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giovedì, Ottobre 10, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 7 Giugno.

Accadde che:

1926 (97 anni fa): l’architetto catalano Antoni Gaudí viene investito da un tram, il primo tram messo in circolazione nella città. Il suo miserevole aspetto ingannò i soccorritori, i quali lo credettero un povero vagabondo e lo trasportarono all’ospedale della Santa Croce, un ospizio per i mendicanti.  Fu riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Família. Morì il 10 giugno e, nonostante questa fine quasi miserabile, al suo funerale parteciparono migliaia di persone. I barcellonesi lo soprannominarono da quel momento “L’architetto di Dio”.  Inoltre, venne disposta la sepoltura nella cripta della Sagrada Familia, forse la sua opera più significativa. La sua carriera di architetto è stata caratterizzata dall’elaborazione di forme straordinarie, imprevedibili e oniriche, realizzate utilizzando i più diversi materiali, da cui Gaudí seppe trarre le massime possibilità espressive, con una profonda attenzione per le lavorazioni artigianali. La profonda fede cattolica dell’artista e la sua spiritualità permeano tutte le sue opere. L’arcivescovo di Barcellona ha avviato il processo di canonizzazione nel 1998, definendo Gaudí “Un laico mistico”. Nel 2003, conclusa la fase diocesana, la documentazione è stata inviata alla Santa Sede, il Vaticano ha dato via libera alla beatificazione, nominandolo “Servo di Dio”.

1984 (39 anni fa): durante un comizio a Padova, sul palco di Piazza della Frutta, in vista delle successive elezioni europee, il leader del PCI Enrico Berlinguer viene colpito da un ictus. Iniziò a sentirsi male, mentre si apprestava a pronunciare la frase: “Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda.” Pur palesemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse: «Basta, Enrico!». Alla fine del comizio rientrò in albergo, dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Dopo il consulto con un medico, venne trasportato all’ospedale e ricoverato in condizioni drammatiche. Morì l’11 giugno a causa di un’emorragia celebrale. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo a entrare in stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Commovente fu il suo saluto al funerale, il 13 giugno, al quale partecipò circa un milione di persone: il presidente si chinò con la testa sopra la bara, baciandola tra gli applausi dei presenti.  Anche coloro che erano in assoluto politicamente più distanti da Berlinguer, ovvero Giorgio Almirante e Pino Romualdi, rispettivamente segretario e presidente del Movimento Sociale Italiano, riconoscendo il rigore morale dell’avversario, parteciparono al funerale. Per decisione della famiglia, secondo la volontà espressa alla moglie, Berlinguer è stato sepolto a Roma nel cimitero di Prima Porta, nonostante il Partito desiderasse che fosse tumulato al  Cimitero del Verano, nel mausoleo in cui già riposavano i dirigenti comunisti Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio e Luigi Longo e dove, nel 1999, sarebbe stata sepolta anche Nilde Iotti.

Scomparso oggi:

2003 (20 anni fa): muore, a Polistena (Reggio Calabria), Antonio Piromalli critico letterario, scrittore e poeta.  Nato, a Marapoti (Reggio Calabria), il 3 settembre 1920, è stato l’intellettuale che più di tutti ha fatto per la Calabria alla quale con la sua “Letteratura calabrese” ha dato la consapevolezza del possesso di una grande civiltà letteraria. Indicato come il maestro di tutti quegli intellettuali calabresi, che hanno accolto l’obbligo etico di far uscire la Calabria dallo stato d’assedio di culture nemiche. Tra le sue opere: “La cultura a Ferrara ai tempi di Ludovico Ariosto” e “Letteratura e cultura popolare”. Come ha scritto Giorgio Bàrberi Squarotti, Piromalli è una delle rare ed ultime figure di “Letterato intero”, per il quale “Letteratura e passione della scrittura e severità e rigore politico, vita e storia, politica, lingua e invenzione sono fortemente legati”. Ne è un chiaro segno anche la sua produzione poetica, iniziata fin da adolescente, sviluppatasi ad attraversare e superare l’ermetismo per giungere a connotazioni di forte tensione morale e di dura satira sociale. La sua attività critica ha esaminato nel corso degli anni ogni epoca letteraria, ma ha guardato con interesse particolare alle culture popolari e subalterne, in aperta polemica contro il consueto opportunismo “Del letterato formalista che salta sempre sul carro del vincitore”. Quel giorno, Piromalli si trova a Polistena per presentare “Il viaggio”, romanzo inedito di Fortunato Seminara appena pubblicato a sua cura. Un folto pubblico lo attende nella sala comunale, ma durante il percorso a piedi un infarto, senza scampo, lo colpisce. È sepolto nel “Recinto della memoria” del cimitero di Maropati, accanto al narratore Fortunato Seminara e al poeta Rosario Belcaro.

 

 

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