fbpx
giovedì, Aprile 25, 2024
spot_img
HomeCalabriaCosa resta dell'UDC in Calabria?

Cosa resta dell’UDC in Calabria?

L’analisi pungente e puntuale di Vincenzo Speziale al quale abbiamo consigliato di scrivere più spesso, lui ci ha accontentato. Il suo sottotitolo era “la segnalazione al prefetto di Reggio Calabria per non dire più e peggio ancora”.

Da tempo, segnalo -con doloroso rammarico- criticità nell’UDC -soprattutto in Calabria, dove il Partito aveva un enclave positiva e proficua- e si ha, oggi, l’ennesima dimostrazione dei miei allarmi, non ingiustificati.

Purtroppo, i fatti sono ostinati -come ripeteva sempre qualcuno passato a miglior vita- però, pur conoscendo e ricordando il titolo di una nota trasmissione “Non è mai troppo tardi” – tra l’altro brillante esempio di servizio pubblico, ideata proprio dal Presidente Moro, quando era Ministro della Pubblica Istruzione nei Governi Zoli e Fanfani II- al punto in cui siamo giunti, verrebbe da parafrasare in “Non è mai troppo peggio”!

Difatti, la dettagliata ‘denuncia’, dei rieletti sindaci di Laganadi e Calanna (entrambi comuni della provincia di Reggio Calabria) e la loro relativa informativa -scritta di pugno, ancorché a quattro mani- al Prefetto, suscita desolante costernazione, senza indugiare oltre nel definire tale stato d’animo, per di più da un democristiano come me, il quale lo è, coerentemente -forse persino da prima della nascita- e pure geneticamente.

Ciò nondimeno, i due primi cittadini -i quali è bene ricordarlo, sono entrambi pubblici ufficiali- denunciano dettagliatamente e con millimetrica precisione, il comportamento avuto dall’UDC -di cui è Segretario Nazionale il mio caro amico, Lorenzo Cesa, ancorché incolpevole e assolutamente estraneo ai fatti di specie- e sempre l’UDC, sarebbe ‘responsabile’ di aver presentato liste discutibilmente composte e per di più composte con soggetti, apparentemente, ‘labili’, cosa che se fosse vera -ma lo dicono i due Sindaci, assumendosene la responsabilità, seppur a fronte di evidenze che hanno dato con dovizia di particolari, circa i quali è difficile sostenere come entrambi possano essere incorsi nell’apocrifo o nel mendace- dicevo se la cosa fosse vera, sarebbe disdicevole, abominevole, immonda e immorale (non solo per una formazione politica cristiana, bensì per tutti, atei compresi!).

Patti chiari e francamente parlando, trovo riduttivo -molto riduttivo, “mortificantemente” riduttivo!- riportare la tal presunta colpa, in capo al solo Commissario Provinciale dell”UDC reggino, ovvero Paolo Ferrara -che, per inciso, in quanto a ‘macchiettistiche uscite pseudo politiche’ ricorda le movenze e i risultati di Peter Sellers, nei panni dell’Ispettore Jacques Clouseau, nella “Pantera Rosa”- però assieme a costui, la vera responsabilità -essa si, politica- deve essere se non altro compartecipata anche con i suoi ‘dante causa’, ovvero il solito Sen. Antonio De Poli -noto, non per essere il Questore Anziano del Senato Repubblicano, bensì Perito Industriale…e ho detto tutto!- e il Segretario Amministrativo Nazionale dell’UDC, Calogero Di Carlo, grosso imprenditore (intendiamoci, grosso non per le fattezze fisiche, ma poi fate voi, se lo conoscete!), un tempo carabiniere -lui dice persino a Bovalino, ma io non lo ricordo- e in ogni modo la sua vita -al pari di tutti- è verificabile su Google.

Sono proprio questi due, spalleggiati da un presunto ‘graduato di operetta’ e un notorio trombone dalle plurime e ormai passate legislature parlamentari (il quale ancora non si rassegna al fatto di non aver voti, bensì vuoti – non solo di memoria- ma di risultati, ancorché scarsi e sulla pelle altrui -sara` la propria prole?), dicevo come siamo questi, i responsabili -politicamente parlando- di uno scempio simile, da definire pactum sceleris, ai danni di una storia, una bella storia, cioè quella democristiana e -forse?- di Lorenzo Cesa, ripeto, a mio avviso incolpevole e per mia conoscenza non gestore delle province calabre.

Si fa di questo Partito o di quel che resta, un feticcio in luogo ad un miserevole simulacro, poiché -sempre stante ciò di cui parlano, in piena responsabilità i due sindaci- ‘manipolare’ gente in cura da psicologi e inserirli in liste ‘copia incolla’, in Comuni da amministrare e nei quali vivono cittadini desiderosi di essere -giustamente!- amministrati, è disdicevole, punto.

Vi sono, pure, foto sorridenti del De Poli (di cui prima e, speriamo, non del di cui dopo!), Il quale si fa ritrarre con i candidati ‘civetta’ uddiccini di Calanna e Laganadi, propiziati dal suo ‘protetto’ Ferrara, quest’ultimo, a sua volta -e, da parte mia senza cattiveria, ma “sconsolazione” viene visto come ‘l’uomo che volle farsi politico e non re’, nonostante sia stato egli stesso a sostituire una persona sensibile e perbene, quale è, universalmente, riconosciuto Paolo Arillotta, nelle funzioni e vesti di Segretario Provinciale di Reggio Calabria, dove, proprio Arillotta, avrebbe non solo consentito, ma nemmeno pensato, obbrobri ‘similis et hoc’.

Purtroppo, stiamo a riproporre, la ‘quaestio’ che ribadisco pedissequamente e reiteratamente da tempo, ovvero un UDC in mano a De Poli e Di Carlo -per esperienza personale e comprovate prove a mia disposizione, già divulgate- notoriamente adusi alla bugia ed entrambi oggi, responsabili di ciò, non tanto ai miei occhi -e ove mai ci fosse, alla loro coscienza- bensì al giudizio della pubblica opinione e del popolo sovrano.

Che vergogna!

 

Vincenzo Speziali

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI
- Spazio disponibile -

Le PIU' LETTE

- Spazio disponibile -