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sabato, Luglio 27, 2024
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Condarcuri: “Caro Vito, la visione in politica è tutto”

Rosario Vladimir Condarcuri risponde a Vito Pirruccio, ed al Capogruppo PD in Consiglio comunale di Siderno, Giusy Massara in merito all’articolo sulla memoria e la Brattea aurea.

Buonasera caro Vito,

Ho letto con attenzione la tua risposta e non voglio far diventare questo nostro scambio di opinioni una telenovela. Di base rimane un fatto, da osservatore e operatore culturale, come mi definisci tu, ho visto un grande incongruenza nelle azioni di chi ha organizzato e dopo aver comunque plaudito l’iniziativa ho scritto delle legittime domande. Ho aperto un confronto, una discussione dove alla fine posso pure avere torto ed avere l’intelligenza di ammetterlo, ma comunque ne possiamo uscire tutti più ricchi culturalmente parlando. In fondo questo è il nostro ruolo nella società.

Ti chiarisco alcune cose che forse non erano abbastanza chiare. Il termine forestiero, era un vezzo che mi ha trasmesso il caro Nicola Zitara, allorquando scrisse un bellissimo articolo se non ricordo male con questo titolo, “Siderno è governata dai forisi”, la provocazione era tutta linguistica per gli ultimi sindaci di quel periodo erano stati Luciano Racco, Mimmo Panetta e Alessandro Figliomeni, tutti e tre nati i primi due a Donisi e il terzo alla Lamia da un capo circolo comunista. Naturalmente il titolo era una provocazione perché erano tutti e tre fieri sidernesi, ma lui voleva esplicitare che la visione di Siderno era incompleta senza inserire pure le contrade che molto contributo davano alla causa. Forisi veniva appunta da fuori citta, cioè forestieri. Ma come vedi parte attiva della città, per cui non era assolutamente offensiva nelle mie intenzioni.

Nè tu nè al Capogruppo PD in Consiglio comunale di Siderno avete voluto parlare della parte del mio appello in cui facevo riferimento a quello che tu definisci, “ville, mandorli e botanica varia”, ma purtroppo la questione “Minigolf” brucia e fa male a molti che, in quel luogo, hanno trascorso la loro fanciullezza, che hanno ricordi legati a quelle “buche”, dove sono nati e finiti amori, in cui si trascorrevano le serate con gli amici o passavano le estati gli “sbarroti”. Un luogo che poteva diventare moderno mantenendo la memoria è stato raso al suolo e con lui la memoria che quel luogo rimandava. Questo è la sciagura politica che io cercavo di mettere in evidenza. Nessuno potrà far tornare la buca dieci o le altre buche, mentre sarebbe bastato poco per ricostruire un luogo lasciandole vivere ancora insieme ai ricordi.

La visione in politica è tutto, chi fa politica deve riuscire a vedere quello che potrà essere meglio per tutti i cittadini, qui invece a mio modesto avviso si sta lavorando senza visione. Questa era la mia denuncia, non gli stranieri o i forestieri.

Saluti cari, alla prossima occasione per parlare di sviluppo e memoria.

Ps: Le risposte alle testate giornalistiche su possono riceve o leggere, ma non pubblicare prima della testata, perché indirizzate appunto alla testata. Ma per qualcuno le regole sono solo per gli altri

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