Ilario Ammendolia ricorda il dottor Nino Nicolò, noto e stimato neonatologo, venuto a mancare questa mattina.
Ho conosciuto il dottor Nino Nicolò quasi mezzo secolo fa, presso l’ottimo reparto di pediatria di Locri. Ero accanto a mio figlio ricoverato per una febbre alta. Avevo portato con me due libri: uno con poesie di Pablo Neruda e un saggio su Matteotti.
Eravamo entrambi giovani e i libri furono l’occasione per conoscerci aldilà del rapporto tra un papà preoccupato ed il medico. Non fu affatto facile il dialogo tra un comunista convinto (quale ero allora) e un giovane di destra quale ero il dottor Nicolò. Ma la politica non mi ha impedito di cogliere e apprezzare le grandi qualità umane e culturali dell’uomo, la non comune dedizione al lavoro e la straordinaria preparazione.
Nel momento in cui mio figlio è stato dimesso, ha accettato i miei libri e fu l’inizio di una lunga amicizia che per tanti anni ci ha consentito di dialogare nel reciproco rispetto dì idee opposte. L’ultima volta che l’ho sentito è stato circa 14 anni fa, quando telefonai al reparto neonatologia di Reggio per un bambino immigrato di pochi giorni che lottava tra la vita e la morte. La sua disponibilità è stata ammirevole… come sempre.
Ho appena saputo della sua morte e mi dispiace, ma credo che lo stesso dispiacere proveranno tantissime persone che lo hanno conosciuto tanto nella Locride che a Reggio Calabria e, al pari di me, lo hanno apprezzato come uomo, come medico e per le sue molteplici qualità.
Aggiungo un po’ di nostalgia per una sanità che non c’è più…