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lunedì, Aprile 29, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 5 Gennaio.

Accadde che:

1925 (99 anni fa): Nellie Tayloe Ross diventa la prima donna governatrice di uno Stato degli USA. La morte, del governatore William Ross, avvenne a ridosso delle elezioni generali di novembre. Per questo Frank Lucas, governatore provvisorio, indisse un’elezione speciale per il governatore, così da coprire i due anni mancanti alla fine del mandato. In questa occasione il leader del partito Democratico del Wyoming, J.R. Hylton, propose Nellie Davis Tayloe Ross come candidata, la vedova del defunto governatore. Nellie Ross esitò ad accettare, il fratello George le sconsigliò di candidarsi temendo che una possibile sconfitta l’avrebbe danneggiata sia a livello emotivo, a causa della vicinanza alla morte di suo marito, sia a livello di immagine. La donna, però, aveva bisogno di soldi per pagare i debiti e occuparsi dei figli, inoltre, desiderava portare a compimento il programma del marito. Infine, accettò la nomina, ma rifiutò di promuovere la propria candidatura, pubblicando solamente due lettere aperte in cui dichiarava i suoi intenti politici. Nellie Ross riuscì a vincere le elezioni contro il repubblicano Eugene J. Sullivan con 8 000 voti, superando di molto la vittoria del marito. Una volta eletta dovette lottare molto per affermare il suo ruolo, dato che quello di governatore era ancora visto come un lavoro da uomini. Mise, da subito, in chiaro di non voler seguire strettamente il pensiero generale del partito e di voler invece continuare la linea politica lasciata in sospeso dal marito. Portò avanti undici proposte di legge, ma soltanto cinque di queste passarono, perché i democratici continuavano a essere in minoranza nel gabinetto rispetto ai repubblicani. La sua politica comprendeva un taglio delle tasse, assistenza governativa per gli agricoltori e una legge che proteggesse bambini, donne lavoratrici e minatori. Nel 1926 si candidò nuovamente alle elezioni, ma questa volta perse nella corsa contro il repubblicano Frank C. Emerson.

1984 (40 anni fa): lo scrittore e saggista Giuseppe Fava viene assassinato, a Catania,  da Cosa nostra. Aveva 59 anni e da due anni, dalle pagine del suo giornale, faceva clamorose rivelazioni sulle collusioni che legavano imprenditori, politici e mafiosi catanesi. Fava era un intellettuale poliedrico impegnato con coraggio e passione civile sul versante della legalità. Come scrittore, drammaturgo, saggista, sceneggiatore aveva ottenuto importanti riconoscimenti. A lungo molti hanno cercato di far credere che fosse rimasto vittima di un delitto passionale, soltanto molti anni dopo i processi hanno accertato che la matrice dell’omicidio era mafiosa e il fatto che ad ucciderlo è stato il mafioso Aldo Ercolano che, insieme a Maurizio Avola, gli tese un agguato e lo uccise con cinque colpi di pistola alla nuca per ordine del boss etneo Nitto Santapaola. Nel 2003, quindici anni dopo l’agguato, Maurizio Avola, divenuto collaboratore di giustizia e reo confesso, è stato condannato a 7 anni di reclusione. l boss mafiosi Benedetto Santapaola e Aldo Ercolano sono stati condannati all’ergastolo quali mandanti. Sui possibili mandanti politici si è indagato per anni, ma senza risultato.

Nato oggi:

1932 (92 anni fa): nasce, ad Alessandria (Piemonte), Umberto Eco semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico, bibliofilo e medievista italiano. Saggista e intellettuale di fama mondiale, nella sua vita ha raccontato se stesso e le sue passioni attraverso una fervida attività culturale e capolavori come il romanzo-bestseller “Il nome della rosa”. È sicuramente un personaggio che professionalmente sfugge a qualsiasi casella e le occupa tutte contemporaneamente. Impossibile, forse, raccontarlo davvero: la sua vita si fa piccola e scompare dietro le pagine che ha letto. Un aneddoto celebre riguarda la sua passione per “I promessi sposi”. Tutti lo hanno odiato e continuano a odiarlo, ma Umberto Eco no, non ha fatto parte della schiera di odiatori adolescenti di Manzoni, grazie a suo padre che, quasi subodorando il destino del figlio, gli regala una copia del libro appena qualche mese prima che Eco debba studiarlo. È inevitabile, si accende in lui quella passione per i classici che diventerà un punto fermo nella sua opera di divulgazione culturale. Nonostante il suo ingegno multiforme, però, Eco è noto al grande pubblico come autore del “Nome della rosa” un caso editoriale clamoroso, le cui vendite hanno superato i cinquanta milioni di copie. Il successo del romanzo è sicuramente da imputarsi alla sua sapiente struttura, che riesce a sovrapporre più piani interpretativi: dal thriller, alla teoria sul riso, al simbolismo religioso e letterario, che permette a diverse categorie di lettori di potervisi immergere in modo soddisfacente. Umberto Eco muore, a Milano, il 19 febbraio del 2016. Negli ultimi anni della sua vita, benché malato, ha continuato nel limite delle possibilità a portare avanti i suoi interessi, impegni, passioni per il mondo culturale. Una delle sue frasi più belle è la seguente: “Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue…”

 

 

 

 

 

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