Mentre cresce il numero di arrivi irregolari e aumentano le tensioni sociali nelle periferie, il dibattito sull’accoglienza si riaccende. Tra normative europee, rimpatri e criminalità, il governo è chiamato a fronteggiare un’emergenza che divide l’opinione pubblica.
Domenico Arilli
In Italia il problema dell’immigrazione lo abbiamo ogni giorno sotto gli occhi, è sufficiente camminare per le strade per vedere il gran numero di extracomunitari, fuggiti dal loro paese per conflitti locali e per sfuggire alla morsa della fame e comunque per cercare un futuro migliore. Nonostante le nuove norme che restringono l’accoglienza, il problema continua a far discutere; da un lato c’è chi sostiene che era tempo di porre dei limiti all’immigrazione di massa e c’è chi invece dice che si dovrebbe fare di più per accogliere gli extracomunitari. A mio parere invece dico che è dovere del Governo continuare a combattere senza tregua lo spietato affarismo dei trafficanti degli esseri umani. Soltanto bloccando le partenze irregolari si possono evitare naufragi, per ultimo quello avvenuto qualche settimana fa al largo di Lampedusa dove morirono venti persone e altrettanti dispersi. In Italia si entra solo da regolari. Sono stati rimpatriati circa 5.400 irregolari nei primi sette mesi dell’anno. Sul fronte della sicurezza sono aumentati i reati commessi proprio dagli extracomunitari irregolari. Per vie clandestine e soprattutto dalla tratta del mediterraneo e a Lampedusa continuano ad arrivare al ritmo di centinaia al giorno. Il problema sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine pubblico è crescente e preoccupante nelle periferie e nelle grandi città. Bisogna constatare che si fa fatica a riuscire a trovare il modo per fermare la “massa umana” dei clandestini o di espellere quelli trovati sul territorio nazionale.
Di recente, secondo le ultime normative europee nel 2025 vengono considerati paesi sicuri i seguenti: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.
L’altro problema importante è la loro integrazione. E’ l’impossibilità di regolarizzarsi e finirla con una vita di ansie, miserie e sfruttamento, che molto spesso conducono alla criminalità. Quest’ultimo è proprio quello che allarma l’opinione pubblica: le violenze sessuali, lo spaccio di sostanze stupefacenti, furti, rapine, ect…ect…A conclusione ribadisco la teoria che il flusso degli immigrati va regolato, perché la società italiana è ormai stanca e satura. Senza lavoro, senza documenti, senza casa, resta solo L’ILLEGALITA’.

