fbpx
giovedì, Maggio 2, 2024
spot_img
HomeIn Primo PianoIl giudice ragazzino

Il giudice ragazzino

Il Giudice (ed anche il PM) dovrebbe ricordare che non può amministrare giustizia se non si cala nella realtà dove lavora, se non osserva, se non dialoga, se non capisce le persone. Ma farlo non significa mischiarsi, lordarsi o mascariarsi come da “dottrina palermitana”.

Giovanni Gentile… ma non troppo

Troppi anni fa una espressione infelice (e per certi versi pretestuosamente travisata) di Cossiga (quella successiva del tonno Palmera si rivelò, invece, predittiva) consegnò alla retorica massmediatica dell’Antimafia un nuovo stuolo di eroi di cui, purtroppo, davvero l’unico (Livatino) abbiamo perduto tragicamente per mano di 4 balordi.

Da qui, nacque un’aurea di intoccabilità per questi ragazzi che, vinto il concorso in Magistratura, venivano spediti (perchè magari giunti agli ultimi posti di idoneità ma è meglio non ricordarlo) nelle Procure di frontiera.

Codice alla mano, gioventù sfrenata, voglia di lavorare ed eccoli pronti ad amministrare giustizia in assoluta assenza di contrasti e soprattutto con assoluta copertura mediatica. Eroi della Lotta al Crimine, senza macchia e senza paura, ed alla riconquista di territori perduti: Tex Willer in carne ed ossa.

E peccato se qualcuno ci ha lasciato innocentemente le penne ovvero abbia subito processi e condanne sommarie.

Il bene vince sul male a qualsiasi costo.

E molti di loro hanno operato magnificamente acquisendo uno straordinario bagaglio professionale per le successive tappe della carriera.

Quella stagione non è purtroppo finita anzi è ripresa, acuita e, come ogni cosa dei tempi moderni, peggiorata in questi anni.

La parentesi dei 5 Stelle al Ministero con il peggior Ministro della Giustizia che ogni Storia Repubblicana del mondo Occidentale ricordi, dei tanti PM in TV a diffondere proprie ipotesi investigative come verità assolute. Un esempio su tutti: nonostante la Corte di Cassazione abbia ritenuto insussistente il reato contestato nella c.d. trattativa Stato-Mafia, la questione viene riproposta come verità storica (abietta) anche se non reato. E chi lo dice che era abietta? Chi ha dotato questi signori del potere di giudicare il bene ed il male in virtù di una autoproclamata superiorità morale? Con le complicità ideologiche e mediatiche, si è confusa l’etica con il diritto e si è sostituita alla interpretazione giuridica dei fatti l’ipocrita interpretazione etica.

Giovanotti/e che spesso non hanno idea di quanto costi un pacco di pasta (quello di latte nemmeno lo scrivo) che, dopo anni di sudatissime carte, vincono il concorso (anche come abbiamo letto con qualche orrore ortografico e con magheggi al fotocopiatore), fanno uditorato con altri dello stesso concorso che hanno, peraltro, conosciuto e frequentato durante i vari ossessionanti corsi di preparazione, e, poi, vanno assegnati nei Tribunali di frontiera.

Lì si ritrovano: chi PM (quelli d’azione), chi al civile (di solito quelli più compassati), chi al penale (quelli più svegli) in vari ruoli. Una delle regole che emerge dalla prassi è la seguente: se dal penale un giudice passa subito al civile e lì rimane significa, in genere, che, pur bravo, non brilla. Se dal civile viene mandato al penale significa che ha i numeri. Chi va al lavoro, alle esecuzioni ed ai fallimenti non fa testo.

La sera, come è giusto che sia, si ritrovano tra di loro memori del primo insegnamento che ricevono da tutti: non si frequentano avvocati e cittadini di cui non si conosce la fedina penale anche dei bisnonni. I locali da frequentare sono quelli in “white list” ovvero quelli dove qualcuno delle forze dell’ordine, che giornalmente staziona fuori dalla porta, ha detto loro che possono andare perché “a posto”. Spesso, poi, questi “a posto” non lo sono tanto ma godono di sconsiderato credito e quindi “a posto” lo sono a prescindere. La mania degli elenchi, delle liste di buoni e cattivi non è forse un atto antidemocratico?

Il Giudice (ed anche il PM) dovrebbe ricordare che non può amministrare giustizia se non si cala nella realtà dove lavora, se non osserva, se non dialoga, se non capisce le persone. Farlo non significa mischiarsi, lordarsi o mascariarsi come da “dottrina palermitana”. Ricordo che 2 esponenti del genere sono, ora in pensione, deputati della Repubblica. Uno che non giocava a tennis con gli indigeni ha chiesto i voti a quelli con cui non avrebbe mai giocato a tennis (e l’hanno anche votato).

Le dinamiche della vita reale  non sono quelle che il Giudice Ragazzino ha appreso sui libri, nei corsi, nel tirocinio e peggio frequentando gli investigatori della Polizia Giudiziaria.

