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giovedì, Maggio 2, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 21 Gennaio.

Accadde che:

1871 (153 anni fa): viene approvata la legge che trasferisce la capitale da Firenze a Roma, dichiarata effettiva dal 3 Febbraio dello stesso anno. Roma a quell’epoca, all’interno delle mura Aureliane, era poco popolata, non vi erano i muraglioni del Tevere e quindi le esondazioni erano periodiche, il Colosseo era il confine con l’urbanizzazione. Dal 1870 al 1890 parte la riqualificazione di Roma: vennero edificati palazzi, quartieri ed edifici che divennero poi ministeri. Con la morte di Vittorio Emanuele II il Parlamento fa costruire il Vittoriano, maestoso monumento in memoria del re d’Italia. L’espansione di edifici pubblici e ministeriali decretò un aumento della popolazione residente e nel 1911 la città di Roma supera il mezzo milione di abitanti.  Il 17 Marzo 1861 il Regno di Sardegna cade e nasce il nuovo Regno d’Italia, che controllava il Regno sabaudo e i territori conquistati con la seconda guerra d’indipendenza e la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Roma, però, faceva ancora parte dello Stato pontificio, infatti la prima capitale d’Italia fu Torino, che era già stata capitale del Regno di Sardegna. L’intento di fare di Roma capitale d’Italia viene messo in evidenza per primo dal Conte di Cavour, infatti vi era una seria intenzione di giungere a Roma per farne la capitale, ancora prima dell’Unità d’Italia.

1998 (26 anni fa): Papa Giovanni Paolo II va in visita apostolica a Cuba e qui incontra anche Fidel Castro. È un giorno storico per la Chiesa e i rapporti con Cuba. Wojtyla arriva, dice, come “pellegrino della verità e della speranza” e il giorno della cerimonia di benvenuto lancia un appello: “Possa Cuba aprirsi al mondo con tutte le possiblità e possa il mondo aprirsi a Cuba”. Il Santo Padre ribadisce la necessità che nel Paese vengano rispettati i diritti umani. Nel corso del viaggio, avrà anche modo di criticare fortemente le misure restrittive imposte dall’embargo Usa. Incontrato Castro, rivolge queste parole: “Voglio che mi dica la sua verità, come uomo, come presidente, come Comandante della Rivoluzione. E anche la verità sul suo Paese, sulle relazioni tra la Chiesa e lo Stato, su tutto quello che è importante per noi e per tutti». Il titolo di prima del 22 gennaio 1998 è proprio questo: “Il Papa: da Castro voglio la verità. Da ieri sera a Cuba per portare la rivoluzione dell’amore”.

Scomparso oggi:

1924 (100 anni fa): muore, a Gorki Leninskie (Russia), Lenin, pseudonimo di Vladimir Il’ič Ul’janov. Nato,  a Simbirsk, oggi Uianovks, (Russia), il 22 aprile 1870, è stato un rivoluzionario, politico e politologo, uno dei maggiori artefici della rivoluzione bolscevica, il primo tentativo di mettere in pratica su larga scala gli ideali socialisti. Lenin si avvicina alle teorie socialiste del filosofo Karl Marx, nel 1898 è tra i fondatori del Partito Operaio Socialdemocratico Russo e, in seguito, è confinato tre anni in Siberia per attività antizariste. Nel 1905 un’ondata di scioperi investe San Pietroburgo: nascono i Soviet e i consigli dei lavoratori. I socialdemocratici si spaccano: Lenin e la sua corrente sono per una rivoluzione che instauri immediatamente il socialismo e porti i Soviet al potere. La rivolta è comunque soffocata nel sangue dallo Zar e Lenin fugge all’estero. Il 3 Aprile torna in Russia ed espone le “Tesi di Aprile”, in cui attacca il governo provvisorio e auspica l’immediata presa del potere da parte di operai e contadini, in aperto contrasto con i suoi rivali di partito, i menscevichi. Il 25 Ottobre inizia la rivoluzione: i bolscevichi di Lenin prendono possesso di San Pietroburgo e Mosca e conquistano il potere. Le prime decisioni di Lenin sono: uscita dalla guerra e firma di un trattato di pace con la Germania, distribuzione di terre ai contadini, aumento del potere dei soviet nelle fabbriche, istituzione di organismi di controllo e repressione degli oppositori. Lenin diventa un mito e una figura di riferimento per i partiti operai di tutto il mondo. Prima di morire, all’età di 54 anni, nel suo testamento politico avverte i compagni di partito della pericolosità di Stalin, che riuscirà comunque a succedergli al potere.

 

 

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