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lunedì, Aprile 29, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 18 Settembre.

Accadde che:

324 (1699 anni fa): Costantino I sconfigge definitivamente Licinio nella battaglia di Crisopoli, diventando l’unico imperatore dell’Impero romano. Costantino fece sbarcare la sua armata presso il promontorio Sacro, a circa 35 km a nord di Calcedonia, e occupò alcune colline della zona, cominciando a dispiegare presso le stesse le sue truppe. Licinio schierò l’esercito e si scontrò con le forze di Costantino ormai pronte. L’aspetto religioso della battaglia si vide nelle insegne portate dai due schieramenti: Costantino lottò sotto il labaro, mentre Licinio usò gli stendardi delle divinità romane. Scoppiata una violenta battaglia tra Calcedonia e promontorio Sacro, le forze superiori di Costantino ebbero alla fine la meglio. Pare che Costantino non abbia usato manovre particolari nella battaglia, ma che abbia invece effettuato un massiccio assalto frontale contro le truppe di Licinio per metterle in fuga. Dei 130.000 armati schierati da Licinio, solo 30.000 riuscirono a mettersi in salvo. Gli altri furono o uccisi o fatti prigionieri. A seguito di questi avvenimenti Bisanzio si arrese, come pure la stessa Calcedonia, mentre Licinio si rifugiò ormai senza speranza a Nicomedia con la cavalleria e poche migliaia di fanti. Egli dopo aver perduto ogni speranza di ribaltare le sorti della guerra, uscì dalla città e si consegnò a Costantino, il quale lo mandò in esilio come privato cittadino a Tessalonica. L’anno seguente si compiva l’ultimo atto di questa guerra civile, quando Licinio fu giustiziato con l’impiccagione, forse per avere complottato una nuova rivolta ai suoi danni.

1938 (85 anni fa): a Trieste, Benito Mussolini legge per la prima volta le Leggi Razziali dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città. Si tratta di una serie di provvedimenti legislativi e amministrativi che verranno applicate da quell’anno fino al 1944. Norme discriminatorie rivolte soprattutto agli ebrei e a tutte le razze non ariane. Le norme prevedevano che, fra le altre limitazioni, gli ebrei non potessero possedere beni mobili e immobili oltre una certa soglia; dalle imposizioni di carattere economico, ma solo da quelle, erano esentati soltanto gli ebrei “discriminati” e cioè coloro i quali potevano vantare meriti particolari verso la patria o verso il regime. Dal 1943 e fino alla Liberazione nell’aprile del ’45, la situazione si aggravò poi di molto. Secondo le nuove norme approvate dalla Repubblica Sociale Italiana e messe in opera in collaborazione con i nazisti occupanti, tutti gli ebrei, senza eccezione, dovevano essere espropriati di tutto, nel quadro della politica di annientamento che avrebbe dovuto condurli alla morte nei campi di sterminio.

Nata oggi:

1908 (115 anni fa): nasce, a Stoccolma (Svezia), Greta Garbo pseudonimo di Greta Lovisa Gustafsson, attrice fra le più celebri della storia del cinema. Per il suo fascino misterioso e per la sua indiscussa bravura fu soprannominata “La Divina”. A quattordici anni è costretta ad abbandonare la scuola per via di una grave malattia contratta dal padre. Nel 1920, poco prima della morte del genitore, Greta lo accompagna in ospedale per un ricovero. Qui è costretta a sottostare ad una serie estenuante di domande e di controlli, volti ad accertare che la famiglia fosse in grado di pagare la degenza. Un episodio che fa scattare in lei la molla dell’ambizione. Dopo il decesso del padre, la ragazza si ritrova in ristrettezze economiche non indifferenti, tra cui un impiego come commessa. Nel negozio, nel 1922 entra il regista Erik Petschler. È la stessa Greta a servirlo. Grazie ai modi gentili e disponibili della Garbo, i due entrano subito in sintonia e diventando amici. Da subito, la ragazza chiede di poter partecipare in qualunque modo ad uno dei film del regista, ricevendone un assenso inaspettato. Decide allora di licenziarsi e di seguire il suo sogno. Si presenta all’Accademia Regia di Norvegia con la speranza di passare il difficile test di ingresso che permette di studiare gratis tre anni drammaturgia e recitazione. Il provino riesce, entra nell’Accademia e dopo il primo semestre è scelta per un provino con Mauritz Stiller il più geniale e famoso regista svedese del momento. Notevolmente eccentrico e trasgressivo, Stiller sarà il maestro e il mentore, il vero e proprio pigmalione che lancerà la Garbo. Sbarcata in America, girerà film in cui farà la parte della “femme fatale”. Dal 1927 al 1937, interpreta una ventina di film in cui rappresenta una seduttrice destinata a una fine tragica. La creazione della sua leggenda si è plasmata anche grazie ad alcuni atteggiamenti tenuti dall’attrice stessa ed assecondati, se non alimentati, dal mentore Stiller. Il set, ad esempio, era estremamente protetto, inaccessibile per chiunque. Scoppiata la guerra e dopo l’insuccesso di “Non tradirmi con me” decide, a soli 36 anni ad abbandonare per sempre il cinema. Felice del suo successo, era al contempo infastidita dal clamore della celebrità e da chi voleva a tutti i costi farsi i fatti suoi. Il suo atteggiamento risultò a tratti antipatico, ma contribuì ad alimentare ancor di più la sua fama di inarrivabile. A renderla insoddisfatta era anche il fatto che, nella maggior parte dei casi, le veniva sempre assegnato lo stesso ruolo: personaggi provocanti, vamp senza scrupoli, aristocratiche, cortigiane, prostitute, spie, mogli infedeli che lei non riusciva a sentire come sue, avendo di base un carattere timido e introverso. Solo nel 1939, Ernst Lubitsch le diede la possibilità di recitare nella commedia Ninotchka, dove, per la prima volta, rideva. Questo avvenimento fu usato per lanciare il film con lo slogan La Garbo ride. Muore, a New York, il 15 aprile 1990.

 

 

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