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lunedì, Maggio 6, 2024
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Gli eroi

È utile ringraziare tutti quelli che senza il conforto del guadagno economico provano a fare cultura della nostra terra. Non vi è altro strumento per arrivare alla coesione che leggere, scrivere, dipingere, cantare e suonare e prendersi cura delle cose di tutti.

Mario Alberti

Gli eroi, quelli veri, quelli nascosti nelle immobili e noiose pieghe delle giornate che passano, sono le persone che ad un certo punto della loro esistenza decidono di prendersi cura del bene comune.

Bonari egoisti, perché sanno che un parco, una via, una casa di nessuno è la loro.

Anche la loro.

E gli altri non lo sanno.

I nostri eroi non sanno di esserlo, perché portano le loro utopie sulle spalle, con leggerezza.

Anzi, naturalezza, perché questa gente non sa che possa esistere una vita diversa, meno impegnata e più rivolta al profitto personale.

La vita prevalente.

Quelli che sanno come vivere e non si trovano mai in difficoltà, perché pianificano l’esistenza senza scossoni, non appaiono ma neanche scompaiono.

Quelli che ad un palmo dal mio sedere dove piglia piglia.

Inconsapevoli che le schegge della bruttezza e del disimpegno arrivano ovunque.

Anche dove sta il sedere ritirato.

E poi ci sono gli utopisti.

Quelli che adottano un bene comune per non farlo perdere, come spesso accade, appunto, ai beni comuni, rimettendoci anche un po’ del poco che hanno.

Quelli che li vi organizzano cultura, perché sanno che la bellezza consente una vita migliore a tutti e quando si vive meglio, tutto può accadere.

E lo fanno a dispetto di tutti quelli che li criticano ritenendoli persone poco concrete, idealisti, dispensatori di inutile poesia.

E si, ho sentito con le mie orecchie, nonostante i filtri, definire poesia come sinonimo di inutilità.

Tu fai solo poesia…

Magari, direi…

Pazienza, non arrabbiamoci, si vede che occorre far poesia sempre più forte, affinché la sentano orecchi intasati dal cerume dei luoghi comuni.

Non dei beni comuni, che sono altra cosa.

Pessoa scriveva che il sognatore è in realtà il vero uomo pratico, perché non percepisce confini, limiti, ostacoli.

E quindi tutto può fare, e tutto può accadere intorno a lui.

Questa lunga premessa e come si usa scrivere nel linguaggio formale di sapore giuridico, che fa parte integrante del testo, per ringraziare tutti quelli che senza il conforto del guadagno economico provano a fare cultura della nostra terra.

Non vi è altro strumento per arrivare alla coesione che leggere, scrivere, dipingere, cantare e suonare e prendersi cura delle cose di tutti.

Tutta roba tipo l’aria, che non si vede, non si percepisce, tranne quando manca.

E nei luoghi dove manca la cultura manca l’aria.

Dove c’è, l’aria è buona.

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