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sabato, Aprile 27, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 15 Gennaio.

Accadde che:

1974 (50 anni fa): “Happy Days” debutta sulla rete televisiva ABC. Si tratta di una sit-com che sarebbe entrata nella storia della televisione, diventando uno dei telefilm più famosi non solo in America, ma anche nel nostro paese. Ambientata a Milwaukee negli anni Cinquanta, la serie segue le vicende dell’indimenticabile famiglia Cunningham e del giovane Richie. Il “sogno americano” e il modello dell’American Way of Life sono le basi su cui i personaggi sviluppano la propria esistenza, rimarcandone principalmente gli aspetti positivi. Fonzie, il ribelle dongiovanni in breve tempo diventa il vero protagonista della serie. In Italia, arrivò nel 1977 e restò in onda fino al 1987. A distanza di 48 anni dal suo debutto, Happy Days resta uno degli show ricordati con più simpatia dai telespettatori.

1993 (31 anni fa): viene catturato e arrestato Salvatore Riina. Il latitante viene arrestato dai carabinieri, mentre percorre in auto la circonvallazione di Palermo, assieme al boss Salvatore Biondino. Riina, latitante dal 1969, è disarmato e non oppone resistenza. “U curtu” come veniva chiamato per via della sua altezza (di appena 158 cm) fu catturato dal Crimor, una squadra speciale dei ROS (acronimo di Raggruppamento Operativo Speciale) guidata dal Capitano Ultimo e dall’allora colonnello Mario Mori. Quindici minuti, tanto è durato il blitz per mettere fine alla carriera criminale del Capo dei Capi. Per 23 anni, sei mesi e otto giorni era riuscito a nascondersi. Riina è ritenuto il più potente, pericoloso e sanguinario componente di tutta Cosa nostra in quegli anni. Dal giorno dell’arresto ha vissuto detenuto in regime di 41-bis. La cattura dell’uomo simbolo della stagione stragista ha dimostrato a tutti che Falcone, Borsellino, Chinnici e tanti altri non sono morti invano. Dal giorno del suo arresto, Totò Riina ha collezionato numerose condanne all’ergastolo. Nell’ottobre del 1993 viene condannat come mandante dell’omicidio del boss Vincenzo Puccio. L’anno dopo rimedia un altro ergastolo per l’omicidio di tre pentiti e quello di un cognato di Tommaso Buscetta. Quindi ancora ergastoli per le stragi di Capaci, e via D’Amelio; poi per gli omicidi del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del capo della Mobile Boris Giuliano e del professor Paolo Giaccone. Nel 2000 subisce un’ulteriore condanna all’ergastolo per gli attentati di Firenze, Milano e Roma. Altri ergastoli, Riina li ha rimediati per omicidi commissionati tra il 1983 e il 1992. Nella primavera del 2003, subisce un intervento chirurgico al cuore e, nel maggio dello stesso anno, viene ricoverato nell’ospedale di Ascoli Piceno per un infarto. Pochi mesi dopo, a settembre, viene nuovamente ricoverato per problemi cardiaci. Trasferito nel carcere milanese di Opera, viene nuovamente ricoverato nel 2006, stavolta all’ospedale San Paolo di Milano, sempre per problemi cardiaci. Al novembre del 2013 risalgono le minacce rivolte da Riina al magistrato Nino Di Matteo, il pm del processo sulla “trattativa” Stato-mafia che aveva retto l’accusa in numerosi procedimenti penali a suo carico. Intanto, la salute del boss ha continuato a creargli problemi nel marzo del 2014, quando venne nuovamente ricoverato. Nel 2017, date le gravi condizioni di salute, gli avvocati di Riina hanno chiesto al Tribunale di sorveglianza di Bologna il differimento della pena con la detenzione domiciliare, ma il Tribunale ha negato la richiesto.  Il Capo dei Capi morirà il 17 novembre di quell’anno.

Nato oggi:

1929 (95 anni fa): nasce, ad Atalanta (Georgia), Martin Luther King Jr, noto Michael King Jr., attivista, politico e pastore protestante statunitense, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani, pacifista convinto e grande uomo del Novecento. Nel periodo ’55-’60, è l’ispiratore e l’organizzatore delle iniziative per il diritto di voto ai neri e per la parità nei diritti civili e sociali, oltre che per l’abolizione delle forme legali di discriminazione ancora attive negli Stati Uniti. Durante gli anni della lotta, King viene più volte arrestato e molte manifestazioni da lui organizzate finiscono con violenze e arresti di massa; egli, comunque, continua a predicare la non violenza pur subendo minacce e attentati. Il 4 aprile 1968 Luther King si recò a Memphis per partecipare ad una marcia a favore degli spazzini della città, che erano in sciopero. Mentre, sulla veranda dell’albergo, s’intratteneva a parlare con i suoi collaboratori, dalla casa di fronte vennero sparati alcuni colpi di fucile: King cadde riverso sulla ringhiera, morendo pochi minuti dopo. Approfittando dei momenti di panico che seguirono, l’assassino si allontanò indisturbato. Il killer fu arrestato a Londra circa due mesi più tardi, si chiamava James Earl Ray, ma rivelò che non era stato lui l’uccisore di King; anzi, sosteneva di sapere chi fosse il vero colpevole. Nome che non poté mai fare, perché venne accoltellato la notte seguente nella cella in cui era rinchiuso. Ancora oggi il mistero della morte dell’indimenticabile leader nero rimane insoluto.

 

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