i leghisti stessi: cedere Lampedusa all’Africa.

Il portavoce di questa “furbata” è un uomo e militante del partito intervistato durante il raduno di Pontida che ha spiegato:

“Lampedusa ci costa un sacco di soldi da anni, regaliamola all’Africa. Spostiamo tutti i cittadini in Sicilia e regaliamo loro una villetta, sono pochi (circa 6000) e ci costerebbe di meno che continuare con l’aiuto agli immigrati.” E ancora “Questa è un’invasione subdola, io preferisco una guerra a questo.”

Poi, l’uomo, non contento ha dichiarato anche come “Un bambino in Donbass vive meglio, nonostante la guerra, che uno che sta a Lampedusa”.

Per chiudere in bellezza, l’attivista ha poi invocato un blocco navale totale per l’intero Paese.

Tali dichiarazioni, tuttavia, hanno provocato qualche mal di pancia anche nella Lega stessa, soprattutto negli attivisti siciliani che hanno invocato l’intervento di Salvini per tacere tali idee (intervento ad oggi non pervenuto).

Ciò che, tuttavia, lascia di stucco, più dell’idea folle in sé, è la reazione di sdegno dei leghisti siciliani. Angela Maraventano, ex senatrice e ex vicesindaco dell’isola siciliana, si è particolarmente risentita di tali dichiarazioni, invocando l’intervento del leader del partito e dichiarando che “Questa non è la Lega di quando c’era Bossi”.

Ah, no? Non era questa la Lega di Bossi? Forse, ricordo male io, ma la Lega Nord è un partito che non ha mai fatto segreto delle proprie idee secessioniste (ricordate quando volevano staccare parte del nord-est e andare con la Svizzera) e razziste (i meridionali non lavorano e via discorrendo). Era Bossi che durante i comizi dava sfoggio di tutta la propria cultura urlando come un esagitato “Noi della Lega lo abbiamo duro!”, anche se non si è mai capito se tale frase fosse uno slogan o una preghiera.

Non è, dunque, tanto l’idea ridicola di qualche militante leghista a destare scandalo, quanto l’apparente visione trasognata dei militanti del Sud che, non solo abbracciano un partito nato contro il loro interesse, ma lo difendono pure cercando di storpiare la storia stessa di quel partito che non è mutato affatto negli anni, eccezion fatta per il nome: da Lega Nord a Lega con Salvini.

Basta questo a far dimenticare ogni cosa e far sì che migliaia di meridionali lo votino?

Sì, basta questo evidentemente.

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