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sabato, Luglio 27, 2024
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In che direzione va Netflix?

Sguardo su 4 film drammatico-romantici disponibili sulla piattaforma Netflix, in cui i processi decisionali ed emotivi che hanno accompagnato le due coppie risultano estremamente simili e sembrano voler tenere in vita, con le unghie e con i denti, l’ancestrale stereotipo che detta la dicotomia tra la donna instabile e l’uomo sicuro.

Gli ultimi film distribuiti da Netflix sembrano voler riprodurre il medesimo schema relativo alla natura della donna incastrata in un matrimonio né ispirane né disturbante, né troppo impegnativo né opprimente, ma apaticamente annientante della propria personalità. In film quali Malcom e Marie, co-prodotto e distribuito da Netflix nel 2020 o Storia di un Matrimonio, distribuito dalla piattaforma streaming nel 2019, le due donne protagoniste appaiono prive di autonomia emotiva e di sicurezze personali. Nel primo caso Marie interpretata da Zendaya, si mostra distrutta, isterica e angosciata dal mancato ringraziamento pubblico da parte del fidanzato Malcom interpretato da Jhon David Washington. Quest’ultimo al termine della proiezione del film da lui diretto riscuote un grande successo in sala e nel discorso di ringraziamento si dimentica di nominare Marie. Il film non mostra questo momento, ma solo il confronto tra i due una volta a casa, dove spalancano le porte dell’interiorità inondando la casa di recondite instabilità, nevrosi e amarezze di coppia. Durante i litigi lei mostra una vita fragile, inconcludente, vuota e diffidente verso l’amore, dedita a lui e al suo lavoro cinematografico, ma incapace di dedicarsi a sé stessa. Lui, determinato, razionale e stacanovista risulta sempre più convinto delle proprie potenzialità e dell’amore che prova per lei. Lui rampante regista creativo e vincente, lei ex tossica dipendente bella e sofferente. In Storia di un Matrimonio, Scarlett Johansson interpreta Nicole, una donna che ha assistito al declino del proprio successo davanti alla graduale affermazione del geniale marito regista Adam Driver nei panni di Charlie. Anche in questo caso, lei appare confusa di fronte a sé stessa, non sa distinguere tra il gusto personale e quello del marito, tra i suoi desideri e quelli del marito o semplicemente tra la sua vita professionale e quella matrimoniale. Charlie al contrario, è determinato, distratto nei confronti della moglie, concentrato su stesso e amato da tutti. Si ripete lo schema secondo cui lei incarna la confusione emotiva e lui la razionalità solitaria. In Storia di un Matrimonio si ripetono vecchie pratiche estetiche e sociologiche per cui spetta alla donna, in pieno delirio mentale, prendere la decisione di lasciare il marito e dedicarsi alla ricerca di sé stessa. Proprio come negli ultimi film riproposti da Netflix quali Kramer contro Kramer e Mangia Prega Ama, distribuiti nelle sale rispettivamente nel 1979 e nel 2010, ai telespettatori viene mostrata l’immagine di due donne profondamente infelici del proprio matrimonio, senza capirne apparentemente le ragioni. Mentre l’uomo viene presentato ricco di energia, concertato su sé stesso e sul proprio lavoro, ignaro dei reconditi problemi coniugali e del malessere della moglie. Pare, dunque, che la costruzione cinematografica di una determinata tipologia di donna disperata e confusa e di un uomo razionale e intraprendente, sia rimasta intatta non solo nelle scelte di mercato del cinema americano, ma anche nel quotidiano tra le menti delle donne e degli uomini. È difficile stabilire quanto la realtà continui ad influenzare le scelte cinematografiche o quanto sia il cinema ad influenzare la nostra visione del mondo e di noi stessi, però la generazione Alpha, continuerà ad imbattersi in film drammatico-romantici in cui le figure coniugali godono degli stessi pregi e delle stesse nevrosi riprodotti negli anni della generazione X. La donna in lacrime con la valigia al fianco, in attesa del rientro del marito in casa e l’uomo solo nella propria stanza, ma forte e visionario; lei che soffre e lui che la fa soffrire. È più difficile sradicare determinati stereotipi dal cinema o dalla società? Netflix, attraverso la propria selezione filmica, sembra suggerirci un pluriennale immobilismo di cliscé familiari, femminili e maschili che accompagnano il mercato cinematografico americano dai tempi antecedenti a Kramer contro Kramer sino ai tempi odierni con Storia di un matrimonio. Sebbene, quest’ultimo film, dedichi spazio al riscatto professionale e personale della protagonista, i processi decisionali ed emotivi che hanno accompagnato le due coppie risultano estremamente simili e sembrano voler tenere in vita con le unghie e con i denti l’ancestrale stereotipo che detta la dicotomia tra la donna instabile e l’uomo sicuro.

Carla Macrì

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