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venerdì, Aprile 19, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 27 Febbraio.

Accadde che:

380 (1643 anni fa): gli imperatori Graziano, Valentiniano II e, soprattutto, Teodosio promulgano l’Editto di Tessalonica, un documento con il quale il Cristianesimo diviene la religione di Stato. L’editto proibisce, in primo luogo, l’arianesimo e, secondariamente, anche i culti pagani. La nuova legge riconosceva alle due sedi episcopali di Roma e Alessandria d’Egitto il primato in materia di teologia. Furono distrutti molti templi, con incendi, devastazioni, come quello di Giove di Olimpia e, dovunque, si compirono stragi ed atti di violenza contro il paganesimo e gli ordini sacerdotali: uno dei più noti, fu la distruzione, nel 392 circa, del Serapeum di Alessandria, ad opera del vescovo di Alessandria Teofilo che, alla guida di un esercito di monaci, provocò l’uccisione di numerosi pagani che erano intenti alle loro funzioni sacre. Inoltre, l’arcivescovo Giovanni Crisostomo organizzò una spedizione di asceti fanatici ad Antiochia, per demolire i templi e far uccidere i fedeli, mentre il vescovo Porfirio di Gaza fece radere al suolo il famoso tempio di Marnas.

1593 (430 anni fa): Giordano Bruno è incarcerato nel palazzo del Sant’Uffizio, a Roma. La denuncia arriva dallo stesso ospite del frate domenicano: Giovanni Mocenigo che fino al giorno prima è bramoso di conoscere i segreti dei trattati del filosofo e che si convince che questi voglia nascondergli il suo sapere. Le accuse sono gravissime: avere opinioni contrarie alla Chiesa cattolica; avere opinioni eretiche sulla Trinità, su Cristo e la sua divinità e incarnazione, sull’eucarestia e la messa; credere nella metempsicosi, nell’esistenza e nell’eternità di più mondi; di negare la verginità di Maria; di praticare la divinazione e la magia; di essere lussurioso e vivere al modo degli eretici protestanti. Durante il processo Bruno si difende dalle accuse e cerca di convincere i giudici che ragionare in termini filosofici non significa essere eretici. Per sette lunghi anni è interrogato sotto tortura, gli viene chiesto di abiurare le sue tesi ma, pur avendo momenti di incertezza, non rinnega il suo pensiero filosofico. La sua vicenda di conclude il 17 febbraio 1600 con la condanna al rogo per eresia, eseguita in piazza Campo dei Fiori.

Nata oggi:

1932 (91 anni fa): nasce, a Londra, Dame Elizabeth Rosemond Taylor, nota anche come Liz Taylor, attrice, considerata l’ultima grande diva dell’era d’oro di Hollywood per le sue doti recitative e una delle più singolari bellezze cinematografiche. Suo padre, Francis, era un facoltoso mercante d’arte; sua madre, Sarah Sothern, era un’attrice ritirata dalle scene subito dopo l’arrivo di Liz. La bambina vive un’infanzia felice, in Inghilterra, nonostante stia arrivando la guerra mondiale. La sua famiglia vive infatti nel lusso e frequenta la buona società. Un amico di famiglia manda un suo provino a vari studios e la convoca la Universal. Mamma Sara riesce a farla mettere sotto contratto per setta anni a 200 dollari a settimana. A soli 9 anni Elizabeth fa il suo debutto cinematografico in There’s one born every minute, mai arrivato in Italia. Ma la Universal non la fa più lavorare e dopo un anno decide di rescindere il contratto. Si fa avanti la Metro-Goldwyn-Mayer, i cui vertici le danno più fiducia e le offrono un contratto di prova di tre mesi. È così che ad appena dieci anni le viene assegnato un ruolo nel film. Torna a casa, Lassie!, perché il regista aveva bisogno di qualcuno con l’accento britannico. Finisce per essere la più notata in assoluto. Ancora adolescente, la giovane Elizabeth era riluttante a continuare la carriera di attrice, ma la madre la spronò a esercitarsi senza sosta per imparare a piangere a comando, controllandola durante le riprese e segnalandole gli errori. Nel 1949 gira un altro film destinato a diventare un classicone, è Amy in Piccole donne. In seguito, gira Un posto al sole, L’ultima volta che vidi Parigi, Il gigante, La gatta sul tetto che scotta  e Venere in visone. Con quest’ultimo arriva il primo Oscar per l’attrice. Nel 1960, comincia malvolentieri, ma con un compenso di 1 milione di dollari, la travagliata lavorazione di un kolossal destinato a fallire: ”Cleopatra”. Il budget è tra i più elevati della storia di Hollywood, il film esce nelle sale nel 1963, ottenendo un enorme fiasco al botteghino. Sul set del film, però, l’attrice e il suo co-protagonista, l’affascinante attore inglese Richard Burton, si innamorano follemente l’una dell’altro. Nascerà così un’appassionata quanto travagliata storia d’amore sfociata per ben due volte nel matrimonio.  Gli anni ’70 sono segnati, infatti, dai tira e molla con Burton e dalla partecipazione a pellicole spesso deludenti. Negli anni ’80, l’attrice si dedica con grande successo al teatro. Negli ultimi anni di vita ha continuato la sua campagna di sensibilizzazione in favore dell’AIDS e a raccogliere fondi per finanziare la ricerca. Muore, a Los Angeles, il 23 marzo 2011.

 

 

 

 

 

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