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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 14 Gennaio.

Accadde che:

1900 (123 anni fa): la “Tosca”, di Giacomo Puccini, viene rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro Costanzi. La trama si svolge a Roma nell’atmosfera tesa che segue l’eco degli avvenimenti rivoluzionari in Francia e la caduta della prima Repubblica Romana, in una data ben precisa: martedì 17 giugno 1800, qualche giorno dopo la Battaglia di Marengo. Solo la capitale d’Italia avrebbe potuto accogliere il debutto di un’opera, così intimamente connessa ai suoi luoghi più rappresentativi. Puccini ha fissato un ritratto indelebile di quel mondo bigotto e corrotto, ma la grandezza del suo lavoro è soprattutto quella di sfruttare questo impianto drammatico per arricchire la narrazione, oltrepassando gli angusti limiti di una recita teatrale e di un tempo rigidamente determinato. La verosimiglianza stimola l’immaginazione simbolica dello spettatore e se le opere d’arte sono anche strumenti per interpretare la realtà, a Tosca non si può negare il primato dell’aver saputo rappresentare, come nessun altro lavoro, l’autentico spirito di Roma. Il suo ritratto visto con gli occhi del giacobino Cavaradossi fu, forse, una causa delle contestazioni e tumulti scoppiati durante la prima: il pubblico era talmente affezionato ai propri potenti da non desiderare che venissero così, palesemente, messi in evidenza i loro vizi. Ma ciò non valse ovviamente a limitare il successo dell’opera, che nel corso delle repliche si affermò con inesauribile vitalità, la stessa che mantiene al giorno d’oggi. Puccini perseguì, fedelmente, l’intento di rappresentare una realtà, un ambiente, dei personaggi, mettendo la musica a servizio del dramma.

1943 (80 anni fa): Roosevelt è il primo presidente degli Stati Uniti a viaggiare in aereo durante la carica: volò, infatti, da Miami al Marocco per incontrare Winston Churchill e discutere dell’andamento della guerra. Alla fine di quello stesso anno si incontrò a Teheran con Churchill e Stalin: in quell’occasione i servizi segreti tedeschi tentarono di rapirlo, ma l’operazione fu sventata dai sovietici. Infine, insieme a Stalin e Churchill, alla Conferenza di Jalta, incontro in cui si discusse quale sarebbe stato l’assetto politico internazionale al termine della guerra. Il Presidente degli Stati Uniti è universalmente riconosciuto come una delle figure più potenti del pianeta. La centralità del ruolo si poté percepire ancora di più durante la Seconda Guerra Mondiale, quando l’intervento militare degli americani fu fondamentale, assieme all’armata sovietica, per liberare buona parte dell’Europa dal dominio nazifascista. In pochi sanno, però, che un ruolo così fondamentale fu ricoperto da una persona con disabilità: se oggi questa informazione non dovrebbe fare notizia, all’epoca fu un fatto importante. A 39 anni, in vacanza sull’isola di Campobello, Roosevelt contrae una malattia le cui conseguenze lo accompagneranno per tutta la vita. Al tempo fu ritenuta poliomelite, anche se oggi, alcuni studi, sembrano affermare che si trattò della sindrome di Guillain-Barré. Ad ogni modo, le conseguenze furono importanti: oltre a problemi cardiaci come l’aritmia, dovette far fronte a una disabilità motoria. Per camminare si serviva di supporti metallici, vestiti sotto i pantaloni, con un bastone da passeggio o anche di stampelle. Esistono solo due foto di Roosevelt in sedia a rotelle, poiché cercava di tenere la sua disabilità nascosta al pubblico. Ai tempi, infatti, il problema fisico era fonte di discriminazione e una figura politica rilevante come la sua cercava di evitare che ciò indebolisse la sua posizione mediatica. Tuttavia, negli ambienti diplomatici la questione era nota e sappiamo di alcune dichiarazioni discriminatorie di Mussolini.

Scomparso oggi:

1957 (66 anni fa): muore, a Los Angeles, Humphrey DeForest Bogart attore. Nato, a New York, il 25 dicembre 1899 è stato una delle icone del cinema hollywoodiano, la sua inconfondibile figura viene ancora ricordata dagli appassionati di cinema a distanza di molti anni dalla morte. Dopo aver abbandonato gli studi e prestato servizio militare in marina, indirizza i suoi interessi al mondo dello spettacolo lavorando per l’impresario teatrale William Brady e debuttando come attore sui palcoscenici teatrali. Pubblico e critica cominciano ad accorgersi di lui quando interpreta Duke Mantee nell’adattamento per il palcoscenico della “Foresta pietrificata”. Quando John Huston lo sceglie nel ruolo di Sam Spade nel “Mistero del falco” il successo è incondizionato. Attore e regista creano il personaggio Bogart, sardonico e duro, che si arricchisce di interessanti sfumature introspettive nelle prove che seguiranno. Sarà, poi, un fuorilegge stanco e redento con il Raul Walsh di “Una pallottola per Roy”, avventuriero romantico e taciturno nel “Casablanca” di Curtiz. Dalla fine degli anni ’40, continua a lavorare con minore grinta ed impegno ritrovando il suo magnetismo solo con registi sensibili che gli affidano personaggi difficili e controversi o che lo catapultano nella commedia, come nel film “Sabrina”. Uomo maturo, ma ancora dotato di grande fascino, riempie le cronache scandalistiche con il suo amore per la giovanissima Lauren Bacall, per la passione per il mare e per l’alcool, per il suo carattere intrattabile e il caustico senso dell’ironia, infine per la lunga e disperata malattia un tumore ai polmoni che lo condurrà alla morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

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