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lunedì, Aprile 29, 2024
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Ennesima assoluzione per Mario Oliverio

Rimozione di Mannarino da Fincalabra, assolto l’ex governatore Mario Oliviero. La sentenza, emessa dal tribunale collegiale di Catanzaro, è arrivata nella serata di ieri, allorquando il collegio giudicante ha accolto la richiesta assolutoria avanzata dagli avvocati Enzo Belvedere e Angela Caputo, difensori del politico.

Secondo la pubblica accusa Mario Oliverio avrebbe procurato a Mannarino un danno ingiusto, consistente nelle retribuzioni non percepite per il periodo in cui vi avrebbe avuto diritto, oltre al danno curriculare. Pregiudizio, affermava la pubblica accusa, da considerarsi ingiusto poiché la rimozione era stata attuata col deliberato scopo di perseguire quelle finalità privatistiche che collocano l’esercizio della funzione in violazione dei criteri di imparzialità e di buon andamento dell’attività amministrativa, nella specie con la specifica volontà di rimuovere in soggetto sgradito.

I fatti risalivano al 2014 quando, a seguito di partecipazione alla selezione pubblica per titoli, Mannarino era stato nominato presidente del CDA di Fincalabra Spa, per tre esercizi e con scadenza alla data dell’Assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio relativa al terzo esercizio della carica.

All’esito della nomina a presidente della Regione Calabria di Oliverio era stata attivata la procedura di spoil system e Mannarino veniva dichiarato decaduto dalla carica ricoperta.

Sembrerebbe che il presidente di FinCalabra avevesse giocato in borsa quasi 50 milioni di euro di soldi pubblici che dovevano essere investiti per le  PMI (piccole e medie imprese). Il presidente della regione, appena insediato venne a conoscenza di questa grave situazione grazie a una relazione consegnatagli dal cda di Fincalabra. A quel punto non potè fare altro che sollevare subito il presidente da quel ruolo e avviare una contrattazione per salvare il salvabile. Recuperò la quasi totalità della somma, con una stretta collaborazione di Carmelo Salvino, registrando solo una perdita pari a un milione e 600 mila euro dalla intera somma.

Mannarino aveva presentato, quindi, immediato ricorso al TAR che, sollevata la questione di legittimità costituzionale, rimetteva gli atti alla Consulta e, previa sospensione del provvedimento della Regione Calabria, reintegrava di fatto Mannarino nelle funzioni di presidente del CDA di Fincalabra. Una decisione, quest’ultima, che veniva confermata anche dal Consiglio di Stato che rigettava l’appello presentato dalla Regione Calabria.

 

Nonostante ciò, a novembre del 2015, Mannarino si vedeva recapitare una lettera a firma Oliverio con la quale lo si metteva al corrente della sua rimozione dalla carica di Presidente e componente del CDA (che si sarebbe maturata solo alla fine del triennio), con successiva nomina in sua vece di Carmelo Salvino, sulla base di una interpretazione dello Statuto regionale, confermata come assolutamente distonica rispetto al dettato normativo e forzata. Tutto ciò è stato ritenuto legittimo da parte del tribunale di Catanzaro, riconoscendo ad Oliverio la legittimità dell’operato amministrativo. Una nuova sentenza che a favore dell’ex presidente della Regione Calabria, finito dal 2018 in poi in un tunnel politico-giudiziario, dal quale ne esce poco alla volta a testa alta. Mannarino si era costituto parte civile nel processo, mentre in un altro procedimento penale si trova a giudizio per peculato avendo sottratto a Fincalabra, secondo l’accusa, alcuni milioni di euro.

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