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domenica, Aprile 28, 2024
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Festival dei suoni calabresi: ecco date e eventi

Il Festival dei suoni calabresi trae ispirazione dalle segnaletiche autostradali del
mediterraneo: “Sulle orme di Bacco e Cerere”. L’idea è quella di considerare il festival come
il filo di Arianna, un “filo” conduttore della musicalità calabrese, che partendo dal Pollino
attraversa il Monte Poro, le Serre, la costa Jonica fino ad arrivare alle pendici
dell’Aspromonte. Il Festival nella sua prima edizione, si prefigge di mettere radici nella
cosiddetta tradizione per poi svilupparsi nella qualsivoglia musicalità (rock, pop, blues, jazz,
lirica, elettronica, varie ed eventuali) che trae origine da mani e voci made in Calabria.

L’edizione 2020-2023 propone tre serate:

Giovedi 14 settembre Cusato-Tropepe duo (costa Jonica e Tirrenica), una unione delle
singole esperienze di due musicisti straordinari, che parlano di blues, di tradizione popolare,
ritmi africani, dando origine ad un connubio di suoni che toccano l’anima, viaggiando nel
tempo e nello spazio alla ricerca di terre “così lontane così vicine, dal Mississipi
all’Aspromonte, passando per il Mali”.

Venerdì 15 settembre Gaudio-Pace duo (passione meridionale, ai confini tra la Calabria e
la Lucania), un concerto in cui la protagonista principale è la fisarmonica diatonica. Sotto la
direzione artistica del maestro Riccardo Tesi, il duo elabora musiche originali ricreate nel
contesto della tradizione popolare lucana calabrese e campana, senza tralasciare il tango
argentino e i ritmi dispari articolati, dando sfogo alle più ampie immagini e colori popolari.

Sabato 16 settembre Peppa Marriti band (Santa Sofia D’Epiro-CS), il primo gruppo a
coniugare il Rock di impronta americana, con la tradizione musicale e culturale Arberesh,
dalla quale riprendono i canti tradizionali popolari, chiamati Vjersh e sonorità balcaniche
accentuate dall’uso del violino, con l’intento, attraverso la musica ed i ricordi per le origini,
di dare dignità a quelle persone che vivono ai margini della società, isolate invece che di
essere aiutate. Dare voce agli ultimi, agli emarginati, a tutti quelli subiscono una caduta e
stentano a rialzarsi.

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