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Dieci minuti di applausi per “Il buco” di Frammartino

Dieci di minuti di applausi per la proiezione ufficiale de “Il buco” di Michelangelo Frammartino, secondo dei cinque italiani in gara per il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

Ieri, alla mostra del cinema di Venezia, ci sono stati una decina di minuti di applausi e molta commozione in Sala Grande per la proiezione ufficiale de “Il buco” di Michelangelo Frammartino regista originario di Caulonia,  secondo dei cinque italiani in gara per il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

Il film è la ricostruzione dell’incredibile impresa di un gruppo di speleologi del Nord Italia nel 1961 che, partendo da una Milano in pieno boom economico, si diresse nell’arcaico Sud, sfidando le leggi dello spazio e del tempo. Il buco del titolo riferisce all’Abisso del Bifurto, una grotta profonda 687 metri, nel cuore ruvido del Pollino calabrese, conosciuto e abitato solo dai pastori locali. L’idea del film nasce dall’incontro del regista con alcuni speleologi già mentre lavorava al film “Le quattro volte”, ed è stata governata fin dall’inizio dalla paura, confessata da Frammartino stesso: “Ho sempre temuto la verticalità, le altezze mi creano fobie, quindi ho avuto molta paura all’inizio, temevo la corda, non solo quella fisica a cui ero appeso durante le riprese, si spezzasse, ma nonostante tutto il progetto continuava e quindi ho capito che dovevamo realizzarlo”.  Al film hanno assistito proprio due dei veterani che nel 1961 calandosi nell’Abisso del Bifurto in Calabria, a 700 metri sottoterra, scoprirono l’allora seconda grotta più grande del mondo: Beppe De Matteis, 86 anni, e Giulio Gecchele, 84, che durante la proiezione si sono commossi.

La soddisfazione di Gianvito Casadonte, fondatore e direttore Magna Graecia Film Festival: “La Calabria e i suoi talenti hanno conquistato un posto di rilievo alla Mostra di Venezia. Ancora una volta ad incantarci, 11 anni dopo “Le quattro volte”, è lo sguardo profondo e poetico di uno straordinario regista come Michelangelo Frammartino. E chiunque ami il Cinema con la C maiuscola, non può non amare la bellezza e la ricercatezza delle immagini offerte da Michelangelo. Con un pizzico di orgoglio, senza provincialismo, possiamo esaltare la vera “Calabresità”, perché Frammartino porta nel mondo lo spirito, il sentire, il cuore, che batte forte, della nostra terra. Sono davvero felice per Michelangelo, che ha realizzato un altro capolavoro con il dono dell’arte, e spero che presto il suo lavoro potrà’ essere visto e apprezzato nella magia della sala. La Calabria, con la forza delle proprie radici, può guardare al futuro riscoprendo i suoi tesori”.

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