Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 10 Ottobre.
Accadde che:
732 (1290 anni fa): avviene la battaglia di Poitiers tra l’esercito del generale dei Franchi, Carlo Martello, e l’esercito arabo guidato da ʿAbd al-Raḥmān al servizio del califfato Ommayade. La battaglia di Poitiers è stata considerata per secoli come una delle più importanti battaglie della storia Europea, che da sola pose fine all’invasione araba del continente. Diversi storici occidentali, e soprattutto la Cronaca Mozarabica composta nel 754 d.C, confermano l’enorme impatto sulla storia della vittoria Franca a Poitiers. Anche altri storici, fra cui Gibbon, Kurt, Hans e Dellbruk, ritengono che la battaglia di Poitiers abbia influito su tutta la storia successiva. Altri invece, tendono a considerarla come ampiamente sopravvalutata e ritengono di dover ridimensionare la sua importanza.
1970 (52 anni fa): dal Teatro Delle Vittorie di Roma, va in onda la prima puntata di Canzonissima 1970, trasmessa da Rai 1, condotta da Corrado e Raffaella Carrà. La sigla iniziale, “Ma che musica maestro” viene cantata da Raffaella Carrà che si afferma così anche sul mercato discografico. Dopo un iniziale rifiuto, dovuto alla convinzione di un eccesso di esposizione, Gianni Morandi accetterà di partecipare per la terza volta consecutiva anche a quest’edizione di Canzonissima. Dovrà vedersela con gli altri favoriti della gara Massimo Ranieri e Dalida. Il regolamento cambia rispetto alle passate edizioni. I cantanti divisi in due terne separate, uomini e donne, saranno successivamente abbinati in coppie cumulando i punti ricevuti da ciascuno. In questa edizione parteciperanno diversi ospiti noti che presentavano i loro film, tra cui: Franco e Ciccio, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Paolo Villaggio e Vittorio Gassman. In un primo momento si decise di ammettere alle puntate successive, dopo aver raccolto anche i voti del pubblico, la prima coppia classificata, nonché le tre migliori seconde classificate.
Nato oggi:
1813 (209 anni fa): nasce, a Rancole Verdi (Parma), Giuseppe Verdi compositore e senatore, riconosciuto come uno dei più grandi operisti di ogni tempo. Le sue opere rimangono ancora tra le più conosciute ed eseguite nei teatri di tutto il mondo, in particolare l’Aida, Nabucco e la cosiddetta triade Rigoletto, Il trovatore e La Traviata. Fin da bambino prende lezioni di musica dall’organista del paese, esercitandosi su una spinetta scordata regalatagli dal padre. Gli studi musicali proseguono in questo modo sconclusionato e poco ortodosso, fino a quando Antonio Barezzi, commerciante e musicofilo di Busseto affezionato alla famiglia Verdi e al piccolo Giuseppe, lo accoglie in casa sua, pagandogli studi più regolari ed accademici. Nel 1832, si trasferisce a Milano e si presenta al Conservatorio, ma incredibilmente non viene ammesso per scorretta posizione della mano nel suonare e per raggiunti limiti di età. Tuttavia, nel 1839, esordisce alla Scala di Milano con “Oberto, conte di San Bonifacio” ottenendo un discreto successo, purtroppo offuscato dall’improvvisa morte, prima della moglie e poi dei due figli. In seguito, scrive un’opera buffa “Un giorno di regno”, che si rivela però un fiasco. Amareggiato, Verdi pensa di abbandonare per sempre la musica, ma solo due anni più tardi, nel 1842, il suo “Nabucco” ottiene alla Scala un incredibile successo. Alla sua vita artistica si aggiunge dal 1861 anche l’impegno politico. Viene eletto deputato del primo Parlamento italiano e nel 1874 è nominato senatore. In questi anni compone Aida e la Messa da requiem, scritta e pensata come celebrazione per la morte di Alessandro Manzoni. Muore, a Milano, il 27 Gennaio 1901. Prima di morire ha chiesto dei funerali senza sfarzo, né musica, ma semplici, come la sua vita era sempre stata. E così è stato.