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Ginevra era nata per la vita

Ginevra, una bambina sana e bella di appena due anni è morta a causa del Covid. È successo in Calabria, una Regione non attrezzata per curare i bambini in caso di malattie serie. Sia chiaro, non accuso nessuno, ma quella bambina era nata per la vita. Se riuscissimo a conservare l’immagine di Ginevra sorridente nella nostra memoria forse saremmo più responsabili per il futuro.

Ginevra, una bambina sana e bella di appena due anni di Mesoraca è morta a causa del Covid. È successo in Calabria, ed è successo ad una bambina che non non aveva altre malattie.

Ad ucciderla è stato il virus e solo il virus.

Ciò detto, qualche riflessione è giusto farla.

La Calabria non è attrezzata per curare i bambini in caso di malattie serie. Il nostro punto di riferimento più vicino è “Il Bambino Gesù” e non si trova proprio dietro l’angolo.

Eppure i bambini sono la parte più importante e più fragile della nostra società

Ora, aldilà della piccola Ginevra, dovremmo capire perché è successo.

Sono mancati i soldi necessari?

Non è così… anzi è così, ma per scelte ed inadeguatezza delle classi dirigenti. Non ho le capacità di inoltrarmi nelle grande dibattito politico nazionale e tantomeno in questioni di macroeconomia, ma è dimostrato da rigorosi studi che tra il 2013 ed il 2020 il Sud ha perso 18 miliardi di euro.  Sono stati “tagliati” affondando la lama nel burro, senza incontrare “resistenza” ne in Parlamento, ne  dà parte delle Istituzioni regionali e locali o da parte dei partiti e dei sindacati.

Parole tante, ma nessuna capacità di trasformare i discorsi in una seria trattativa tra il popolo meridionale e i centri decisionali dello Stato e della UE.

Se dici “sono stati tagliati i fondi” dai l’impressione di parlare di una noiosa pratica burocratica, ma se incominci a tradurre il linguaggio si capirà che in verità hanno tagliato terapie intensive,  reparti strategici per la nostre salute, piani di recupero per il nostro patrimonio abitativo dei nostri centri storici, ferrovie, strade, salvaguardia dei boschi, recupero dei terreni agricoli, il discorso cambia. E diventa POLITICO.

Qualcuno dovrebbe rispondere di tale inadeguatezza e di un tale sopruso ai danni della nostra regione e dei cittadini calabresi.

Invece, si continua sulla stessa strada anche con la nostra complicità… soprattutto di quanti avrebbero gli strumenti per reagire e non lo fanno.

Ciò incoraggia una spinta eversiva che scende dall’alto ed, a volte, dai punti nevralgici delle Istituzioni, sino a mettere in discussione la tenuta stessa della società.

Si sa, la Calabria è una terra povera in cui mancano i fondi per presidi di vitale importanza per la vita stessa i suoi cittadini.

È vero. Ma è vero pure che la Calabria è terra di privilegi vecchi e nuovi (ma decisamente antistorici ed anacronistici) che risucchiano in una spirale devastante e perversa la Cittadella regionale e le Istituzioni democratiche che i Costituenti hanno voluto come presidio dei diritti inalienabili dei cittadini e che nel tempo si sono trasformati in un avamposto del privilegio.

Non ne faccio una questione morale.

Non metto sotto processo i singoli, mi limito a constatare che ad ogni privilegio dei pochi si rinuncia ad una “terapia intensiva” per la salvaguardia d’una vita.

Ovviamente il riferimento alla terapia intensiva è casuale, ma richiama alla memoria il dramma di Ginevra.

Siamo uomini, siamo imperfetti, ricerchiamo privilegi e comodità, rifuggiamo dai sacrifici.

La politica parte da ciò che siamo e non fa prediche morali, ma ha il compito di mediare tra il nostro egoismo, i nostri interessi individuali ed i bisogni dell’intera società.

Quando tale mediazione non avviene, la politica si trasforma in un teatro messo in scena per perpetuare la situazione esistente.

È successo recentemente quando il Presidente Mattarella dinanzi alle Camere ha ribadito la necessità di una radicale riforma della Giustizia, di una seria lotta alle disuguaglianze, del ruolo dei partiti.

Disuguaglianze di classe e disuguaglianze territoriali che sono sempre di più.

Ben 57 calorosi applausi hanno dimostrato la convinta adesione dei parlamentari. E proprio quegli applausi convinti trasformano la politica in teatro. Quegli stessi parlamentari siedono su quelle poltrone da  ben 4 anni, alcuni da molto più tempo. Senza generalizzare, una domanda è d’obbligo:perché non avete trasformato l’unanime entusiasmo verso le sacrosante parole di Mattarella in leggi dello Stato?

Giovedì dal Gianicolo sono stati sparati 24 colpi di cannone in onore al Capo dello Stato, hanno sfilato i corazzieri a cavallo, mentre gli alibardieri hanno presentato le armi. Non so se tutto ciò abbia ancora un senso.

Credo, però, che lo Stato si legittimi molto di più con una radicale riforma della giustizia che impedisca ad alcuni PM di spendere fiumi di soldi pubblici in pubblicità e, ancora di più, con una adeguata riforma sanitaria che impedisca il ripetersi di casi simile a quello di Ginevra. Sia chiaro, non accuso nessuno, ma quella bambina era nata per la vita… Se riuscissimo a conservare l’immagine di Ginevra sorridente nella nostra memoria, forse saremmo più responsabili per il futuro.

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