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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 16 Settembre.

Accadde che:

1904 (118 anni fa): inizia il primo sciopero generale italiano, innescato dalla strage dei minatori sardi il 4 settembre ad opera dei carabinieri. Il malcontento popolare esplose, infatti, in maniera fragorosa in occasione dell’ennesimo eccidio di proletari da parte delle forze dell’ordine. Il 4 settembre quattro minatori delle miniere di Buggerru in Sardegna vennero uccisi dai soldati durante una manifestazione di protesta innescata dalla decisione dell’azienda di diminuire di un’ora la pausa di riposo tra il turno mattutino e quello pomeridiano. Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu la notizia di un ulteriore fatto di sangue avvenuto a Castelluzzo, in Sicilia, ai danni di contadini socialisti, dove i carabinieri uccisero due persone nei locali della Lega socialista. La Camera del Lavoro di Milano, nel corso di un’ accesa riunione a cui parteciparono migliaia di lavoratori, decise di proclamare lo sciopero generale politico e mettere in pratica, così, le idee del teorico francese del socialismo, Georges Eugéne Sorel. In pochi giorni lo sciopero si estese a gran parte del Regno e durò per quattro giorni. Le astensioni dal lavoro riguardarono gli operai, gli artigiani, i panettieri, i gasisti e gli addetti alla pubblica illuminazione. Si fermarono i tram e i giornali. La protesta terminerà il 21 settembre con l’impegno assunto da parte di un nutrito gruppo di parlamentari socialisti a presentare immediatamente in Parlamento una proposta di legge diretta a vietare l’uso delle armi da parte della forza pubblica durante i conflitti di lavoro.

1976 (46 anni fa): avviene La Notte delle matite (Noche de los Lápices), il nome in codice dell’operazione organizzata dalla polizia argentina con lo scopo di sequestrare, reprimere, torturare e uccidere gli studenti delle scuole superiori che si fossero resi colpevoli di “attività atee e anti nazionaliste”. Furono sequestrati sei studenti, militanti o simpatizzanti della cosiddetta Unión Estudiantil Secundaria (UES), responsabili secondo le autorità della partecipazione alle manifestazioni contro l’abolizione del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali sconti sul prezzo dei libri di testo e una riduzione del biglietto per l’utilizzo dell’autobus. Dopo l’arresto, gli adolescenti sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri di detenzione clandestini. Tutti i sei giovani arrestati quel giorno scomparvero.

Scomparsa oggi:

1977 (45 anni fa): muore, a Parigi, a causa di un arresto cardiaco, Maria Callas soprano. Nata, a New York, il 2 dicembre 1923 è stata regina indiscussa della lirica, soprannominata la “Divina”. Ma oltre per la tecnica superlativa, la Callas è ricordata per la maestria, mai vista fino ad allora su un palcoscenico, di una persona che riuscisse a fondere canto e recitazione. La sua vita è stata costellata da tanti successi, ma anche tante sofferenze. Come le eroine che portava in scena, anche lei ha conosciuto i tormenti, le delusioni e il vero amore. Ha vissuto una storia d’amore appassionata con il magnate del petrolio, Aristotele Onassis, per lui aveva lasciato il marito Giovanni Battista Meneghini, di 27 anni più grande. La morte del figlio Omero perso pochi minuti dopo la nascita, a causa di un’insufficienza respiratoria. E ancora il matrimonio del suo grande amore con Jackie Kennedy, la vedova del presidente americano John Fitzgerald kennedy. E infine, l’addio alle scene, costellato di ritorni annunciati e sempre smentiti, la depressione dopo la morte dell’armatore greco e l’assassinio di Pier Paolo Pasolini che l’aveva voluta nel film “Medea”. La più grande soprano di tutti i tempi nel giro di cinque anni perse ogni cosa: voce, amori e gloria, rimando sola in quella grande casa dove si è spenta. Confidò le sue ultime volontà alla sua fidata domestica Bruna: “Abbraccerò il mio Aristo attraverso il mare”, alludendo alla sua volontà di far spargere le sue ceneri nel mar Egeo. Di lei avevo detto Franco Zeffirelli: “Il cuore aveva ceduto, non aveva retto agli abbandoni «quello della voce e quello delle persone amate”.

 

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