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sabato, Aprile 20, 2024
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Il saluto del direttore ai lettori

Rosario Condarcuri mi ha proposto la direzione ir-responsabile de La Riviera un paio di sere fa a Bova Marina, eravamo attorno al tavolo di un bar famoso per le granite ma, soprattutto, ci trovavamo nella piazza della chiesa dell’ultimo saluto a Pasquino Crupi.

A Rosario mi accomunano tante cose, ma penso che il principale punto di congiunzione sia l’ostinazione con la quale continuiamo a credere al ruolo fondamentale dell’editoria e della comunicazione in questa sgangherata società. Facciamo parte della categoria “editore puro” che, beninteso, non si riferisce a una condizione spirituale di innocenza o candore, ma semplicemente alla pervicacia con la quale assolviamo alla nostra missione di produrre una comunicazione scevra da asservimenti di qualsiasi natura. La follia consiste nella caparbietà con la quale da decenni continuiamo a considerare questa attività una possibile fonte di reddito per le nostre famiglie.

Quando, nell’agosto del 1990, ho fondato Laltrareggio mio padre, sul punto di diseredarmi, mi disse: “È arrivato il comandante del vascello pirata!”, miglior complimento non avrebbe potuto farmi, ma probabilmente non era questa la sua intenzione… Per lui, i giornali erano delle istituzioni a sé stanti e non concepiva nemmeno lontanamente l’idea della fanzine libera e fuori dagli schemi.

Sono passati tanti anni, quel vascello, ormai ormeggiato, osserva sornione l’evoluzione networkiana della sua attività, e io, nel frattempo, prendo al volo l’occasione che mi viene offerta di agguantare il timone di un altro vascello pirata o, per usare un’espressione di Pasquino, di una “goletta anarchica”. Rosario mi ha ricordato di quando qualcuno chiese al neo direttore de La Riviera, Pasquino Crupi, quale linea politica intendesse dare al giornale e lui rispose: “La Riviera è un giornale anarchico meridionalista e tale resterà!”.

Prima e dopo Pasquino Crupi tante mani si sono avvicendate al timone de La Riviera, ricordo per esempio Nicola Zitara e Pietro Melia, tutti direttori di straordinario livello compreso l’attuale Ilario Ammendolia che mi ha accettato fraternamente al suo fianco, lo ringrazio con orgoglio. Rosario Condarcuri, sapientemente, ha fatto della sua Riviera un “giornale grandi firme” e a breve sarà capace di stupirci ancora con una straordinaria nuova iniziativa in cantiere. Insomma, mi ritrovo circondato da tanti valorosi amici e colleghi e da un gruppo di giovani seri e volenterosi, meglio di così non potevo aspettarmi.

C’è una bellissima frase dello scrittore Haruki Murakami che mi piace ricordare e che credo racchiuda il senso più profondo dell’ormai lunga storia che lega La Riviera alla provincia reggina: “Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più”.

Ho sempre creduto nel ruolo importante, imprescindibile dell’informazione locale, come strumento per avere sempre il polso della situazione. Sono tanti quelli che guardano con sufficienza i magazine locali, sappiano che grande non è sinonimo di qualità.

In un Paese come il nostro che ha fatto della piccola impresa artigianale una cifra distintiva universalmente apprezzata, anche un organo di informazione locale può racchiudere un concentrato di qualità e innovazione esemplare.

Essere vicini al proprio territorio, interpretarne e spiegarne il vissuto quotidiano, non è roba da dilettanti o improvvisatori, richiede competenza, sensibilità e abnegazione.

La Riviera continuerà ad essere un giornale meridionalista ma non campanilista, attivo, vivo e curioso ma alieno da derive gossipare e da attacchi proditori; non rinunceremo mai alla nostra identità, ma non abbiamo alcuna intenzione di farla prevalere con metodi prevaricatori.

Buon viaggio, dunque, a tutti noi e alla nostra Calabria.

 

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