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venerdì, Ottobre 4, 2024
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Il prete con le Dottor Martens

Habemus Sacerdos! Dopo la prematura scomparsa dell’amato e compianto, almeno apparentemente, don Alfredo Valenti (il prete deejay) e circa un anno di interregno in cui si sono alternati altri presbiteri incaricati da Sua Eccellenza il Vescovo Oliva, Monasterace ha accolto il giovanissimo don Giovanni Armeni.

Don Giulio della Porta

Nei giorni scorsi le parrocchie di Monasterace hanno dato un doppio benvenuto al nuovo sacerdote di entrambe le comunità locali (il borgo e la marina) con tanto di doppio festeggiamento, doppia torta, addirittura doppio discorso del Sindaco neoeletto alla presenza, oltre che di un nutrito stuolo di altri sacerdoti provenienti da ogni angolo della Curia, di tutte le altre autorità civili, militari, associative e chi più ne ha, più ne metta…

Dopo le inevitabili rotture sociali dovute alla recente competizione elettorale, questo “avvenimento” – con buona pace della laicità dello Stato e delle istituzioni pubbliche tutte – sembra aver pacificato gli animi e riportato, almeno apparentemente, quel clima di sana collaborazione tra i membri (o le membra?) di uno stesso organismo, tutti protesi naturalmente al bene comune!

Dunque, habemus sacerdos! Dopo la prematura scomparsa dell’amato e compianto, almeno apparentemente, don Alfredo Valenti (il prete deejay) e circa un anno di interregno in cui si sono alternati altri presbiteri incaricati da Sua Eccellenza il Vescovo Oliva, il piccolo centro jonico ha accolto il giovanissimo don Giovanni Armeni, ardorese di nascita e – nonostante i trenta anni appena compiuti – già con alcuni incarichi pastorali al suo attivo, l’ultimo dei quali ricoperto in una parrocchia della vicina Siderno che per l’occasione ha organizzato ben due pullman stipati di anime private da quella che fino al giorno prima era stata la loro guida spirituale.

Risuonano ancora nelle orecchie di molti monasteracesi le parole del decano della cattedra locrese don Francesco Laganà (anche egli pastore monasteracese per molti anni) presente all’arrivo della nuova guida spirituale nella frazione marina che a gran voce, quella che l’età avanzata gli consentiva, ha rassicurato il popolo in festa affermando che il giovane Giovanni riuscirà in cose in cui nemmeno lui era riuscito a suo tempo!

Allo stesso modo è rimasto scolpito in molti degli stessi uditori il tentativo del festeggiato medesimo di placare l’entusiasmo del gregge esultante, che molto piò sobriamente – con le Dr. Martens indossate sotto la lunga tonaca di ordinanza – invitava tutti ad attendere prima di cantare vittoria…

Forse don Armeni ci ha voluto mettere in guardia dalle apparenze e dalle false convinzioni e ci ha più semplicemente detto che, contrariamente al noto modo di dire, è proprio l’abito talare – più che gli anfibi griffati e il non lungo apostolato – che fa il monaco, anzi il sacerdote e che da lui dobbiamo aspettarci non solo sorrisi e benedizioni, ma anche reprimende e richiamo al rispetto delle regole, quelle dell’ordine ecclesiale naturalmente! Ma soprattutto ha voluto richiamare l’intera comunità al rispetto del ruolo (si tratta della più alta autorità religiosa comunale) e alla pacatezza, entrambi necessari alla costruzione di quel bene comune sopra richiamato e che non ha a che vedere solo con le anime ma con la cura di tutti, nessuno escluso, nemmeno di coloro che per scelta o per impossibilia non erano presenti alla festa, anzi alle feste di benvenuto!

Dunque lunga vita a Giovanni, a don Giovanni e buon lavoro con la tonaca o senza ma non prima di aspirare l’ultimo tiro di Camel!

 

 

 

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