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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data dell’8 Giugno.

Accadde che:

452 (1572 anni fa): Attila, re degli Unni, invade l’Italia. Devastò Aquileia e giunse fino alla Pianura Padana, dove si attestò presso Mantova, alla congruenza tra il fiume Po e il Mincio. Qui venne raggiunto, anziché dall’esercito romano, da una missione diplomatica inviata dal senato romano e capeggiata da Papa Leone I. Dopo l’incontro con il pontefice, Attila, il “Flagello di Dio” (così definito dalla tradizione occidentale) si ritirò con il suo esercito, rinunciando di fatto a conquistare Roma. La leggenda, nata successivamente, racconta che furono la figura sacrale e le parole del papa a convincere Attila a rinunciare ai suoi propositi di conquista. Più probabilmente, a farlo recedere fu la minaccia degli eserciti dell’ imperatore d’Oriente, Valentiniano III o per la  stanchezza delle truppe. Infatti, in breve tempo, esse consumarono tutte le riserve di cibo e di foraggio che i campi potevano offrire. Costretti a mangiare cibo scarso e andato a male e a bere l’acqua del fiume inquinata dalle bestie uccise che vi galleggiavano, si erano ammalate di dissenteria. Attila ritornò in Romania, qui l’anno seguente fu assassinato da alcuni parenti proprio la notte del matrimonio con Ildico, una delle sue molte mogli. Il suo vastissimo dominio, privo di qualunque struttura statale, si dissolse rapidamente.

1638 (386 anni fa): la Calabria è colpita da un devastante terremoto del grado X della scala Mercalli. ll terremoto colpì il versante orientale della Calabria, in particolare le località del Marchesato Crotonese e le pendici orientali della Sila. Secondo la relazione ufficiale del consigliere Ettore Capecelatro, inviato nelle Calabrie viceré spagnolo, complessivamente furono distrutti sei paesi e ci furono danni gravissimi in altri quindici, fra cui Crotone e Catanzaro. Furono interessati anche Cosenza e casali circostanti che avevano già subito danni gravissimi durante il terremoto del 27 marzo 1638. Il terremoto causò imponenti dissesti geologici che modificarono in modo permanente la geografia fisica della Calabria. Secondo testimoni dell’epoca si determinò fra l’altro l’apertura di un’enorme faglia alta 80 cm circa e lunga 60 miglia che da Petilia Policastro (anticamente, Policastro) giungeva in Sila e dalla quale fuoriuscivano gas.

Scomparso oggi:

1999 (25 anni fa): muore, a Roma, Corrado Mantoni conduttore televisivo e radiofonico. Nato, a Roma, il 2 agosto 1924 ben presto la sua attenzione viene rapita dal magico mondo dello spettacolo, che nel ventennio fascista, nel periodo di guerra e nel dopoguerra, rappresenta anche una fabbrica di sogni. Corrado è dapprima chiamato a raccontare agli italiani i loro drammi lavorando prima come speaker ufficiale, grazie al bel timbro naturale della sua grave voce, dalla eccellente dizione, che presto diventa quella ufficiale della radio italiana; poi diventa presentatore, che all’epoca, in radio era il coronamento della carriera. La sua voce diventa la voce degli italiani. Anche Umberto Eco ne tesse elogi. Corrado conosce i congiuntivi, la consecutio temporum, e la sua parlata è misurata, ma ha grande ricchezza terminologica e proprietà di linguaggio. Nel 1961 arriva il tempo del suo primo programma televisivo: conduce le premiazioni, i programmi celebrativi, i galà del sabato sera, i concerti. Nel 1982, opta per la tv commerciale e reinventa su Canale 5, la fascia di mezzogiorno, allora inesistente. Il programma è “Il Pranzo è servito”, un controquiz, più che un quiz, sicuramente uno dei giochi più amati degli anni ’80.  Nel 1986, il conduttore porta in TV un programma radiofonico, esperimento mai riuscito prima, e presenta “La Corrida”, per oltre dieci anni, rinnovandolo con umiltà, fino a quando nel 1997, per la prima volta, sorpasserà il programma di punta del sabato sera RAI abbinato alla Lotteria. Una volta disse: “Penso che se dall’aldilà vedessi scritto ‘Via Corrado Mantoni’, su una strada, mi verrebbe da ridere, perché credo che passato il mio momento la gente se ne scorderà”. Invece, la gente non l’ha mai dimenticato e, a lui è dedicata una via nel quartiere in cui ha abitato, nel IV municipio di Roma, Casale Nei.

 

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