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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Maggio.

Accadde che:

1980 (42 anni fa): a Milano, viene assassinato a soli 33 anni, Walter Tobagi, giornalista di punta del Corriere della Sera. Ad ucciderlo furono alcuni ragazzi della Milano bene, la cui massima aspirazione era quella di essere arruolati nelle Brigate rosse.  I cinque colpi di pistola furono sparati da un commando composto da Marco Barbone, Manfredi De Stefano, Daniele Laus, Francesco Giordano, Mario Marano e Paolo Morandini, tutti appartenenti alla “Brigata 28 marzo”. Con Tobagi i terroristi uccidono il migliore giornalista della sua generazione, colui che, a solo trent’anni, era già diventato inviato e notista di punta del Corriere della Sera e presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, il sindacato di categoria. I suoi articoli non erano mai banali, anzi erano percorsi da un gusto analitico che li rendeva un appuntamento fisso per i tanti lettori del quotidiano. Pieni di passione civile, ragionevoli e raziocinanti, cercavano di raccontare un Paese straziato dal terrorismo non con le lenti delle ideologie, ma con quelle della critica e l’obiettivo di migliorare gradualmente l’Italia. A causa dei suoi articoli sugli anni di piombo, il nome di Tobagi è ritrovato nel settembre 1978 a Milano nel covo brigatista di via Negroli, fra quelli di possibili bersagli e poi, l’anno successivo in una valigetta dimenticata per errore dai Reparti Comunisti d’attacco. Tobagi è informato dei ritrovamenti e in una pagina del suo diario scrive: “Che cosa è la paura? Camminare per strada e sobbalzare a ogni macchina che ti passa vicino, guidare l’automobile e spaventarsi a ogni moto che ti affianca” …

1999 (23 anni fa): a Milano, dopo 22 anni di lavoro di restauro, l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci torna a essere visitabile dal pubblico. Questo restauro viene ricordato come una delle opere più complesse nel campo della conservazione del patrimonio artistico italiano, non solo per la lunghezza della sua durata e per il numero di persone coinvolte, ma occorre considerare anche le difficilissime condizioni in cui si trovava il dipinto, realizzato tra il 1494 e il 1498. La vera impresa è stata riportare alla luce i colori e le sagome originali di Leonardo. Infatti, il tempo e i restauri del passato hanno completamente stravolto l’opera vinciana. Il restauro è stato completato con la realizzazione di impianti per la conservazione ambientale: filtraggio dell’aria, abbattimento delle polveri, isolamento della sala, monitoraggio statico della parete e delle condizioni termo-igrometriche, regolazione d’ intensità e calore dell’illuminazione, impianti di sicurezza.

Nato oggi:

1839 ((183 anni fa): nasce, a Mineo (Catania), Luigi Capuana scrittore, critico letterario e giornalista. Studioso di Zola e del naturalismo francese e interessato anche alla psicologia, viene considerato l’ideologo del Verismo. Egli intese realizzare un nuovo tipo di romanzo, costruito come un vero “Documento” che si occupasse di una realtà rurale e regionale, puntando l’attenzione soprattutto sulla psicologia dei personaggi, trattata però in modo del tutto impersonale. Lo scrittore doveva assumere dalla vita contemporanea la materia e narrare fatti realmente accaduti, senza limitarsi a ritrarli dall’esterno, ma ricostruendo la storia cogliendo e rivelando tutto il processo, mediante il quale il fatto si era prodotto. Per poter, inoltre, condurre una ricostruzione del tutto veritiera era necessario usare una prosa duttile e viva, non retorica, che risultasse aderente ai fatti. Si richiedeva, pertanto, un linguaggio che non alterasse in nessun modo il mondo che si voleva rappresentare e Capuana scelse di proposito la lingua italiana. Nel 1879 pubblica il suo primo romanzo. “Giacinta”. Nel romanzo si racconta la storia di una donna che, avendo subito una violenza sessuale da bambina, si trova a dover scontare con tutta la sua vita e fino al suicidio la “Colpa”, che il pregiudizio sociale non le perdona. Ma il capolavoro di Capuana fu un altro romanzo: “Il marchese di Roccaverdina” pubblicato nel 1901, dopo circa quindici anni di lavoro. Il romanzo intreccia motivi di carattere sociologico, sulla linea della più tipica narrativa verista, all’elemento psicopatologico. Muore, a Catania, il 29 novembre 1915.

 

 

 

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