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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 14 Aprile.

Accadde che:

1912 (110 anni fa): nell’Oceano Atlantico, il transatlantico Titanic urta con un iceberg. L’impatto avviene alle 23:40 e la nave affondò in 2 ore e 40 minuti (esattamente alle 2:20 del 15 aprile),  spezzandosi in due tronconi. La nave partì da Southampton (Inghilterra) l’11 aprile 1912 e nello stesso giorno fece tappa prima a Cherbourg, in Francia e poi in Irlanda, prima di lasciare l’Europa e navigare in mare aperto, Domenica, 14 aprile 1912, la stazione radio di bordo ricevette numerose segnalazioni che riferivano la presenza di iceberg vaganti lungo la rotta, assai frequentata da navi passeggeri e da trasporto. In serata la navigazione procedeva regolare, il mare era tranquillo, mancava la luna ma la visibilità era ottima, il cielo era limpido e stellato. Alle ore 23,40 le vedette, che per la fretta di partire non erano dotate di adeguati cannocchiali, avvistarono a occhio nudo un enorme iceberg dritto di prora e lanciarono l’allarme. William Murdoch, ufficiale di guardia, ordinò l’indietro tutta e una virata, ma la nave era troppo veloce  e l’ostacolo era a poco meno di cinquecento metri di distanza. Il proposito, allora, fu quello di passare a sinistra dell’iceberg, sfiorandolo con il fianco destro; invece, si ottenne il tragico risultato: il Titanic cozzò contro la massa di ghiaccio che ne squarciò il fianco per una novantina di metri su una lunghezza complessiva di circa 270 metri. Il Titanic aveva 16 compartimenti stagni e sarebbe stato in grado di navigare con quattro compartimenti allagati, ma l’iceberg squarciò la carena interessando sei compartimenti, fatto non previsto dai progettisti. Alle ore 00,15 del 15 aprile 1912, venne lanciato l’SOS  ricevuto da molte navi, la più vicina delle quali, il Carphatia, era a quattro ore di navigazione. il Titanic iniziò ad imbarcare acqua nei compartimenti di prua inclinandosi in avanti e sollevando la poppa. La nave si inclinò sempre di più e la tremenda pressione esercitata fece sì che, dopo essersi spente le luci, lo scafo si spezzasse in due tronconi: la parte di prua, più pesante, affondò subito e poco dopo toccò alla parte di poppa, che prima tornò al suo posto, poi si innalzò verticalmente per inabissarsi, infine, nelle buie acque. Le persone che affondarono con la nave e quelle che furono trascinate dal suo risucchio si suppone siano morte quasi subito, mentre le altre che, indossando i giubbotti di salvataggio, riuscirono a restare a galla morirono di ipotermia dato che la temperatura dell’acqua si aggirava tra gli 0° e i 2° C. Il Carpathia arrivò sul luogo del disastro alle 4,00 e trovò le scialuppe con i superstiti e il mare disseminato di corpi che galleggiavano. Nel naufragio persero la vita 1518 passeggeri dei 2223 imbarcati, solo 705 persone riuscirono a salvarsi (alcuni dei quali morirono però subito dopo esser stati salvati dal Carpathia), ma i macchinisti morirono tutti.

1982 (40 anni fa): nell’aula bunker del Foro Italico, di Roma, inizia il primo processo per il sequestro e l’uccisione dell’onorevole Aldo Moro. Fra i 63 imputati, diversi pentiti come Savasta, Peci, Brogi e alcuni dissociati, fra i quali Maj, Spadaccini e Andriani. Il pm Amato, il 20 dicembre 1982, chiede 34 ergastoli e 100 anni di carcere. La sentenza infligge agli imputati 30 ergastoli e 316 anni di reclusione. Anche nelle aule dei tribunali rimarranno aperti alcuni dubbi: quante persone parteciparono all’agguato di via Fani, chi erano i brigatisti che gestirono la prigionia di Moro e chi sparò al Presidente Dc prima che il suo corpo venisse trasportato in via Caetani. Aldo Moro fu rapito il 16 marzo 1978 e ucciso il 9 maggio dello stesso anno.

Scomparso oggi:

1980 (42 anni fa): muore, a Roma, Gianni Rodari scrittore, pedagogista, giornalista e poeta. Nato, ad Omegna (Piemonte), il 23 ottobre 1920, è specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue. Unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia, uno fra i maggiori interpreti del tema “fantastico”. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale, ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui “L’Unità”. A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti. Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Tra le sue opere più significative: “Le avventure di Cipollino”, “Gelsomino nel paese dei bugiardi”, “Filastrocche in cielo e in terra” e “Il libro degli errori”.

 

 

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