Eppure, salvo qualche lodevole eccezione (malvista proprio a partire dai colleghi), i PM ragazzini già dalla c.d. ordinaria si dimostrano (oltreché maleducati perché il ruolo lo imporrebbe) sceriffi alla Lone Ranger.

Appena sentono aria (aria ripeto!) di certi reati si lanciano a scrivere provvedimenti in cui collezionano falsi ideologici l’uno dietro l’altro con la sponda della PG che prepara (?????) gli atti in modo superficiale. Il Commissario Basettoni spesso avrebbe fatto di meglio.

Il GIP ragazzino (senza nemmeno leggere nulla) subito avalla.

Perché così si deve fare: l’Ufficio GIP non può/non deve contraddire il PM che ha ontologicamente ragione.

Se poi è lo stesso PM con cui la sera prima ha preso un aperitivo (mi fermo qua) come si può contraddire. In amore si dice che se qualcuno ama deve dire all’altro che sbaglia e fermarlo anziché assecondarlo altrimenti poi la fine di Thelma & Louise arriverà. Certo: dopo anni di sofferenza, di reputazione bruciata, di famiglie affrante senza motivo perché 2 incapaci hanno dato il peggio di se stessi.

Ecco, piuttosto che discutere del nulla come l’abolizione dell’abuso di ufficio (che vedrà i malcapitati rispondere per giurisprudenza consolidata di altri più gravi reati) o sul divieto di pubblicare intercettazioni irrilevanti (che già c’è ma viene sistematicamente ignorato), sarebbe indispensabile nell’ordine e senza arrivare alla separazione delle carriere che tanto mai si farà:

  • Spiegare a questi ragazzini che il mondo non funziona come tanti cattivi “maestri” (televisivi e non) hanno loro insegnato;
  • Spiegare che si può in privato fare ciò che si vuole e che, però, se l’amico scrive stupidaggini bisogna fermarlo perché ne va, ad esempio, del “buon nome” della Magistratura che ovviamente non viene infangato dai vari “orsacchiotto” rivolti al Tonno Palmera;
  • Spiegare che il PM non ha sempre ragione ma spesso non ha nemmeno letto cosa ha scritto la PG o se la l’ha letto non ha capito le castronerie scritte o se l’ha capito fa finta di non capirlo per non contraddire gli autori dell’informativa;
  • Spiegare che la PG è composta da brave ed ottime persone che sono, spesso, quello che sono ovvero un’altra cosa rispetto ai Giudici e che dal 1989 il Codice di Procedura Penale l’ha relegata nel ruolo di assistente al PM a cui compete la direzione delle indagini e di trarre anche le conclusioni delle indagini stesse. Se molta PG fosse all’altezza che necessità avremmo di un PM? Nessuna. Farebbe tutto il Giudice Istruttore come una volta;
  • Spiegare che servono indizi gravi, precisi e concordanti e poi prove per le misure cautelari prima ed i processi dopo;
  • Spiegare che spesso i Trojan raccolgono fortunatamente oltreché prove di reati anche idiozie, millanterie e che se uno non è considerato credibile dai sodali perché racconta “palle” non può esserlo per la PG che ascolta e gli crede come ad un Messia sol perchè raccontando i pettegolezzi della serva questi possono farlo condannare. Non si cercano i reati ma i modi per colpire la persona. Certo non sempre, non spesso ma basta solo una volta per far gridare (chiaramente in silenzio) allo scandalo;
  • Avviare corsi di buona educazione, galateo e cortesia e ricordare che sono al servizio dei cittadini anche quelli con le macchie alla fedina penale;
  • Evitare che vivano la vita dei luoghi dove lavorano attraverso i finestrini delle auto blu su cui sfrecciano.

Il tanto vituperato Berlusconi aveva proposto di sottoporre costoro a periodici test psicoattitudinali e tanto torto non aveva. Certo se avesse insistito in questo piuttosto che perdersi tra le chiappe delle Olgettine forse ci sarebbe riuscito.

Sarebbe, forse, più facile fare corsi intensivi di “buon senso” o meglio stage al supermercato ad ordinare la merce negli scaffali così da apprendere il costo di un pacco di pasta e di, soprattutto, rendersi conto di come funziona la vita quotidiana di milioni di cittadini.

Ci potranno essere mille riforme “CARTABIA” ma non cambierà mai nulla se non si incide altrove. Del resto, “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene, e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.

Ma, forse, sarebbe opportuno ricordare questo insegnamento “Io faccio il meglio che so, il meglio che posso, e sono intenzionato a fare così fino alla fine. Se alla fine avrò ragione, allora ciò che viene detto contro di me non importa. Se avrò torto, dieci angeli che giurino che ho ragione non faranno la differenza”.

Giovanni Gentile… ma non troppo

 

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI
- Spazio disponibile -

Le PIU' LETTE

- Spazio disponibile -