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Covid: dilaga in Calabria, ma nessuno si muove

A distanza di una settimana, senza fare allarmismi ma senza nemmeno mettere la testa sotto il tappeto, siamo costretti a ritornare sull’argomento COVID. In Calabria qualcuno ha contezza di quello che sta accadendo? Restiamo solo all’ultimo bollettino noto al momento in cui scrivo: tasso al 30 per cento, 3452 nuovi casi, 11 morti, 5 nuovi ingressi in reparto e 1 in intensiva. Basta fare come gli struzzi, qualcuno dica una parola! Qualcuno faccia finta di non fare l’allarmista, ma dica e soprattutto faccia!

A distanza di una settimana, senza fare allarmismi ma senza nemmeno mettere la testa sotto il tappeto, siamo costretti a ritornare sull’argomento COVID, del quale non parla quasi più nessuno, presi come siamo dalle analisi ponderose di geopolitica (sigh).

Eppure il COVID non solo non è sparito in Europa, in Italia, nel Sud, ma in Calabria viaggia a ritmi folli di 4-5 mila contagi in più al giorno e ricoveri (per fortuna non in terapia intensiva) negli ospedali, dove peraltro il virus sta prendendo piede e dove le condizioni sono note (o dovrebbero essere) a tutti.

Ma, ripetiamo, non pare che questo argomento interessi seriamente a qualcuno. Siamo a pochi giorni dalla fine dello stato d’emergenza, da Roma Draghi e Speranza dispensano ottimismo, ma se questi dati fossero stati diffusi, che so, sei mesi fa mi chiedo cosa sarebbe accaduto!

Qui in Calabria, invece, dalla task force che la Regione ha messo al lavoro due anni fa e che il presidente Occhiuto ha praticamente riconfermato in toto c’è chi, come detto, invita a non fare allarmismi. Mi chiedo se i dati della diffusione del contagio e le situazioni nei vari ospedali costoro li conoscano.

Del resto che i paesi europei stiano attuando un allentamento delle restrizioni anti Covid troppo “brutale” non lo pensiamo solo noi, ma è di questa opinione il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge il quale proprio ieri, durante una conferenza stampa tenuta in Moldova, ha detto che “18 Paesi su 53 della nostra Regione europea hanno visto un aumento di Covid-19 nella scorsa settimana, mentre la mortalità sta ancora diminuendo”. Fra i Paesi in cui si registra un aumento ci sono “l‘Italia, il Regno Unito, la Francia, la Germania e altri”. Due ragioni, per Kluge, sono dietro questo fenomeno: da un lato la variante BA.2, detta anche Omicron 2, del virus SARS-CoV-2, che è molto più trasmissibile delle varianti precedenti, benché – ha aggiunto – non sia più grave. Dall’altro il fatto che alcuni Paesi “stanno allentando le restrizioni in maniera brutale. Da troppo a troppo poco”.

Kluge ha poi aggiunto che “dovremo convivere con Covid-19 per un certo tempo, ma questo non significa che non possiamo uscire dalla pandemia”. Uno studio inglese ha mostrato che in media ci vuole meno tempo, perché una persona infettata con Omicron 2 ne infetti un’altra rispetto alle varianti precedenti. E uno studio effettuato a Hong Kong mostra che durante un focolaio di Omicron 2 in un condominio, il contagio raddoppiava ogni 1,28 giorni.

Lasciamo le domande, che sono numerose, agli esperti: il vaccino protegge contro questa nuova variante? E l’immunità acquisita con una infezione precedente protegge? Inoltre, la malattia causata da Omicron 2 è più o meno grave rispetto a quella causata da Omicron 1? Kluge nel suo intervento ha suggerito 4 mosse per uscire dalla pandemia che si possono aggiungere alla richiesta della comunità scientifica rivolta a chi si occupa dei vaccini: proteggere i vulnerabili, rafforzare i sistemi di sorveglianza e sequenziamento dei virus, avere accesso ai nuovi antivirali, occuparsi del carico long Covid e del carico sulle altre patologie.

Il punto centrale per noi resta, però, quello segnalato all’inizio: in Calabria qualcuno ha contezza di quello che sta accadendo? Restiamo solo all’ultimo bollettino noto al momento in cui scrivo: tasso al 30 per cento, 3452 mila nuovi casi, 11 morti, 5 nuovi ingressi in reparto e 1 in intensiva. Basta fare come gli struzzi, qualcuno dica una parola! Qualcuno faccia finta di non fare l’allarmista, ma dica e soprattutto faccia!

I posti letto in Terapia Intensiva non sono saturi, ma io – dice Rubens Curia, medico e grande esperto di sanità- penso che ciò accada perché abbiamo una serie di farmaci e maggiori conoscenze in merito al Covid -19.

Ciò che deve richiamare la nostra attenzione, a mio parere, è l’elevata occupazione dei posti letto nelle Terapie Subintensive in Calabria (34%) che è dovuta al fatto che nella nostra Regione il 54% degli over 65 anni ha dichiarato nel 2019 di soffrire di una patologia cronica grave, a ciò, aggiungi, che occupiamo il primo posto con il 35% degli over 65 con almeno una limitazione funzionale grave, contro il 28,4 % della media nazionale. Potrei proseguire con il descrivere un profilo epidemiologico della popolazione calabrese abbastanza serio che favorisce l’ospedalizzazione delle persone contagiate. Altro aspetto fondamentale, è la preoccupante percentuale di over 50 non vaccinati su cui bisognerebbe fare opera d’informazione da parte dei medici di Medicina Generale.

Certamente, non aiuta il deprecabile clima del “tutti liberi” che ormai si è affermato in Italia, ed in Calabria.

Nelle prossime settimane, dovremo valutare l’impatto dei 75.000 ucraini che, fino ad ieri, sono giunti nel nostro Paese la cui stragrande maggioranza non è vaccinata.

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