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domenica, Ottobre 6, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Aprile.

Accadde che:

1986 (37 anni fa): Papa Giovanni Paolo II visita il Tempio Maggiore di Roma: è la prima volta nella storia che un Papa entra in una sinagoga. Accolto con gioia e a braccia aperte dal rabbino capo Elio Toaff, per molti ebrei Wojtyla è il pontefice che più ha fatto per avviare un proficuo dialogo ebraico-cristiano. L’abbraccio Giovanni Paolo II e il rabbino capo di Roma, Elio Toaff, suggellava, infatti, una visita che resterà impressa nei cuori e nei ricordi di tante persone. Quel giorno di aprile, per la prima volta un Papa varcava la soglia della Sinagoga compiendo un gesto che i suoi Successori avrebbero poi ripetuto. Tappa, dunque, di un cammino importante fatto anche delle preghiere dei Papi scritte su un biglietto e inserito nelle fessure del Muro del Pianto a Gerusalemme così come delle visite ad Auschwitz e da altri gesti. Nella ricchezza del discorso tenuto in quell’occasione, Papa Wojtyla sottolineava il legame del cristianesimo con l’ebraismo e, richiamandosi proprio alla dichiarazione del Concilio su “Le relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane”, ricordava come la Chiesa “deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli ebrei ogni tempo da chiunque”. Papa Giovanni, una volta uscito dalla sinagoga, fece fermare la macchina per benedire la folla di ebrei che uscivano da quello stesso Tempio.

1997 (26 anni fa): Tiger Woods diventa il golfista più giovane a vincere il The Masters, uno dei tornei di golf più importanti del mondo, che ogni anno dal 1934 si gioca in Georgia, all’età di 21 anni. L’americano conclude il Masters col punteggio totale di 270 (70-66-65-69) colpi, 18 sotto il par, e stabilisce un secondo record, infliggendo il maggior distacco di sempre al secondo classificato Tom Kite, che chiude il torneo a -6. È l’inizio di una carriera che lo porta a diventare il giocatore che ha vinto più titoli individuali della storia e nel 2014 è il primo sportivo del mondo che supera il miliardo di dollari guadagnati con vittorie e sponsor.

Scomparso oggi:

2002 (21 anni fa): muore, a Roma, a soli 35 anni, Alex Baroni, all’anagrafe Alessandro Guido Baroni, cantautore, dopo 25 giorni in coma irreversibile a causa di un terribile incidente motociclistico.  Nato, a Milano, il 22 dicembre 1966, eredita dai genitori l’amore per la scienza, figlio di Gianni, fisico, e di Marina Marcelletti, matematica, si laurea in chimica all’Università di Milano e all’inizio della sua carriera da musicista insegna chimica in istituti tecnici pubblici e privati. Nei primi anni Novanta, inizia a dedicarsi professionalmente alla musica cantando nei locali milanesi. Diventa corista per artisti come Eros Ramazzotti, Ivana Spagna, Francesco Baccini e Rossana Casale. Assieme ad Andrea Zuppini forma i Metrica e nel 1994 il duo pubblica  il suo primo album in studio, intitolato “Fuorimetrica” prodotto da Eros Ramazzotti, con cui Alex duetta nel brano “Non dimenticare Disneyland”. È stato proprio Eros a notare il suo corista e a fargli fare il grande salto. Nel 1997, arriva la popolarità con Sanremo, a cui Baroni partecipa come cantante, nella Categoria Giovani, ottenendo un grande successo di critica e di pubblico con il brano “Cambiare”. Lo stesso anno esce l’album che porta il suo nome e nel 1998 “Quello che voglio”, che contiene uno dei suoi brani più celebri “Onde”. Nel 1998 partecipa nuovamente a Sanremo con il brano Sei tu o lei (Quello che voglio), ma questa volta nella categoria “Big”. La sua carriera viene troncata da quel tragico incidente, che ha spezzato i cuori di milioni di fan e della sua ex, la cantante Giorgia. Quella tra Alex Baroni e Giorgia è stata una lunga e intensa storia d’amore, dal 1997 al 2001 e, anche se i due non stavano più insieme quando lui è morto, la cantante romana ha più volte raccontato di aver sofferto molto per la scomparsa di Alex: “Avrei voluto morire anche io con lui. Noi ci eravamo lasciati, ma le cose da dire erano ancora tante, troppe…non mi rassegnavo”.

 

 

 

 

 

 

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