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venerdì, Ottobre 4, 2024
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Il Fu Mattia Denar

Se i mirabolanti investigatori che hanno cercato invano per trent’anni Matteo Messina Denaro, invece di studiare i sacri testi di Ian Fleming si fossero rivolti a quelli del loro conterraneo Luigi Pirandello, molto probabilmente avrebbero potuto trarne delle intuizioni preziose per acciuffare la loro preda. Da quel che apprendiamo dalle cronache si evince che Messina Denaro, riflessivo, cinico e astuto qual era, ha fatto del pirandellismo una ragione di vita. Il tema ricorrente in Pirandello è quello delle maschere e mentre i suoi personaggi si nascondevano dietro a un’infinità di maschere per sopravvivere alle convenzioni sociali e le cambiavano in base alle situazioni contingenti, il presunto capo della mafia le utilizzava per mimetizzarsi tra la folla e, come abbiamo scoperto oggi, per andare a trovare amanti e amici non esitava a travestirsi anche da donna.

Se in campo giudiziario regnasse il buon senso, l’ultimo dei boss, questo boss da operetta, andrebbe affidato anche alle cure di un buon psicologo; magari potremmo scoprire che le molteplici personalità assunte di volta in volta hanno generato una frantumazione del suo io autentico, provocandogli smarrimento e incapacità di comprensione del prossimo e di stesso. Un buon scrittore potrebbe ricavare poi il remake del “Fu Mattia Pascal”, il “Fu Matteo Denar” e dare così un senso a questa assurda vicenda.

rev. Frank

 

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