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venerdì, Maggio 3, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 4 Dicembre.

Accadde che:

1532 (491 anni fa): la Sacra Sindone viene gravemente danneggiata da un incendio. La combustione provocò la fusione della parte superiore del prezioso reliquiario, alcune gocce di metallo incandescente cadono all’interno della Sindone, carbonizzando un angolo. In questa occasione fu salvata da quattro coraggiosi: il consigliere ducale Lambert, il fabbro Guglielmo Poussod e due francescani rimasti sconosciuti. Secondo la tradizione popolare e religiosa la Sindone è il lenzuolo funerario che avvolse il cadavere di Gesù dopo la crocifissione e la morte. È l’apostolo Paolo in una lettera scritta a Efeso, ai cristiani di Corinto tra il 54 e 56, che parla della morte di Gesù avvenuta nell’anno 30. Tutti e quattro i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni iniziano con la richiesta di Giuseppe di Arimatea a Pilato di ottenere il corpo del giustiziato mediante crocifissione. Essi descrivono anche che fu Giuseppe che depose il cadavere di Gesù dalla croce e “Lo avvolse in un lenzuolo pulito”. Secondo quanto ci ha riferito il professore Baima Bollone nel suo intervento all’oratorio del Caravita: «La figura impressa sulla Sindone è quella di un corpo crocifisso irrigidito dal rigor mortis (…) il telo fu teso a ponte sul cadavere irrigidito nell’atteggiamento di lieve flessione del capo. Si nota la marcata rigidità dei muscoli mimici e del collo, comprovato dalla posizione del capo permanentemente flesso verso il torace. La rigidità cadaverica è mostrata anche dalle grandi masse muscolari del petto e delle cosce». Oggi, la Sacra Sindone è custodita nella Cattedrale di Torino, nell’ultima cappella della navata sinistra, sotto la Tribuna Reale.

1563 (460 anni fa): avviene la chiusura ufficiale del Concilio di Trento, dopo 25 sessioni. Durato ben 18 anni, dal 1545 al 1563, sotto il pontificato di tre papi, venne definita la riforma della Chiesa cattolica (Controriforma) e la reazione alle dottrine del calvinismo e del luteranesimo (Riforma protestante). Fu un concilio importante per la storia della Chiesa cattolica, tanto che l’aggettivo “tridentino” viene usato ancora oggi per definire alcuni aspetti caratteristici della Chiesa cattolica ereditati da questo concilio e mantenuti per i successivi tre secoli, fino ai concili Vaticano I e Vaticano II. Dal concilio, infatti, emersero le linee fondamentali del cristianesimo cattolico, che opereranno per quasi quattro secoli, linee che risultano profondamente diverse dal contenuto dottrinale delle varie confessioni protestanti. L’attuazione del programma di riforma fu deciso proprio dal concilio che dal 1545 si era riunito, a Trento, contro le opposizioni del potere politico europeo e del protestantesimo, ormai molto diffuso sul continente. Contrariamente a quanto auspicava Carlo V le divisioni si acuirono e porteranno in poco più di cinquant’anni ad uno dei conflitti più sanguinosi che l’Europa abbia visto in epoca moderna, la Guerra dei trent’anni.

Scomparso oggi:

1997 (26 anni fa): muore, a Pitigliano (Grosseto), Alberto Manzi maestro elementare. Nato, a Roma, 3 novembre 1924 noto principalmente per aver condotto la fortunata trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, messa in onda fra il 1960 e il 1968, il cui successo fu tale che, successivamente, venne riprodotta all’estero in ben 72 Paesi, e riuscì a far prendere a quasi un milione e mezzo di italiani la licenza elementare. Diplomandosi contemporaneamente all’Istituto Magistrale e all’Istituto Nautico, tale duplice formazione segna la sua vita professionale influenzando i suoi metodi didattici. Nel 1946, inizia la sua attività scolastica, si laurea poi in Pedagogia e Filosofia, specializzandosi in Psicologia. Nel programma “Non è mai troppo tardi”, il maestro teneva in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, che usavano metodologie didattiche innovative per quegli anni. Il suo pubblico e la sua immensa classe di alunni, era composta da persone adulte, il cui grado di analfabetismo era totale o comunque molto grave. Pare che Manzi durante il suo provino rifiutò il copione che gli era stato dato, strappandolo, per poi improvvisare una lezione a modo suo. La trasmissione tv andò in onda per quasi un decennio, suscitò un importante interesse, ma soprattutto ebbe grande rilevanza a livello sociale: si stimò che poco meno di un milione e mezzo di persone abbia conseguito la licenza elementare grazie alle sue lezioni a distanza. Si trattava praticamente di un corso di scuola serale. Le sue trasmissioni avvenivano durante il tardo pomeriggio, prima dell’ora della cena; Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale, con l’ausilio di un carboncino, scriveva lettere e parole semplici, accompagnate da un simbolico disegno di riferimento dalla grafica semplice e accattivante. Il maestro Manzi aveva anche in dotazione una lavagna luminosa, che a quei tempi risultava essere un dispositivo molto suggestivo ed affascinante. Concluso il programma, Manzi comparve sporadicamente in alcuni programmi radiofonici o televisivi.  A lui oggi sono intitolate numerose scuole elementari e medie in Italia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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