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martedì, Aprile 16, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 26 Settembre.

Accadde che:

1986 (36 anni fa): esce il primo numero di Dylan Dog intitolato “L’alba dei morti viventi”. La storia d’esordio è scritta da Tiziano Sclavi e disegnata da Angelo Stano, incentrata sull’omonimo personaggio creato da Tiziano Sclavi. Dopo aver visto il film “Another Country”, Sclavi era rimasto molto colpito da Rupert Everett e aveva deciso di disegnare il suo personaggio a immagine e somiglianza dell’attore britannico. Per quanto riguarda la spalla comica, si pensò a Marty Feldman, ma disegnato risultava più mostruoso dei mostri che doveva combattere il protagonista, così si optò per Groucho, sosia di Groucho Marx, che ne fumetto funge da alter ego del protagonista. Negli anni Novanta arrivò a vendere mezzo milione di copie mensili, oltre alle varie ristampe e alle collane parallele sempre incentrate sul personaggio. Attualmente è ancora il secondo fumetto più venduto in Italia dopo Tex Willer.

1997 (25 anni fa): un terremoto devastante, colpì l’Italia centrale e in particolare l’Umbria e le Marche. Con una magnitudo 5.5 e un’intensità pari all’ottavo grado della scala Mercalli, ebbe luogo lungo l’asse della dorsale montuosa degli Appennini, proprio tra le due regioni. La prima scossa avvenne alle 2.33 di notte con epicentro Cesi (nei pressi di Colfiorito e Serravalle del Chienti). La scossa, di magnitudo 5.8, svegliò mezza Italia centrale e causò due vittime. Due anziani morirono per il crollo della loro abitazione. Alle 11:40 del mattino arrivò la scossa più forte, che andò a peggiorare la situazione disastrosa già creata dalla prima. Proprio mentre i tecnici eseguivano sopralluoghi sulle case danneggiate dal sisma della notte, ed i giornalisti arrivavano nell’area dell’epicentro per documentare i danni ed intervistare gli sfollati, poco prima di mezzogiorno una nuova scossa sconvolgeva l’area. Stavolta più forte, di magnitudo 6.1, e con epicentro ad Annifo (Perugia), pochi chilometri al nord di Cesi, dove c’era stata la prima grande scossa. La nuova scossa, il cui ipocentro venne localizzato ad una profondità di 10 km, diede il colpo finale a tanti edifici già danneggiati nella notte. Ma quello era solo l’inizio: l’Umbria e le Marche furono interessate per diversi mesi da un’incessante sequenza sismica. Il bilancio fu 11 morti, 100 feriti e più di 80.000 abitazioni ed edifici danneggiati, tra cui anche la basilica di San Francesco d’Assisi.

Scomparsa oggi:

1973 (49 anni fa): muore, a Roma, Anna Magnani attrice. Nata, a Roma, il 7 marzo 1908 è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema. È tra le poche attrici, sicuramente la prima italiana, a essere celebrata come mito, talento unico e grande personalità artistica in tutto il mondo. Anna Magnani è stata una figura chiave del neorealismo italiano, interpretando con stile inimitabile il personaggio della popolana focosa e sboccata, ma allo stesso tempo sensibile e generosa, incarnazione dei valori genuini di un’Italia minore. L’attrice è ricordata per quella sua inarrivabile e passionale carica umana, che talvolta sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto e che la distinguevano, oltre come inarrivabile interprete, come donna forte e sensibile, anche se profondamente tormentata. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà, comincia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica. Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista. Diviene ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò. Fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa, ma intensa relazione amorosa.  Il 1955 è l’anno in cui vince addirittura il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, “La rosa tatuata”.  Negli anni ’60 si rituffa nel teatro, mentre tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, quali “La sciantosa”, “1943: un incontro”, “L’automobile” e “…correva l’anno di grazia 1870”. La sua ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film “Roma” (1972) di Fellini, nella parte di sé stessa. Una delle sue più belle citazioni è la seguente: “Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”.

 

 

 

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