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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 19 Luglio.

Accadde che:

1975 (47 anni fa): viene inaugurato il primo parco divertimenti stabile in Italia, Gardaland. Si tratta di un parco di divertimenti situato in località Ronchi nel comune di Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona. È adiacente al Lago di Garda pur non affacciandosi su di esso. L’intero complesso si estende su una superficie di 445.000 metri quadrati, mentre il solo parco tematico misura 200.000 metri quadrati. Al suo interno ospita attrazioni meccaniche, ed acquatiche tematizzate. Ogni anno è visitato da circa 2 milioni e 880 mila persone. Il progetto Gardaland nacque dalla mente dell’imprenditore locale Livio Furini (che alcuni mesi prima aveva visitato Disneyland ad Anaheim, nella periferia di Los Angeles, aperto nel 1955) e si concretizzò con l’acquisto dei relativi terreni, mediante rogito avvenuto il 19 ottobre 1971. Alla sua apertura il parco copriva una superficie di 90.000 m², ed il prezzo del biglietto di ingresso era di 1.750 lire. A metà degli anni Ottanta era già il parco divertimenti italiano più famoso. La sua fama venne consolidata quando divenne il set per le riprese delle sigle della trasmissione per ragazzi Bim bum bam: nonostante ciò, per molti anni rimase una struttura di modeste dimensioni. Tuttavia, il successo inaspettato che riscosse il concetto di parco dei divertimenti prima negli Stati Uniti e poi in Europa, portò anche il parco gardesano ad ampliarsi negli anni, migliorando la qualità delle attrazioni offerte.

1992 (30 anni fa): a Palermo, a pochi mesi dalla strage di Capaci, viene ucciso dalla mafia il procuratore della Repubblica Paolo Borsellino assieme a cinque agenti della sua scorta nella strage di via d’Amelio. Quel giorno, alle ore 16:59, una Fiat 126 rubata, contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo venne fatta esplodere in via Mariano D’Amelio, al civico 21, sotto il palazzo dove all’epoca abitavano Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino rispettivamente madre e sorella del magistrato, presso le quali il giudice quella domenica si era recato in visita. La figlia, Fiammetta, ha affermato: “Non partecipo agli anniversari di via D’Amelio. Mio padre fu lasciato solo e tradito. Io oggi da figlia sono consapevole che mio padre è morto perché è stato abbandonato dai suoi colleghi”. Parole forti che si aggiungono a quelle già espresse, in passato, dalla vedova del magistrato, Agnese Piraino Leto, contro chi, all’indomani della strage di Capaci, abbandonò ulteriormente suo marito, rimasto a combattere una battaglia che da solo non poteva vincere: “Falcone rappresentava per lui come uno scudo. Senza il quale la sua esposizione è aumentata. Da qui probabilmente nasce l’esigenza di mio marito in quei 57 giorni di annotare scrupolosamente spunti di indagine, valutazioni, memorie personali di cui si riprometteva di parlare con i pm allora in servizio alla Procura di Caltanissetta, titolari dell’inchiesta su Capaci. Nessuno però in quei lunghi 57 giorni lo chiamò mai”. E in quella sua denuncia c’erano anche le considerazioni sull’agenda rossa: “E’ possibile che nelle pagine dell’agenda rossa, usata per i progetti di lavoro e per annotare i fatti più significativi, avesse scritto cose che non voleva confidare a noi familiari. Quell’agenda è stata recuperata sul luogo della strage ma, come si sa, è scomparsa. Se esistesse ancora e se fosse nelle mani di qualcuno potrebbe essere usata come un formidabile strumento di ricatto”. Nel corso del tempo la vedova Borsellino ha anche raccontato che il giorno prima di morire il marito le confidò inquietanti convinzioni sulla propria fine, che considerava imminente: “Era perfettamente consapevole che il suo destino era segnato, tanto da avermi riferito in più circostanze che il suo tempo stava per scadere. Ricordo perfettamente che il sabato 18 luglio 1992 andai a fare una passeggiata con mio marito sul lungomare di Carini, senza essere seguiti dalla scorta. Paolo mi disse che non sarebbe stata la mafia a ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere. In quel momento era allo stesso tempo sconfortato, ma certo di quello che mi stava dicendo”.

Scomparso oggi:

1374 (648 anni fa): muore, ad Arquà (Padova), Francesco Petrarca scrittore, poeta, filosofo e filologo. Nato, ad Arezzo, il 20 luglio 1304, è considerato il precursore dell’umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana. Uomo moderno, operò una rivalutazione storico-filologica dei classici latini. Fautore, dunque, di una ripresa degli studia humanitatis spese l’intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e filosofia antica, attraverso l’imitazione dei classici, offrendo un’immagine di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi. Un personaggio molto legato alla sua poesia è Laura. Il poeta racconta di averla incontrata la prima volta il 6 aprile 1327 e di essersene innamorato immediatamente. Questa donna diventerà oggetto della maggior parte delle poesie del Canzoniere. Nel 1341, gli viene conferita la laurea “Ad honoris”. Oltre al “Canzoniere”, altre sue opere importanti sono: Il “Secretum” e “I Trionfi”.

 

 

 

 

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