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giovedì, Maggio 2, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 4 Ottobre.

Accadde che:

1964 (59 anni fa):il presidente del Consiglio, Aldo Moro inaugura l’A1 Milano-Napoli, più nota come Autostrada del Sole. Prima di questa data occorrevano due giorni di viaggio per coprire la distanza tra Milano e Napoli, perdendosi tra strade provinciali ed urbane. Ora s’impiegavano soltanto otto ore per percorrere i 755 km in cui si distende il tratto autostradale. Costati 272 miliardi di lire (pari a circa 140 milioni di euro), i lavori sono stati avviati otto anni prima, con la posa della prima pietra nel maggio del 1956. Due anni e mezzo dopo è stato inaugurato il primo tratto da Milano a Parma. Il pedaggio entrerà in vigore qualche mese dopo: l’esattore Mario Pasetti ricorderà di aver rilasciato il primo biglietto l’8 dicembre del 1958, a un’automobile modello Fiat 1100. Si tratta di un evento importante, in quanto, grazie all’apertura dell’Autostrada del Sole, non solo ci fu un risvolto positivo dal punto di vista economico, con un “avvicinamento” più veloce tra Nord e Sud-Italia, che all’epoca, si configurava come un passo di notevole importanza, ma si è potuto anche usufruire di un nuovo servizio che poneva fine a tantissimi inconvenienti a danno dei viaggiatori.

1965 (58 anni fa): Paolo VI è il primo Papa a visitare l’Onu. In quegli anni la guerra del Vietnam è in pieno svolgimento. Il mondo si presenta diviso in due blocchi contrapposti: Stati Uniti e Unione Sovietica. A Roma si sta per concludere il Concilio Vaticano II, rappresentato nel corso della visita del Papa all’Organizzazione da una delegazione di cardinali. Il Papa viene invitato all’Onu dal segretario generale, il birmano Maha Thray Sithu U Thant e viene accolto e presentato all’assemblea dal presidente di turno, l’italiano Amintore Fanfani. Paolo VI inizia il suo discorso fugando ogni dubbio sulla sua presenza: “Voi avete davanti un uomo come voi; egli è vostro fratello… Egli non ha alcuna potenza temporale, né alcuna ambizione di competere con voi”. Due sono le note che attraversano l’intervento del Papa: l’afflato missionario (“…voi conoscete la Nostra missione; siamo portatori d’un messaggio per tutta l’umanità”) e la volontà di “fare nostra la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli anelanti alla giustizia, alla dignità della vita, alla libertà, al benessere e al progresso”. In questo contesto, s’inserisce l’invito del Papa a costruire “la pace totale”. Invito da cui sgorga l’esclamazione: “Non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell’intera umanità!”. Nelle parole di Paolo VI non mancano riferimenti “all’uguaglianza e alla giustizia internazionale, a favore dei poveri del mondo”. Il Papa conclude il suo discorso con un appello al “rispetto della vita dell’uomo” che “è sacra: nessuno può osare di offenderla”.

Scomparso oggi:

2012 (11 anni fa): muore, a Siderno, a causa di un incidente con la moto, Carmelo Tropeano, conosciuti da tutti come Lillo, all’età di soli 48 anni. 

Per ricordarlo pubblichiamo il commovente ricordo scritto dal suo amico, Claudio Panetta, in occasione del decimo anno di questa triste ricorrenza.

