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martedì, Ottobre 8, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi che hanno segnato la data del 20 Maggio.

Accadde che:

1927 (95 anni fa): alle ore 7: 52 del mattino, Charles Lindbergh decolla dal Roosevelt Field di Long Island (New York) per la prima trasvolata nell’Oceano Atlantico senza scalo. Arriverà a Le Bourget, Parigi, alle 22:22 del 21 maggio, dopo 33 ore e 30 minuti di volo in solitario, a bordo del suo monoplano leggero, battezzato Spirit of St. Louis. Dovendo ridurre al minimo i pesi a bordo dell’aeromobile, rinunciò alla radio ricetrasmittente per portarsi un thermos di caffè e, in quanto massone, la bandiera della sua Loggia, “Keystone Lodge N. 243”. Questa magica impresa, compiuta ancora agli albori dell’aviazione, lo consegnò direttamente alla leggenda e a prestigiosi riconoscimenti. Il presidente Calvin Coolidge gli concesse la Distinguished Flying Cross e lo nominò colonnello della riserva dell’aviazione degli Stati Uniti. Il governo francese gli concesse invece la Legion d’onore. Nello stesso anno, venne eletto dal Time «Man of the Year». Benché appositamente progettato per un volo da New York a Parigi, costruito a San Diego, California e pilotato da un aviatore di Detroit, fu battezzato Spirit Of St. Louis in conseguenza dei finanziamenti provenienti da questa città. L’aereo, completato due mesi dopo la stipula del contratto, effettuò i primi voli di prova nei campi d’aviazione nelle vicinanze della fabbrica, per poi decollare, il 10 maggio 1927, per St. Louis. Gli ultimi giorni prima del decollo furono effettuati ulteriori voli di controllo e collaudo, attendendo che l’ufficio meteorologico desse il via libera. L’aereo originale è attualmente esposto nell’atrio principale del National Air and Space Museum di Washington, portato dallo stesso Lindbergh nel 1928.

1940 (82 anni fa): i primi prigionieri arrivano nel nuovo Campo di concentramento di Auschwitz, il più grande realizzato dal regime nazista. Esso comprendeva tre campi principali, tutti destinati inizialmente ai prigionieri selezionati per i lavori forzati. Uno di essi, però, funzionò anche come centro di sterminio per un periodo piuttosto lungo. Come la maggior parte dei campi di concentramento tedeschi, anche Auschwitz I era stato costruito con tre obiettivi: incarcerare a tempo indeterminato nemici veri e presunti del regime nazista e delle autorità tedesche d’occupazione in Polonia; avere rifornimento continuo di manodopera da destinare ai lavori forzati nelle imprese; eliminare fisicamente piccoli gruppi all’interno della popolazione, la cui morte veniva ritenuta essenziale da parte delle SS. Anche Auschwitz aveva una camera a gas e un crematorio.

Scomparso oggi:

1999 (23 anni fa): viene assassinato, a Roma, dalle Nuove Brigate Rosse Massimo D’Antona docente universitario e consulente del Ministero del Lavoro. Nato, a Roma, l’11 aprile 1948, D’Antona diviene professore di diritto del lavoro all’Università di Catania, per poi trasferirsi nella Seconda Università degli Studi di Napoli, ed infne all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Quel giorno, erano da poco passate le 8:00 di mattina, quando il professor D’Antona si apprestava a uscire dalla sua abitazione per recarsi al lavoro. Intorno alle ore 8:13, il professore viene bloccato dal commando di brigatisti, nascosti all’interno del furgone parcheggiato al lato della strada. Un testimone oculare del delitto ricostruisce così quella manciata di secondi: “Ero sullo stesso marciapiede su cui camminava D’Antona. Ho visto un uomo e una donna che stavano aspettando qualcuno e poi parlavano con questa persona. Io ho proseguito. Ho superato via Adda ma, dopo qualche metro, ho sentito dei colpi sordi. Mi sono girato a guardare e ho visto una “pistola lunga” e poi l’uomo che continuava a sparare mentre l’altro uomo era già a terra”. Conclusa l’azione i due si allontanano dal luogo del delitto. Poche ore dopo l’agguato, arriva la rivendicazione delle Brigate. A lui è intitolata l’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, dove insegnò Diritto del Lavoro. È altresì a lui intitolata l’Aula XIII della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

 

 

 

 

 

 

 

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