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sabato, Luglio 27, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’11 Gennaio.

Accadde che:

1914 (109 anni fa): a Reggio Calabria, sessantuno impiegati pubblici della città fondano la Reggina Calcio, o meglio, l’Unione Sportiva Reggio Calabria. Nel 1922, arriva il riconoscimento della FIGC, ma sotto il nome di Reggio Foot Ball Club, e in quegli stessi anni la squadra si stabilisce nel suo primo stadio, il Lanterna Rossa. I primi trent’anni di storia, la Reggina li trascorre giocando nei campionati interregionali. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nella stagione 1945/1946, il club calabrese è ammesso alla Serie C, per meriti sportivi. Resta nella terza serie del calcio professionistico fino al 1952, quando subisce la retrocessione d’ufficio per tentato illecito. La Reggina Calcio, da quel momento, inizia una lenta risalita, che culmina nella stagione 1964/1965. Sotto la guida tecnica di Tommaso Maestrelli, i granata del presidente Oreste Granillo conquistano una storica promozione in Serie B. E l’anno successivo sfiorano, al loro primo anno in cadetteria, una incredibile promozione in Serie A. Finiscono al quarto posto, ad un solo punto dal Mantova terzo. Alla fine della stagione 1973/1974 la Reggina Calcio retrocede in Serie C, e i quindici anni successivi saranno durissimi. Quattro anni dopo, nel 1999, arriva invece la prima e storica promozione in Serie A. Nella stagione successiva la Reggina Calcio si salva, regalandosi un altro anno in massima serie. Nel 2001, invece, l’impresa non riesce, e i calabresi tornano in Serie B. Per una sola stagione, perché nel 2002 tornano in Serie A, e ci restano per 7 stagioni di fila. Nel 2009 torna in Serie B, e i risultati iniziano a precipitare. Nel 2014 arriva la retrocessione in Serie C, e la stagione seguente si salva ai play out dallo sprofondare nel calcio dilettantistico. La società è in grave crisi economica, e nel 2015 non riesce ad iscriversi al campionato di Serie C. Riparte quindi dalla Serie D, ma tra un ripescaggio e un cambio di nome, risale la china fino alla Serie B. Oggi, la Reggina, ha ritrovato un grande entusiasmo avendo come presidente Felice Saladini, come allenatore Filippo Inzaghi e come obiettivo la serie A.

1996 (27 anni fa): il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, viene ucciso da esponenti mafiosi. Giuseppe Di Matteo, rapito da Cosa Nostra, all’età di 12 anni, fu strangolato e sciolto nell’acido dopo 25 mesi dal giorno del sequestro. Un pellegrinaggio di casolare in casolare, chiuso nel bagagliaio dell’auto, poi imprigionato per 180 giorni in una stanza nascosta sotto il pavimento di un bunker nelle campagne di San Giuseppe Jato, nell’entroterra palermitano. Uno dei mandanti di quella vicenda, Giovanni Brusca, tra i responsabili anche della strage di Capaci ha lasciato il carcere il primo giugno 2021, dopo un quarto di secolo dietro le sbarre. Santino Di Matteo, padre di Giuseppe, si è scagliato contro lo Stato: «Si è fatto fregare». L’uomo ha ripercorso ciò che accadde a suo figlio a metà degli anni ’90: «Ha sciolto mio figlio nell’acido, ha strangolato una ragazza incinta, Brusca non appartiene alla razza umana: se lo trovo per strada non so cosa succede». Il sequestro e l’omicidio del piccolo furono un tentativo di dissuadere l’ex mafioso Santino dalla collaborazione con gli investigatori. Brusca fu condannato come mandante dell’omicidio. Dopo essere diventato collaboratore di giustizia anch’egli, durante un’udienza del processo sulla strage di Capaci, chiese «perdono» ai Di Matteo. Nel 1998, Santino, incrociandosi in aula con Brusca durante un’udienza del Borsellino bis, gli lanciò un microfono e lo minacciò di morte: «Animale non sei degno di stare in quest’aula. Ti dovrei staccare la testa».

Scomparsa oggi:

2013 (10 anni fa): muore, a Roma, a causa di un tumore al pancreas, Mariangela Melato attrice cinematografica e teatrale. Nata, a Milano, 19 settembre 1941 Ha iniziato la sua carriera teatrale negli anni ’60. Il suo primo ruolo cinematografico è stato in Thomas e gli indemoniati, diretto da Pupi Avati. A livello teatrale i primi successi e arrivano nel 1968 con l'”Orlando furioso”, di Luca Ronconi. La conferma della sua affermazione arriva pochi anni più tardi con “Alleluia brava gente”, nel 1971, commedia musicale di Garinei e Giovannini. Affronta interpretazioni e personaggi di grande impegno recitando nelle commedie “Medea” di Euripide, “Fedra” e “La bisbetica domata” di Shakespeare. Nel cinema, nella sua lunga carriera, ha modo di alternare in modo pregevole ruoli drammatici con altri più classici legati alla commedia all’italiana. Tra i suoi film ricordiamo “La classe operaia va in paradiso”, “Todo modo”, “Di che segno sei?” L’impegno teatrale di Mariangela Melato continua negli anni con “Il lutto si addice ad Elettra” e “La dame de Chez Maxim”. Una delle sue frasi più belle è la seguente: “Bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più d’una”.

 

 

 

 

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