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giovedì, Aprile 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 23 Marzo.

Accadde che:

1839 (184 anni fa): risale il primo uso di cui si ha notizia della locuzione OK, utilizzato infatti sul Boston Post. L’uso del termine O.K., le iniziali della trascrizione fonetica, si sarebbe così diffuso “Via mare” anche al mondo occidentale. Dal greco Όλα Καλά (trascrizione fonetica: ola kalà), che significa “Tutto bene”. Il termine OK ha cominciato a diffondersi in Italia a partire dal 1943, anno nel quale le truppe statunitensi sbarcarono in Sicilia e iniziarono la campagna militare che nel corso dei due anni seguenti li avrebbe portati a risalire l’intera Italia. Tuttavia, la diffusione gergale vera e propria iniziò solo alla fine degli anni settanta con il proliferare delle radio private a opera di alcuni D.J., i quali, abituati ad ascoltare canzoni inglesi, adottarono questa locuzione per esprimere in modo sintetico il loro punto di vista su argomenti, canzoni e altro.

1857 (166 anni fa): viene installato e messo in funzione il primo vero e moderno ascensore per il trasporto di persone in un negozio di porcellane a New York, che viaggiava alla velocità di 12 metri al minuto. Fin da subito l’ascensore si rivelò uno strumento rivoluzionario, capace di stravolgere l’assetto dei palazzi signorili delle grandi città; i nobili, che prima dell’ascensore abitavano prevalentemente i piani bassi degli edifici, lasciando gli appartamenti ai piani alti alla servitù, iniziarono a preferire appartamenti con viste panoramiche. Con l’avvento dell’energia elettrica, anche l’ascensore si evolve; nel 1880, infatti, il tedesco Werner von Siemens introduce nell’ascensore il motore elettrico, rendendo questo sistema di trasporto ancora più efficiente e veloce. Nel 1870, in Italia,  precisamente nell’albergo Costanzi di Roma, viene installato il primo ascensore.

Nato oggi:

1971 (52 anni fa): nasce, a Palermo, Valentino Picone comico, attore, cabarettista, conduttore televisivo, sceneggiatore e regista, membro del duo comico Ficarra e Picone. Con ironia e simpatia, ha presentato pregi e difetti dell’Italia attraverso personaggi amabili che hanno fatto la storia di Zelig. Valentino adora il mondo dello spettacolo fin da piccolo e, una volta cresciuto si diletta a far divertire la clientela di numerosi villaggi turistici del sud Italia. Nel 1993, in vacanza a Taormina, incontra l’animatore Salvatore Ficarra. I due diventano subito grandi amici e decidono di fondare un trio di cabaret assieme alla collaborazione di Salvatore Borrello. Il gruppo comico viene chiamato “Chiamata urbana urgente”, nome d’arte di successo che li porterà in giro ad esibirsi in diversi teatri d’Italia. Cominciano a collezionare premi prestigiosi e a fare breccia nel pubblico televisivo, prendendo parte a “Zero a Zero” su Telenorba e “Seven Show” di Italia 7. Nel 1998 Borrello lascia il gruppo che comincia a chiamarsi semplicemente “Ficarra & Picone”. Partecipano a “Zelig”, dove sono rimasti ospiti fissi per anni, all’ “Ottavo nano” condotto da Serena Dandini e a “Gnu” di Rai 3. Dopo il successo strepitoso conquistato sui palcoscenici di tutta Italia, decidono di portare al cinema i loro personaggi più famosi. Così, dopo una piccola comparsa in Chiedimi se sono felice con Aldo, Giovanni e Giacomo, nasce il progetto cinematografico di “Nati stanchi”. La comicità televisiva si scontra con i tempi ritmici di un lungometraggio e il film non ottiene il consenso sperato. Seguono la pubblicazione dei libri “Stanchi” e “Vuoti a perdere”. Il successo al cinema arriva con il film “Il 7 e l’8”, vera e propria sorpresa in termini di incassi. I due comici ci riprovano nel 2009 con “La matassa”, riuscendo a conquistare ancora il pubblico. Nel 2011 tornano con “Anche se è amore non si vede”, nel 2014 “Andiamo a quel paese”, segue “L’ora legale”, “Il primo Natale” e nel 2022 esce su Netflix la loro prima serie “Incastrati”. Infine, vengono diretti da Roberto Andò ne “La stranezza”. Questo ha detto, in un’intervista, parlando del suo lavoro: “Scegliamo di lavorare con chi è più adatto a noi, anche caratterialmente, perché per noi fare un film è un’esperienza umana e ogni film diventa poi figlio di tutti quelli che hanno partecipato alla sua realizzazione”.

 

 

 

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