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giovedì, Ottobre 10, 2024
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È polizia locale, non “Morale

Mario Alberti

Il fatto. Anzi, il fattaccio.
Alcuni agenti di Polizia Locale prendono ripetutamente a colpi di manganello una persona seduta su un marciapiede. Sarebbe più corretto dire “caduta”, per come si vede nel triste video.
Non siamo nei regimi fascisti dell’America latina degli anni Settanta, né in Iran, adesso.
È polizia locale, non “Morale”.
Ma questa troppo equivocata parola ci entrerà ugualmente, in questa triste storia.
Non so francamente cosa abbia fatto quella persona, che sia trans o altro poco conta, per essere ripetutamente manganellata dagli agenti della Polizia Locale di Milano.

Aver commesso un reato prevede arresto, rinvio a giudizio, condanna, se colpevoli.

Non credo preveda, sit e simpliciter, pene corporali seduta stante.

O forse no?

O forse qualcosa è cambiato e non ce ne siamo accorti?

È più che certo che siamo dentro una deriva da ventennio fascista.

Il fascismo 2.0 si declina attraverso un sentire di una parte di popolazione che per mentalità securitaria, o nostalgia di un periodo mai vissuto, approva, o quantomeno non disapprova, gesti di violenza dello Stato.

Specie se questi gesti di violenza vengono perpetrati nei confronti di persone ritenute un rischio alto per la “moralità” dell’Italia.
Per cui prostitute, trans, migranti, tossicodipendenti sono gli elementi di devianza dalla normale moralità della Nazione.

E quindi una manganellata ad un trans si può ammettere.

Certo, non sono gigli, come cantava Faber, ma sempre figli, vittime di questo mondo.
In questo verso di poesia in musica ci sta, verso la fine, la corretta visione delle cose.
Le vittime di questo mondo che vengono elette carnefici.
Umberto Eco ebbe a scrivere, in tempi non sospetti, degli archetipi dell’ Ur-fascismo, ovvero tutti i segnali che riportano ad una “ricostituzione cognitiva ” del pensiero che impose all’Italia un periodo tra i più tragici della propria storia.

Il fascismo eterno, si chiama il libro.

Ne consiglio la lettura, tenendo conto che è stato scritto in tempi distanti dall’attuale, ma caratterizzati da primi segnali.

Tuttavia, tempi in cui la Politica non temeva di dover pronunciare la pronunciare la parola fascismo, e non si pensava che la Costituzione, non citando direttamente il fascismo, l’avesse seppellito.

Di fatto, lo vieta.
A volte vittime di questo mondo confuse con carnefici lo diventano anche i nostri giovani, ritenuti smidollati, a differenza dei giovani che vivevano in quel periodo indefinito ed estremamente soggettivo che viene definito come” una volta, o ai miei tempi “.
E se non vengono manganellati, come comunque qualche volta accade, vengono quantomeno disprezzati se osano protestare per il caro affitti, che vuol dire speculare su un loro bisogno ed un loro diritto.

Magari, come dicono gli ur-fascisti, magari inconsapevoli, potrebbero studiare a casa loro.
Ma questa è un’altra storia. Ne parleremo dopo.

 

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