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martedì, Maggio 7, 2024
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I ragazzi dello Zaleuco in visita alle meraviglie di Reggio Calabria

Un’uscita didattica ricca d’interesse, quella vissuta dai ragazzi delle prime classi del Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, che hanno visitato le bellezze della Città metropolitana di Reggio Calabria, accompagnati dai professori: Alexandra Tino, Felicia Aiossa, Elisabetta Longo, Vincenzo Bruzzaniti, Francesco Spagnolo, Claudio Romeo, Teresa Condò e Maria Romeo. Gli studenti, come prima tappa, si sono recati al Castello Aragonese, principale fortificazione della città, che sorge nell’omonima piazza Castello. E’ considerato, insieme ai Bronzi di Riace, uno dei principali simboli storici della Città di Reggio. Dal 1956 ospita l’Osservatorio Nazionale di Geofisica. A seguire, la visita all’Odeion, un piccolo teatro di cui sono giunti a noi due gradini curvi, in pietra arenaria locale, suddivisi in due settori da una scaletta a cinque gradini. Oltre ad ospitare spettacoli musicali, si ritiene che l’Odeion potesse fungere anche da Bouleuterion, ovvero il luogo in cui si svolgevano le riunioni politiche. Alcuni autori storici, come ad esempio Plutarco, sostengono che fu teatro dell’Assemblea dei Greci del Sud Italia e della Sicilia, che si tenne nel 344 a.C, con lo scopo di stabilire le strategie comuni contro la minaccia cartaginese. Poi, è stata la volta delle Terme Romane. Dell’impianto originario, oggi, sono visibili: una vasca ellittica, per bagni caldi, preceduta da una serie di ambienti, tepidarium e calidarium; una vasca quadrata, per bagni freddi, ed un piccolo spogliatoio semicircolare, pavimentato a mosaico bianco e nero. Questo a testimonianza di una città importante, che seppe prosperare, quando iniziò a guardare in direzione del Mediterraneo, divenendo porta e bastione dello Stretto. E che dire delle “Mura Greche”? Un esteso tratto di cinta muraria ellenistica. L’ipotesi è che si tratti di mura costruite dopo la metà del IV secolo a.C, quando Dioniso II ricostruì la città di Reggio Calabria col nome di “Febea”, la città di Febo Apollo. Queste mura rappresentano una testimonianza storica importante, non solo della città, ma di tutta la civiltà classica in riva al Mediterraneo. Non meno affascinante l’Ipogeo di piazza Italia, dove nello spazio di sei metri sono riconoscibili undici fasi di edificazione, dall’età greca fino ai primi anni del XIX secolo. Nella stratificazione più profonda è stato rinvenuto un muro di notevoli dimensioni, che si pensa potesse appartenere ad un grande Tempio. Ad avvalorare tale ipotesi vi è anche la presenza, a circa quattro metri di profondità, di una massa metallica di circa due metri, che potrebbe costituire una delle statue di questo antico luogo di culto. La mostra “ I LOVE LEGO” ha conquistato l’interesse dei ragazzi, in particolar modo di quelli del corso di robotica. Essa è rivolta ad un pubblico variegato e si distingue per essere un modo originale e divertente di sognare. Attraverso i dettagli intricati di mondi in miniatura, i ragazzi si sono potuti immergere in una esperienza che va al di là della semplice esposizione di mattoncini Lego. La bellezza della mostra si è manifestata attraverso sei fantastici DIORAMI, costruiti grazie alla collaborazione di appassionati collezionisti privati. La presenza di installazioni ha contribuito a rendere l’esposizione unica, mentre le vignette comiche “Legalizie” hanno dimostrato come i mattoncini Lego siano in grado di creare arte a 360°. Infine, non poteva mancare la visita al Museo Archeologico Nazionale, tra le meravigliose collezioni di reperti provenienti dal periodo della Magna Grecia e della Calabria antica, dalla preistoria alla tarda età romana. Sosta obbligata alla stanza che ospita i Bronzi di Riace, capolavori della statuaria bronzea del V secolo a. C, un’attrazione a livello mondiale. Una giornata, quindi, di alta levatura culturale, ma anche educativa e formativa, che ha permesso ai ragazzi di interagire tra loro in modo sereno e amichevole. Ben vengano queste iniziative, che permettono di aprire gli orizzonti mentali, uscendo dalla classica classe, per toccare con mano le nozioni apprese.

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