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giovedì, Marzo 28, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Febbraio.

Accadde che:

1954 (69 anni fa): viene messo in vendita il primo modello di televisore a colori, il Westinghouse H840CK15, nella zona di New York, utilizzando la trasmissione Ntsc offerta al pubblico. Si tratta di un miglioramento rispetto alla prima tecnologia televisiva in bianco e nero, in cui viene visualizzata l’immagine in toni di grigio. La tecnica si basa fondamentalmente sulla scansione delle componenti di colore fondamentali (rosso, blu e verde) e sulla sua riproduzione su schermi, mediante fosfori o pixel complessi composti da tre elementi più piccoli, uno per il colore rosso, uno per il blu ed uno per il verde. La tecnica si è sviluppata, grazie al progresso delle tecnologie elettroniche e soprattutto alla progressiva riduzione delle dimensioni dei componenti. La prima serie televisiva trasmessa a colori in rete è stato “il matrimonio” , una commedia trasmessa in diretta dalla Nbc, nell’estate del 1954.

1991 (32 anni fa): si conclude la guerra del Golfo tra Iraq e Kuwait. Si tratta del conflitto che oppose l’Iraq a una coalizione composta da 35 Stati formatasi sotto l’egida dell’ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall’Iraq. Il 2 agosto 1990 il raʾīs iracheno, Saddam Hussein, invase il vicino Stato del Kuwait per via delle sue riserve di petrolio dalla dimensione considerevole. Le ragioni dell’invasione vanno rintracciate su due livelli: il primo, consistente in una prova di forza con gli Stati Uniti e i loro alleati, come conseguenza dell’ambigua politica mediorientale portata avanti dal governo di Washington durante e dopo la guerra Iran-Iraq; il secondo rivendicando l’appartenenza del Kuwait alla comunità nazionale irachena, sulla scorta del comune passato ottomano e di una sostanziale identità etnica, malgrado tuttavia l’Iraq avesse riconosciuto l’indipendenza del piccolo emirato del golfo Persico quando questo era stato ammesso alla Lega araba.

Scomparso oggi:

1956 (67 anni fa): muore, a Milano, Carlo Gnocchi presbitero, educatore, attivista e scrittore. Nato, a San Colombano al Lambro (Milano), il 25 ottobre 1902 è  venerato come beato dalla Chiesa cattolica. Gnocchi entra in seminario alla scuola del cardinale Andrea Ferrari e nel 1925 viene ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Milano, Eugenio Tosi. Il suo primo impegno è quello di assistente d’oratorio. Grazie al suo operato raccoglie stima, consensi e affetto tra la gente, tanto che la fama delle sue doti di ottimo educatore giunge fino in Arcivescovado. Nel 1940 l’ Italia entra in guerra e Don Carlo si arruola come cappellano volontario. Nel 1942 riparte per il fronte,  ed proprio in questa tragica esperienza che, assistendo gli alpini feriti e morenti e raccogliendone le ultime volontà, matura in lui l’idea di realizzare una grande opera di carità che troverà compimento, dopo la guerra, nella “Fondazione Pro Juventute”. Ritornato in Italia nel 1943, Don Gnocchi inizia il suo pellegrinaggio attraverso le vallate alpine, alla ricerca dei familiari dei caduti, per dare loro un conforto morale e materiale. In questo stesso periodo aiuta molti partigiani e politici a fuggire in Svizzera, rischiando in prima persona la vita: viene arrestato dalle SS con la grave accusa di spionaggio e di attività contro il regime. A partire dal 1945 comincia a prendere forma concreta quel progetto di aiuto ai sofferenti pensato negli anni della guerra: Don Gnocchi viene nominato direttore dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio (Como), e accoglie i primi orfani di guerra e i bambini mutilati. Inizia così l’opera che porterà Don Carlo Gnocchi a guadagnare sul campo il titolo più meritorio di “padre dei mutilatini”. Nel 1955 lancia la sua ultima grande sfida: si tratta di costruire un moderno centro che costituisca la sintesi della sua metodologia riabilitativa. Nel settembre dello stesso anno, viene posata la prima pietra della nuova struttura nei pressi dello stadio Meazza (San Siro) a Milano. Purtroppo, vittima di una malattia incurabile Don Gnocchi non riuscirà a vedere completata l’opera nella quale aveva investito le maggiori energie. Una delle sue frasi più belle è la seguente:“Bisogna concentrare l’attenzione dello spirito, non lasciarsi assorbire dalla vita di superficie, stabilire in ogni giornata una zona di silenzio, affinare la sensibilità dell’anima.”

 

 

 

 

 

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