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giovedì, Maggio 2, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 6 Aprile.

Accadde che:

1944 (80 anni fa): i nazisti deportarono 44 bambini ebrei tra i quattro e i diciassette anni, che vivevano a Izieu, su istigazione del capo della Gestapo a Lione, Klaus Barbie, il cosiddetto “Macellaio di Lyon”. Durante la seconda guerra mondiale, operavano in Francia alcune organizzazioni per salvare dalle persecuzioni e dalla deportazione bambini e ragazzi ebrei. Nell’aprile 1943 Sabine Zlatin e il marito Miron crearono a Izieu (località a circa 80 chilometri da Lione) una colonia che in un anno di attività arrivò ad ospitare un centinaio di bambini. Dopo l’8 settembre la zona, fino a quel momento occupata dagli italiani, cadde sotto il controllo tedesco. Il 6 aprile 1944 con una retata ordinata dalla Gestapo di Lione, comandata da Klaus Barbie, 44 bambini e ragazzi e 7 educatori furono arrestati. Nel giro di un mese 42 bambini e cinque adulti vennero deportati ad Auschwitz-Birkenau: al loro arrivo furono inviati alle camere a gas; due adolescenti e il direttore della colonia, invece, furono deportati in Estonia e lì fucilati il 31 giugno. Di tutto il gruppo, una sola persona sopravvisse.

2009 (15 anni fa): alle 3:32 una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 distrugge L’Aquila e 56 altri borghi. Morirono 309 persone, ci furono oltre 1.500 feriti e 100mila sfollati, con danni incalcolabili. Tra le vittime si registra il decesso di Giovanna Berardini che avrebbe dovuto dare alla luce sua figlia Giorgia il giorno seguente al terremoto e invece morì nella sua casa insieme al marito e al figlio; per questo motivo, non è raro trovare nel conteggio delle vittime anche il nome della nascitura e, di conseguenza, un numero totale di 309 morti. Numerose le persone estratte vive dalle macerie, anche dopo molte ore dalla scossa principale, tra cui Marta Valente, 24 anni, studentessa di Ingegneria, salvata dopo 23 ore, Eleonora Calesini, 21 anni, estratta dopo 42 ore, nonché Maria D’Antuono, 98 anni, trovata viva dopo 30 ore, che ha dichiarato di aver trascorso il tempo lavorando all’uncinetto. Alle prime luci del mattino del giorno seguente L’Aquila era sfigurata: diversi edifici monumentali e civili crollarono, tra cui la Casa dello Studente e il Palazzo della Prefettura, ma gravemente danneggiati anche l’università e l’ospedale San Salvatore. Il patrimonio storico-artistico era ferito a morte: tutte le chiese furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti, assieme a palazzi storici come il Forte spagnolo, uno dei simboli della città. Il sisma colpì duramente anche l’impianto produttivo e il tessuto imprenditoriale aquilano: molti negozi e attività commerciali chiusero. Gli aquilani erano sotto choc. La scossa principale si collocò all’interno di una serie di eventi sismici che ebbero inizio già nel dicembre 2008. La prima lieve scossa si verificò il 14 dicembre 2008, a seguire il 16 gennaio 2009 e nei giorni a venire con magnitudo via via sempre maggiore, sino a culminare con la drammatica scossa del 6 aprile. Alla luce dei danni e delle vittime il sisma dell’Aquila è risultato il 5º terremoto più distruttivo in Italia in epoca moderna dopo quello di Messina del 1908.

Scomparso oggi:

1912 (112 anni fa): muore, a Bologna, Giovanni Pascoli poeta, accademico e critico letterario. Nato, a San Mauro Pascoli (provincia Forlì-Cesena), il 31 dicembre 1855, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato, insieme a Gabriele D’Annunzio, il maggior poeta decadente italiano. Resta orfano di padre a soli dodici anni, quando l’uomo viene assassinato con una fucilata mentre tornava a casa (evento centrale nella poesia X agosto); i responsabili del delitto rimangono ignoti. Alla perdita del padre segue quella di quattro fratelli e della madre, per un attacco cardiaco. Questi lutti segnano enormemente il poeta, che stringe un legame sempre più stretto con le sorelle Ida e Maria. Negli anni, aumenterà in lui un forte pessimismo, che lo getterà nel baratro della depressione e dell’alcolismo. La produzione poetica di Giovanni Pascoli è molto vasta: tra le sue raccolte poetiche ricordiamo la prima, “Myricae”, del 1891, “I Poemetti” del 1897 e “I Canti di Castelvecchio” del 1903. Queste opere sono caratterizzate da paesaggi campestri, memorie personali e suggestive visioni. Nel suo saggio intitolato “Il fanciullino”, il poeta esprime approfonditamente il suo pensiero sulla poesia, analizzando il cuore stesso dell’animo umano. Nel poeta vive un fanciullino, una creatura ancora pura, sensibile, vitale, non incatenata dai meccanismi della razionalità. Per questa sua naturalezza nell’essere, il fanciullino entra in contatto col mondo attraverso l’immaginazione, l’intuizione e può, dunque, conoscere il mondo che lo circonda in modo autentico, genuino. Ecco che il poeta, tramite la poesia, risveglia il fanciullino negli uomini.

 

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