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domenica, Maggio 5, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 26 Settembre.

Accadde che:

52 a.C. (2075 anni fa): con la resa del capo gallo Vercingetorige, Giulio Cesare vince la battaglia di Alesia. La battaglia di Alesia si svolse tra l’esercito romano guidato da Gaio Giulio Cesare e le tribù galliche guidate da Vercingetorige, capo degli Arverni, nell’ambito della conquista della Gallia. L’esito finale della battaglia fu favorevole ai Romani che, al termine dello scontro, poterono annettere i nuovi territori alla provincia della Gallia Narbonense. Alesia fu l’ultimo fra i grandi scontri tra Galli e Romani e segnò il punto di svolta delle guerre galliche in favore di Roma. La fine di Alesia segnò la fine della resistenza e del sogno di libertà della Gallia unita. I soldati di Alesia furono fatti prigionieri e in parte assegnati in schiavitù ai legionari di Cesare come bottino di guerra, Vercingetorige fu rinchiuso nel Carcere Mamertino e nei sei anni successivi rimase nell’attesa di essere esibito nella sfilata trionfale di Cesare, per poi essere strangolato una volta terminata la processione, come era tradizione per i comandanti nemici catturati. Per Cesare la vittoria di Alesia costituì il più importante successo militare, tanto che ancora oggi è considerato uno degli esempi di strategia militare più importanti dell’intera storia dell’umanità.

1980 (43 anni fa): una bomba esplode di fronte l’entrata dell’Oktoberfest, a Monaco. Il bilancio è di  13 morti e 211 feriti. Si tratta del più grave attentato del dopoguerra in terra tedesca. A piazzare la granata è stato Gundolf Köhler, studente in Geologia, identificato solo attraverso il passaporto che portava con sé. Al momento del suo ritrovamento era, infatti, irriconoscibile: troppo gravi le ferite dell’uomo, orribilmente sfigurato al volto e privo di entrambe le braccia. Gli sono bastati 1,39 kilogrammi di TNT, nascosti all’interno di un cestino per l’immondizia, per seminare morte alla 146° rassegna del festival. Come i moderni attentatori dell’ISIS, Gundolf in più ha riposto la bomba all’interno di un cilindro di metallo, riempito di viti e chiodi per rendere ancora più devastante lo scoppio. Dalla sentenza dell’alta Corte uscì così il ritratto di uno studente depresso con una vita segnata da delusioni e relazioni fallimentari. La conclusione dl processo è che sia trattato di un attentato fatto da un autore unico.

Scomparsa oggi:

1973 (50 anni fa): muore, a Roma, Anna Magnani attrice. Nata, a Roma, il 7 marzo 1908 è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema. È tra le poche attrici, sicuramente la prima italiana, a essere celebrata come mito, talento unico e grande personalità artistica in tutto il mondo. Anna Magnani è stata una figura chiave del neorealismo italiano, interpretando con stile inimitabile il personaggio della popolana focosa e sboccata, ma allo stesso tempo sensibile e generosa, incarnazione dei valori genuini di un’Italia minore. L’attrice è ricordata per quella sua inarrivabile e passionale carica umana, che talvolta sfociava in sanguigne manifestazioni di rabbia o di affetto e che la distinguevano, oltre come inarrivabile interprete, come donna forte e sensibile, anche se profondamente tormentata. Cresciuta dalla nonna materna in condizioni di estrema povertà, comincia molto presto a cantare nei cabaret e nei night-club romani e contemporaneamente studia all’Accademia d’Arte Drammatica. Tra il 1929 e il 1932 lavora nella compagnia teatrale diretta da Dario Niccodemi e nel 1934 passa alla rivista. Diviene ben presto uno dei nomi più richiesti del teatro leggero italiano. Lavora con Vittorio De Sica e con Totò. Fino a quando arriva la sua completa rivelazione nel film neorealista “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini, con il quale avrà una burrascosa, ma intensa relazione amorosa.  Il 1955 è l’anno in cui vince addirittura il premio Oscar per la sua interpretazione nel film di Daniel Mann, “La rosa tatuata”.  Negli anni ’60 si rituffa nel teatro, mentre tra il 1971 e il 1973 interpreta quattro stupendi film-tv scritti e diretti da Alfredo Riannetti, quali “La sciantosa”, “1943: un incontro”, “L’automobile” e “…correva l’anno di grazia 1870”. La sua ultima, breve, apparizione sugli schermi è stata nel film “Roma” (1972) di Fellini, nella parte di sé stessa. Riportiamo una delle sue più belle citazioni: “Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza in meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”.

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