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Fratel Cosimo: “Cerchiamo di vivere la quaresima come percorso di conversione e di preghiera”

Incontro di preghiera molto partecipato, sabato 5 Marzo u.s. presso il santuario diocesano Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica. Molto significativa e illuminante, l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, che ha pure elevato una preghiera di intercessione per la guarigione dei malati e dei sofferenti.

Qui di seguito, riportiamo, integralmente, la catechesi di Fratel Cosimo: “Cari fratelli e sorelle, un cordiale benvenuto a tutti voi nel nome del Signore! Dal giorno 2 marzo, mercoledì delle ceneri, abbiamo incominciato il tempo di quaresima, tempo per noi favorevole, il quale ci aiuta a crescere nella fede, nei rapporti umani con il nostro prossimo e allo stesso tempo a rinnovarci spiritualmente. Il percorso del cammino quaresimale dovrebbe anche portarci a riflettere sul serio su quanto sta scritto nella Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi e cioè: “Gesù umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. Gesù Cristo è morto per noi sulla croce, per la nostra salvezza. La riflessione è necessaria perché ci induce a raggiungere una vera conversione del cuore e divenire più docili e disponibili nell’accogliere e vivere la Parola del Signore. Quindi cerchiamo di vivere la quaresima come percorso di conversione, di preghiera e di condivisione con i nostri fratelli e le nostre sorelle, affinché cresca in noi lo spirito di una vera fraternità cristiana. La Madonna ci accompagni in questo cammino penitenziale, perché possiamo entrare in una comunione sempre più intima e personale con il Signore, la quale ci consentirà di vincere il male che spesso ci assale nel cammino della vita. Ora in un clima di silenzio esteriore e interiore vogliamo ascoltare dall’Evangelista Luca c. 4 dal v. 1 al v. 4 il racconto riguardo la tentazione di Gesù nel deserto. “Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane. Gesù gli rispose: Sta Scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”. Fratelli e sorelle, Luca, oltre ad essere apostolo, era anche medico e autore di questo Vangelo che abbiamo ascoltato. Attraverso la sua descrizione, egli ci mette a conoscenza che Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò di sua iniziativa dal fiume Giordano, nelle cui acque da poco aveva ricevuto il battesimo. Ora cosa succede: Gesù viene condotto dallo Spirito nel deserto della Giudea per un periodo di quaranta giorni, e lì viene tentato, messo alla prova dal diavolo. Quindi lo Spirito Santo di cui era pieno, lo condusse nel deserto, ma allo stesso tempo lo sostenne nel momento in cui si presentò il maligno tentatore. Gesù rimase nel deserto quaranta giorni senza mangiare. Se ci pensiamo un po’, un uomo non può rimanere più di quaranta giorni senza mangiare. Ma chiediamoci: Perché quaranta giorni?  Molto probabilmente potremmo interpretare il numero dei quaranta giorni come un tempo di prova. Comunque, alla fine di quei giorni, Gesù ebbe fame e il diavolo, guarda caso, scelse proprio quel momento per tentarlo. Il diavolo dunque sapeva che Gesù era il Figlio di Dio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di a questa pietra che diventi pane”. E Gesù gli rispose citando subito un versetto della Scrittura contenuto nel Libro del Deuteronomio c. 8 v. 3, il quale dice: “Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna che tu non conosci e che neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore”. Gesù dunque, affrontò la tentazione del maligno difendendosi con la Parola di Dio. Miei cari in Cristo, il diavolo come tentò Gesù così tenterà più facilmente anche noi al tempo d’oggi, e una delle nostre tentazioni sapete quale potrebbe essere? La tentazione di vivere per la propria gratificazione, cioè per il piacere dei desideri materiali e allo stesso tempo anche di scegliere una via facile e comoda che come dice nel Vangelo di Matteo al c. 7 v. 13 – 14, porta alla perdizione e molti sono quelli che la percorrono. Mentre la via angusta, cioè stretta, conduce alla vita. Domani è la prima domenica di quaresima, tempo forte, il quale esige da ciascuno di noi degli impegni di vita cristiana. La quaresima è un tempo particolare, un tempo propizio per rinnovarci interiormente, un tempo per purificarci dalle scorie del peccato e rinnovarci e fortificarci nello spirito e nel corpo. Solo così possiamo resistere e vincere, come Gesù nel deserto, le tentazioni del nemico. Dice San Giacomo Apostolo nella sua Lettera al c. 4 v. 7: “Sottomettetevi dunque a Dio, ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi”. Ecco ciò che dobbiamo fare! Siamo chiamati a sottometterci in umiltà al Signore e resistere al diavolo. E di fronte a tale comportamento, egli fuggirà da noi, proprio come ha fatto con il Signore Gesù. E concludo con le parole della Lettera dell’Apostolo Giacomo al c. 1 v. 12: “Beato l’uomo che sopporta la tentazione, perché una volta superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha promesso a quelli che lo amano”. La Vergine Santissima Immacolata, Nostra Signora dello Scoglio, che ha schiacciato la testa all’antico serpente chiamato diavolo e satana, ci aiuti ad essere sempre vincitori nel duro combattimento della vita e nelle molteplici tentazioni che si presentano nel cammino della nostra esistenza sulla terra. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo.”

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