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sabato, Aprile 27, 2024
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Il PD che serve alla Calabria

In Calabria la strada da prendere è ancora più ardua e in salita e Nicola Irto, che è stato candidato unico alla segreteria regionale e da alcuni mesi ha preso le redini del partito, crediamo lo sappia fin troppo bene. Ha scritto persino un libro per riassumere il suo senso di marcia, ma un libro non è azione politica. Quello che serve, infatti, in Calabria è trovare, ritrovare, un senso di comunità ad una platea che in questi anni si è via via dispersa, lacerata, sconfitta su più fronti, ma che esiste ancora.

Nel momento in cui pur tra mille proteste e polemiche anche in Calabria il PD si è riavvicinato ad una forma normale col suo congresso regionale, il suo segretario regionale, i congressi provinciali e cittadini (tranne quello di Cosenza) è, sarebbe, necessario capire che tipo di partito serva alla Calabria e al Paese tutto. Massimo D’Alema ha sollevato in una ormai famigerata diretta Zoom alcune questioni che da tempo sono sopite, ma certo non risolte, come il giudizio sul PD di Renzi (una malattia o qualcosa di insito nella cultura politica di quel partito?), o come la dura presa d’atto che una identità il PD ce l’ha ed è quella di una forza democratica moderata che rappresenta ceti sociali medi e medi alti. Un partito, cioè, che non rappresenta e né lo vuole, le fasce sociali del lavoro e popolari. Negli ambienti che vengono dalla cd sinistra (ex Pci per capirci) pare, inoltre, si sia aperta una salutare discussione sul fallimento di tutti i partitini comunisti, un’onesta e franca discussione critica (si vedano le inveterate in tal senso che da mesi esprime il Manifesto a partire dal suo direttore e gli stessi esiti del recente congresso che ha rieletto Roberto Speranza). Nessuno di queste schegge ha, infatti, saputo arricchire il sistema politico italiano realizzando un forte partito di massa che si batte per il lavoro e contro le disuguaglianze e non esiste più in Italia un partito che ha nel suo DNA la formazione di nuove classi dirigenti selezionate dal lavoro e popolari (Sergio Gentili).

Il futuro congresso nazionale del PD è quindi un congresso importante, anche se in quel partito convivono da tempo idee e idealità diverse e persino contrapposte e stesso ragionamento vale per la forma partito, un discorso che si trascina da anni, da decenni possiamo dire e che ha finito con il regimentare alla fine un sistema correntizio assurdo, bloccando ogni anelito di autonomia e di dibattito.

In Calabria la strada da prendere è ancora più ardua e in salita e Nicola Irto, che è stato candidato unico alla segreteria regionale e da alcuni mesi ha preso le redini del partito, crediamo lo sappia fin troppo bene. Ha scritto persino un libro per riassumere il suo senso di marcia, ma un libro non è azione politica.

Quello che serve, infatti, in Calabria è trovare, ritrovare, un senso di comunità ad una platea che in questi anni si è via via dispersa, lacerata, sconfitta su più fronti, ma che esiste ancora. I 10 mila iscritti non saranno forse una cifra esaltante se pensiamo a quante decine di miglia di tesserati avevano PCI PSI DC etc etc negli anni che furono. Ma, appunto, parliamo degli anni che furono, un’altra era geologica si potrebbe dire. Il PD sarà ora in grado di cambiare profondamente i suoi cardini fondativi? Potrà ragionare su una forma federativa di partito non plebiscitaria e divisiva? La vera ed urgente questione è quella di creare una forza di sinistra socialista ed ecologista, indispensabile per dare rappresentanza a giovani e a lavoratori, per equilibrare a sinistra il sistema politico.

Nicola Irto appartiene ad una generazione di militanti politici che può innestare una marcia diversa. Viene da una storia che con quella sinistra sinistra di cui prima si è detto non c’entra nulla, ma pure ha il compito di tenere assieme quella comunità che ha una storia, una tradizione lunga e gloriosa, con le nuove esigenze e la nuova storia. Di tracciare un nuovo racconto guardando avanti, ma non disperdendo un patrimonio. Lo faccia senza bardature di appartenenze correntizie, in piena libertà, perché’ di un Partito Democratico funzionante e in campo ha bisogno tutta la politica calabrese e la Calabria intera.

 

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