“Quattro ottobre 2012 ore 17,45 minuto “più “minuto” meno”. Si ferma la vita di colui che posso benissimo definire MIO FRATELLO! Esperto culturista, titolare di una nota palestra del settore a Siderno, esperto centauro sin dall’adolescenza con dapprima i celebri scooter della generazione anni ’80 e poi le migliori moto da cross, sino ad arrivare alle splendide moto da strada più ricercate. Eccolo! Gli “avevo promesso” da tempo che lo avrei ricordato pubblicamente, certo di fargli cosa gradita non perché amasse particolarmente farsi notare, anzi al contrario, ma perché in silenzio, come me, gli piaceva gli venisse data la giusta considerazione e amava in cuor suo prendersi le sue soddisfazioni. Lo chiameremo Lillo; lo definiremo un ragazzo molto forte fisicamente, duro di carattere, abbastanza determinato, ma dall’altro lato, “dentro”, dolcissimo, paziente, buono, disponibile come pochi, anzi pochissimi! In sella alla sua potente moto, a bassissima velocità come rilevato, stava percorrendo per spirito di passeggiata il lungomare della città, quando, inspiegabilmente, arrivato al tratto a Sud dello stesso, perdeva il controllo del mezzo autonomamente cadendo rovinosamente e battendo la testa. Caduta fatale, caduta mortale! Morte avvenuta all’istante. Un po’ inspiegabile per la sua competenza. Qualcun’altro ha avuto responsabilità in questo, ma ormai tutto ciò è poco importante, se non fosse perché il/la responsabile non si è mai presentato rivelandosi. Ero come al solito accade, fuori sede per lavoro nel mentre tutto ciò accadeva. Apprendevo la triste notizia intorno alle 20,00 in un bar. Non so spiegarvi cosa ho provato, quale enorme “ondata” di emozioni ha pervaso il mio cuore e la mia anima. Qualcosa di molto simile l’avevo provata a 12 anni, quando i carabinieri vennero a casa mia a comunicarci la morte di papà, anche lui scomparso improvvisamente per strada. Non volevo crederci, mi dicevo ”Non è possibile”, pensavo e speravo non fosse vero, ma all’epoca mi occupavo di cronaca nera oltreché di spettacolo per la radio e in breve appresi dalle forze dell’ordine anche la dinamica di quanto avvenuto. Quando ho metabolizzato tutto ho incominciato a sentirlo vicino come quando da giovanissimi si usciva insieme, ho incominciato a “parlarci “come mi accade spesso coi miei genitori e vi dirò che le “risposte“ non mancano. La vita matrimoniale e famigliare ci aveva da poco per così dire “allontanato”; quella professionale anche. Io sempre in giro irriducibilmente, lui più stabile, ma sempre impegnato ad allenarsi. Vi dirò che una parte di me si è un po’ “intorpidita” con lui, lasciando spazio a un vuoto che solo i miei ricordi colmano. Le nostre notti trascorse nell’auto di suo papà a parlare delle ragazze di cui ci saremmo “occupati” successivamente (a volte 2 o 3 contemporaneamente), le nostre corse in auto o in moto (quest’ultima la guidava solo lui), al limite dell’estremo o sulla neve; i nostri “andiamo a prendere un caffè “e si andava davvero; solo che ci “allungavamo“ un po’ di più dei normali esseri umani (Napoli, Roma);il nostro vivere “a tavoletta“ quasi h 24 (mia caratteristica anche adesso), le risse anche per difendere qualcuno, la nostra allegria condivisa, le preoccupazioni dell’adolescenza prese in ironia e a “zero problemi”, le nostre giornate e non solo, trascorse nella mansarda dei suoi genitori, ora anch’essi lassù, che mi volevano un gran bene e vantavano anche una bella e sincera amicizia con i miei familiari; gli scherzi, le risate, la goliardia, le nostre ultime compagne, a cui abbiamo raccontato particolari incredibili delle nostre vite insieme che ancora stentano a credere! Quanto ci siamo voluti bene amico mio e quanto ci siamo divertiti insieme! Quanta vita! Bella, spericolata, allegra, spensierata, divertente, pazza! Come noi! Quanto ho appreso e avuto da te e quanto tu da me! Lo diceva la tua cara mamma! Quanto vuoto dopo! Quanto bene ci siamo voluti! Quanto ce ne siamo fatti! E quanto ce ne vorremo e te ne vorrò ancora! Tu in una dimensione diversa, sicuramente migliore, angelo custode della tua cara Cinzia, della tua meravigliosa figlia, dei tuoi fratelli, ma anche mio, perché ogni qualvolta “sento“ la tua presenza in me tu mi dai conferma e segnali con “testimonianze“ inoppugnabili! Con ciò che di bello mi accade quando “ti sento!”

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