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I Lidi – Le Orchestre e i complessi della Locride

Nella Locride, degli anni ’60, avvengono veri cambiamenti, sia nel modo di vestire, sia lo stile di vita dei Figli dei fiori. Nascono i Lidi e i camping: Afrodite e Calypso a Caulonia Marina, Punta Stilo a Monasterace, Ala Bianca a Roccella Jonica, La Playa a Locri e Il Lido dei Sogni; infine, Siderno dove si svolgono manifestazioni legate al periodo estivo. Su questo argomento “I Lidi – Le Orchestre e i complessi della Locride” (La Beat Generation) di Ernesto Papandrea, Città del Sole edizioni, è un’opera unica nel suo genere e merita un riconoscimento speciale.

Sono gli anni ’60. Nelle stagioni estive, il tormentone che accompagna la calura quotidiana delle radio e dei Juke – box:” Una rotonda sul mare”, interpretata da Fred Bongusto. “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, si organizzano kermesse musicali di richiamo popolare: “Un disco per l’estate”, “Il Cantagiro”, “Il Festivalbar”, la moda del momento è quella dei capelli lunghi (capelloni). La giovane ragazza beat Caterina Caselli rompe gli schemi tradizionali cantando il brano “Nessuno mi può giudicare” e successivamente “Insieme a te non ci sto più”, una canzone scritta da Paolo Conte, testo moderno e anticonformista per l’epoca.

Nella Locride in quegli anni avvengono veri cambiamenti, sia nel modo di vestire, sia lo stile di vita dei Figli dei fiori (Flower Power). Nascono i Lidi e i camping: Afrodite e Calypso a Caulonia Marina, Punta Stilo a Monasterace, Ala Bianca a Roccella Jonica (uno dei primi della Locride), La Playa a Locri e Il Lido dei Sogni. Siderno, dove si svolgono manifestazioni legate al periodo estivo: “Miss Bellezza”, sfilate di moda, e giù fino alla punta dello stivale Ardore, Bovalino, Bianco, Africo con il “Lido La Scogliera”, creato agli inizi degli anni ’60 da Filippo Marafioti e provvisto di pista da ballo con il Juke – box, in più il ristorante e 12 stanze dove alloggiano i turisti. In questo bellissimo scenario, si esibisce l’Orchestra locale “I Prepotenti”, con la voce di Tina Palamara. La “Beat Generation” contribuisce a spazzare via i vecchi repertori, favorendo così la nascita di complessi musicali, fenomeno in crescita anche nel lembo di terra della Locride. Si formano band dai nomi strani che danno vita ad una nuova energia Innovativa popolare: Olimpia, Le Tarantole, I Sadac, I Lupi, I Sonnambuli, I Jokers, I Pitagorici (alla metà degli anni ’60, a Samo, patria del filosofo Pitagora da cui presero il nome.) Ad Africo nel “66 si affaccia alla ribalta il gruppo musicale “I Prepotenti”, nome provocatorio, voluto per sfatare il mito che descrive gli Africesi come “montanari.” Chiamarsi “I Prepotenti” esprime la coraggiosa voglia di andare controcorrente.

Il gruppo era abbastanza numeroso:

Tina Palamara – voce

Giuseppe Ferraro – chitarra

Antonio Palamara – basso

Giuseppe Maviglia – sax contralto

Leo Morabito – batteria

Matteo Bonsignore – tastiere

Successivamente si unirono

Antonello Morabito e Gianni Favasuli.

“I Prepotenti” cantano nelle feste di piazza i successi di Gian Pieretti, di Morandi e altri. Organizzano per due anni consecutivi ad Africo nell’Oratorio, il Festival della canzone utilizzando la sala del cinema, presentatore Sebastiano Marte. La prima edizione vince Domenica Modaffari con il brano “E se qualcuno s’innamorerà di me”

Testo di: J. Van Wetter (1964). Dall’esperienza dei “I Prepotenti” si forma il gruppo “I Jonici”, gli stessi elementi con qualche aggiunta:

Rocco Palamara – chitarra solista

Franco Caminiti di Benestare,

Ugo Ammendolea di Bovalino al basso.

Tra la fine degli anni ’70, il padre di Tina Palamara (Giuseppe),fonda ad Africo l’ Associazione Lancia Artisti (ALA), la quale promuove un Festival musicale al Lido “La Playa” di Locri, presentato da Mike Bongiorno, la finalità della kermesse è l’inserimento dei giovani talenti nel mondo musicale.

Nella storia Africese niente stupisce, queste strade portano tracce di tempi migliori, di anni ricchi di vita, talenti e di presenza, tutto questo in un tempo lento e privo di comunicazione ma con tanta voglia di crescita sociale e individuale. Oggi, quelle stesse strade, sono non più meta ma deserto arido e collettivo.

Ci sono libri che sono una risorsa storica, e danno risposte a tante domande.

“I Lidi – Le Orchestre e i complessi della Locride” (La Beat Generation) di Ernesto Papandrea, Città del Sole edizioni, è un’opera unica nel suo genere e merita un riconoscimento speciale.

Maria Criaco

 

 

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